martedì 20 aprile 2010
Commovente incontro tra il Papa e otto vittime di abusi nella sede della nunziatura lontano dal clamore mediatico (Biccini)
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Nella sede della nunziatura lontano dal clamore mediatico
Commovente incontro tra il Papa e otto vittime di abusi
dal nostro inviato Gianluca Biccini
Benedetto XVI inizia il sesto anno di pontificato sulla scia del successo del viaggio a Malta, conclusosi domenica sera, 18 aprile, con un bilancio che va al di là di ogni più ottimistica previsione. Alla Chiesa locale e alla vivace comunità cristiana, ricca di vocazioni e piena di fede, il Papa ha ricordato che dai naufragi della vita possono nascere nuovi progetti di Dio per gli uomini di oggi e nuove soluzioni ai loro numerosi e assillanti problemi. Tra questi, nello specifico, c'era anche quello legato agli abusi sessuali commessi da sacerdoti e religiosi nei confronti di minori. Ecco perché il Pontefice non ha esitato a incontrare anche nel piccolo arcipelago del Mediterraneo alcune delle vittime, come già aveva fatto a Washington e a Sydney nel 2008.
In tarda mattinata, nella cappella della nunziatura a Rabat, al riparo dal clamore mediatico, ha accolto otto uomini fra i 30 e i 40 anni che in passato hanno subito abusi. In un "clima intenso, ma sereno" - ha poi riferito ai giornalisti il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi - l'incontro è stato "vissuto intensamente" da tutti i presenti, in un'atmosfera "non pesante, con commozione ma senza timore o senso di oppressione". Vi hanno partecipato anche gli arcivescovi Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e Caputo, nunzio apostolico, l'arcivescovo di Malta, Paul Cremona, il vescovo di Gozo, Mario Grech, e i monsignori Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI, e Xuereb, della segreteria particolare.
Una ventina di minuti nei quali, dopo un momento di preghiera silenziosa, il Papa ha incontrato presso l'altare ciascuna delle otto vittime, ascoltandone le storie e le attese. "Profondamente commosso - afferma padre Lombardi nel comunicato ufficiale rilasciato in inglese - Benedetto XVI ha espresso la propria vergogna e il proprio dolore per quanto le vittime e le loro famiglie hanno sofferto" e "le ha assicurate del fatto che la Chiesa sta facendo, e continuerà a fare, tutto ciò che è in suo potere per indagare sulle accuse, per assicurare alla giustizia i responsabili degli abusi e per mettere in pratica misure efficaci volte a tutelare i giovani in futuro". Il comunicato si conclude con l'auspicio che tutte le vittime possano sperimentare "guarigione e riconciliazione", per "andare incontro a una rinnovata speranza".
Anche alla messa celebrata poco prima da Benedetto XVI a Floriana non erano mancati i richiami alla vicenda: vi hanno fatto riferimento l'arcivescovo di Malta nel saluto all'inizio del rito e una delle intenzioni dei fedeli, affidata a una bambina, che ha pregato "per la comunità cattolica maltese, della quale facciamo parte, affinché, rafforzati nella nostra fede, si eviti tutto quanto possa in ogni modo esserle di danno, così che noi possiamo consegnarla senza macchia alle future generazioni".
Ma sarebbe improprio ridurre a questo aspetto tutto il viaggio del Papa: a Malta, come altrove, chi ha sbagliato pagherà nelle sedi competenti; gli altri, la stragrande maggioranza, hanno offerto al successore di Pietro l'immagine di un clero che vive in piena sintonia con il Popolo di Dio. Una Chiesa viva e dinamica, capace di mobilitare decine di migliaia di persone - soprattutto giovani - lungo tutte le strade percorse dal Papa. Tra Malta e Gozo vivono oltre 443 mila abitanti: sono quasi tutti cattolici - più del 95 per cento della popolazione - e più o meno tutti hanno avuto modo di veder passare il Pontefice a bordo della papamobile o di partecipare ai momenti pubblici del pellegrinaggio. I ritardi nel programma (più di un'ora domenica), per la prima volta così evidenti in un viaggio internazionale di Benedetto XVI, testimoniano l'enorme partecipazione dei maltesi. A Floriana, tra il piazzale dei Granai e le zone adiacenti ce n'erano almeno cinquantamila per la messa all'aperto. Il nome della città deriva dall'ingegnere militare italiano che la progettò e fortificò nel 1643 alle spalle della penisola di Valletta, di cui costituisce l'entroterra. Nella grande spianata, Benedetto XVI è passato a bordo della papamobile tra i fedeli in festa, che non si sono lasciati intimorire dal tempo incerto e dalla fitta pioggerella caduta all'inizio della mattinata. Tra loro anche il presidente della Repubblica e la consorte.
Indossati i paramenti liturgici nella chiesa di San Publio - del quale nello stesso giorno ricorreva la memoria liturgica - il Papa ha raggiunto processionalmente l'altare, realizzato con materiali riciclabili ed ecocompatibili. Nello stesso luogo Papa Wojtyla il 9 maggio 2001 beatificò Giorgio Preca, poi canonizzato dallo stesso Benedetto XVI il 3 giugno 2007, Ignazio Falzon e suor Maria Adeodata Pisani. Al termine della messa - concelebrata dal cardinale Bertone e dagli altri ecclesiastici del seguito papale, dai presuli maltesi e da una rappresentanza del clero locale - Benedetto XVI ha offerto una rosa d'oro per il santuario mariano nazionale. Prima del Regina caeli l'ha collocata dinanzi all'immagine della Vergine di Ta' Pinu, portata appositamente da Gozo.
Rientrato in nunziatura, il Papa ha pranzato con i presuli della Conferenza episcopale (Cremona, Depasquale, Grech, Mercieca, Cauchi), altri vescovi, prelati e membri del seguito.
Nel pomeriggio l'atteso appuntamento con i giovani sulla banchina del porto Grande di Valletta. Il Papa è giunto in catamarano dalla vicina Kalkara, dopo aver percorso tre miglia nautiche affiancato da tante piccole caratteristiche imbarcazioni locali. Come a Colonia e a Sydney in occasione delle Giornate mondiali della gioventù da lui presiedute, Papa Ratzinger era accompagnato da una decina di giovani. Almeno dodicimila i ragazzi e le ragazze che lo hanno atteso al porto: la Salesian Brigade, l'Azione cattolica giovani, che qui si chiama Zak, i giovani neocatecumenali e i Jesus Nazarene Youths hanno animato con letture, canti e testimonianze la lunga attesa e il festoso incontro.
In serata la cerimonia di congedo all'aeroporto internazionale di Luqa. Onori militari ed esecuzione degli inni hanno preceduto lo scambio di saluti tra le delegazioni, prima del decollo dell'Airbus a320 della compagnia di bandiera maltese alla volta di Roma.
(©L'Osservatore Romano - 19-20 aprile 2010)
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