domenica 4 aprile 2010

L'arcivescovo di Canterbury contro i Cattolici d'Irlanda. Poi l'imbarazzata retromarcia (Nissirio)


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L'arcivescovo di Canterbury contro i cattolici d'Irlanda

Invettiva che rischia di creare un'inattesa tensione a pochi mesi dalla visita del Papa in Gran Bretagna

Patrizio Nissirio

LONDRA

È una Pasqua glaciale quella tra anglicani e cattolici in Irlanda e nel Regno Unito: l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, capo spirituale della Chiesa d'Inghilterra, ha rivolto ieri un attacco senza precedenti contro la Chiesa cattolica per le vicende di pedofilia, affermando che essa in Irlanda «ha perso ogni credibilità».
Un attacco che rischia di creare un'inattesa tensione tra le due chiese a pochi mesi dalla visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna. Anche se in serata, di fronte alle reazioni stizzite dei cattolici irlandesi, Williams ha corretto il tiro, esprimendo «rammarico e profonda tristezza» per i suoi giudizi.
Pronta infatti era stata la risposta di Diarmuid Martin, arcivescovo cattolico di Dublino, che si era detto «stupefatto» dalle critiche di Williams, contenute in un'intervista che verrà trasmessa nei prossimi giorni dalla Bbc, ma che è stata anticipata dal Times.
Per il capo dei 70 milioni di anglicani nel mondo, la chiesa cattolica d'Irlanda è a pezzi dopo lo scandalo di preti ed interi ordini religiosi coinvolti negli abusi contro i bambini, e il modo in cui queste vicende sono state gestite dai vertici cattolici. E ciò, dice, rappresenta «un trauma colossale». «Parlavo recentemente con un amico irlandese e mi diceva che in alcune parti d'Irlanda è difficile camminare in strada con l'abbigliamento da prete – ha raccontato l'arcivescovo di Canterbury –. Quando un'istituzione così profondamente radicata nella vita di una società improvvisamente perde tutta la sua credibilità... non è solo un problema per la Chiesa, è un problema per tutti in Irlanda».
In un comunicato, Martin ha notato come i commenti del leader anglicano siano «fuori luogo» nell'approssimarsi della Pasqua e come quelle parole lo abbiano fatto sentire «scoraggiato come raramente mi è capitato»: «Questo commento inequivocabile e privo di fondamento mi ha lasciato stupefatto – ha detto –. Come arcivescovo di Dublino sono stato più che chiaro nell'occuparmi dei fallimenti della Chiesa cattolica in Irlanda. Ancora rabbrividisco quando penso al male che è stato fatto a quei bambini che hanno subito abusi. Riconosco che la loro Chiesa li abbia abbandonati. Ma io sono anche in cammino con coloro, in particolare genitori e preti, che lavorano giorno per giorno per rinnovare la chiesa cattolica in questa diocesi e che sono impegnati a restare con la loro chiesa e manifestare la fede in questi tempi difficili.
I commenti dell'arcivescovo Williams saranno immensamente scoraggianti per queste persone e metteranno in difficoltà la loro fede ancor di più. Coloro che lavorano per il rinnovamento della Chiesa cattolica in Irlanda non hanno bisogno di questo commento nel weekend di Pasqua e non se lo meritano».
L'arcivescovo anglicano di Dublino, John Neill, ha cercato di diluire la tensione, affermando di aver ascoltato le parole di Williams con «grande rammarico». «Io riconosco il dolore e la profonda sofferenza delle vittime degli abusi, ma mi dispiace per i tantissimi preti e vescovi che vivono ogni giorno la loro vocazione cristiana». Neill ha espresso sostegno al lavoro di Martin per «la proclamazione del Vangelo e la guarigione delle ferite, comprese quelle dei fedeli e dei sacerdoti, il cui ministero è stato danneggiato da coloro che sono colpevoli di abusi sui bambini».
In serata poi la retromarcia del vescovo di Canterbury.
In un messaggio indirizzato proprio all'arcivescovo di Dublino, Williams ha espresso «la sua profonda tristezza e il suo rammarico», scusandosi per «le difficoltà» che le sue osservazioni sulla Chiesa cattolica irlandese «potrebbero creare». Ma non è detto che le sue parole possano bastare a sanare la ferita aperta dai suoi attacchi e le tensioni latenti tra cattolici e Chiesa d'Inghilterra, anche dopo la costituzione apostolica approvata da papa Benedetto XVI per favorire il rientro nella Chiesa di Roma di gruppi di anglicani.

© Copyright Gazzetta del sud, 4 aprile 2010

Adesso sta a vedere che e' il Papa che si deve scusare per le offese del primate anglicano.
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perché ci deve essere imbarazzo?
il laico sedicente arcivescovo di Canterbury parla a ragion veduta e di credibilità se ne intende visto che gli Anglicani l'hanno persa da quando han deciso di correr dietro alle voglie sessuali del loro re.