giovedì 20 maggio 2010

L’abate francese René Lau­rentin: Fatima, messaggio che continua a portare frutto (Zappalà)


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Laurentin: Fatima, messaggio che continua a portare frutto

DA PARIGI DANIELE Z APPALÀ

A 92 anni, l’abate francese René Lau­rentin non demorde. Come se le 160 opere talora memorabili già pubbli­cate a partire dagli anni ’50, di cui oltre un centinaio su Maria e le apparizioni mariane, non avessero per nulla esaurito la sua sete d’immersione nella verità storica dei Vange­li. Di recente, è apparso in Francia «La vita au­tentica di Maria», prossimo alla traduzione in Italia, come conferma l’autore ricevendoci nel suo ampio studio immerso in un bosco tranquillo sulle rive della Sen­na. Laurentin può oggi ascoltarne so­lo la musica quotidiana e rivela che sta lavorando, fra l’altro, a un libro sulla sua condizione di non veden­te. Ma quest’ultima non gli impedi­sce di aggiornare il suo blog su In­ternet e di dare sempre conferenze in giro per il mondo.
È dall’Europa del­­l’Est che l’abate ha seguito il viaggio di Benedetto XVI in Portogallo. Un punto d’osservazione lontano, ep­pure per molti aspetti ideale per il teologo nato lo stesso anno delle apparizio­ni di Fatima.
«Vi è stata una coincidenza fra la consacra­zione a Fatima di Giovanni Paolo II e la fine delle persecuzioni in Russia», ricorda Lau­rentin, giungendo presto al cuore del mes­saggio rivelato in quel 1917: «Si può dire che si è prodotta la conversione della Russia? In un certo senso sì, se si considera l’autorizza­zione dei battesimi. Ma per molti altri aspet­ti, questa conversione è ancora a venire».
S’intreccia con questo carattere incompiuto, per l’abate, il senso storico più marcato del­l’ultimo viaggio di Benedetto XVI: «Il senso del messaggio non è affatto esaurito. Il viag­gio di Benedetto XVI prosegue il rapporto speciale che Giovanni Paolo II aveva instau­rato con Fatima. In questa scia, possiamo for­se già chiederci quando giungerà la tanto at­tesa visita del Papa in Russia. Quest’evento, che oggi non pare ancora vicino, potrebbe schiudere ancor più il senso di Fatima, oltre a rappresentare un nuovo passo storico».
Nonostante i lunghi anni di studio sul mi­stero di Fatima, l’evocazione del terzo segre­to è sempre capace di far sussultare l’abate: «Questo messaggio è estremamente scon­certante ed è normale che esistano molte in­terpretazioni.
Ma negli ultimi anni, sono cir­colate spesso speculazioni fantasiose». A pro­posito della rivelazione risalente al 2000, Lau­rentin tiene a sottolineare un punto: «Il pa­pa Giovanni Paolo II non ha personalmente riferito il messaggio. È rimasto silenzioso a Fatima e ha fatto dichiarare il segreto all’al­lora segretario di Stato vaticano. Il messaggio riguarda anche la morte del Papa e l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Joseph Ratzinger, sot­tolineò che le preghiere della Chiesa e dei fe­deli possono cambiare il corso di un segreto. Mi chiedo sempre se Gio­vanni Paolo II ricevette una rivela­zione personale dalla Vergine a pro­posito dell’attentato, che subì il 13 maggio 1981, festa della Madonna di Fatima. Molto resta ancora da com­prendere ». L’abate allarga presto il discorso al mistero della presenza contempora­nea delle apparizioni. In proposito, sono tanti i punti che sfuggono al co­mune intendimento: «Se davvero i veggenti hanno potuto ricevere da Dio o dalla Vergine una certezza celeste, deb­bono obbedire a questo messaggio e non a­gli uomini. Ma a proposito di questo mes­saggio, potranno solo indicare dei segni, più che delle prove in senso stretto». Certi aspetti comuni fra le apparizioni mariane in epoche e luoghi diversi, come la condizione sociale semplice dei veggenti, sono per Laurentin anch’essi molto rivelatori.
Già direttamente coinvolto nelle indagini su diverse apparizioni, l’abate ricorda che non tutti i segni hanno un valore equivalente. U­na lunga esperienza l’ha condotto a diffida­re di segni esteriori come molti fenomeni ot­tici in cielo o certe percezioni olfattive: «La prima regola d’interpretazione consiste nel­la coerenza del messaggio con le Scritture. È come una grande porta d’ingresso. Ma le gua­rigioni e gli altri frutti delle apparizioni rap­presentano i segni più grandi. Il solo criterio che il Cristo ci abbia offerto nel Vangelo è che l’albero si riconosce dal frutto. È il criterio per eccellenza».
In chiusura, Laurentin espone con vigore an­che il proprio punto di vista sul clima recen­te di accuse mediatiche contro la Chiesa: «La Chiesa è santa e la grande confusione solle­vata non dovrebbe farlo dimenticare. Ho ap­profondito queste questioni. Ebbene, chi può negare, in tutta onestà, che il cattolicesimo è il rimedio contro la deriva della pedofilia? Ci sono dei casi, certo, ma è il luogo in cui il ma­le esiste nella misura minore».

© Copyright Avvenire, 19 maggio 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

Purtroppo c'è chi il messaggio lo rifiuta.
Il gesuita P. Martin del settimanale America definisce "bizzarre" le parole pronunciate dal Santo Padre in Portogallo sul matrimonio omosessuale.
http://www.catholicnewsagency.com/news/jesuit-magazine-editor-popes-comment-on-same-sex-marriage-against-the-gospel/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+catholicnewsagency%2Fdailynews+%28CNA+Daily+News%29
Alberto