giovedì 20 maggio 2010

"Mirare a Newman per colpire Papa Benedetto" (Paolo D'Andrea)


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Riceviamo e con gratitudine pubblichiamo:

"Mirare a Newman per colpire Papa Benedetto"

Paolo D'Andrea

La raffica di colpi è partita sui giornali inglesi, mirando alto, senza remore. Il bersaglio dichiarato è la beatificazione del cardinale John Henry Newman, il grande teologo cattolico convertito dall’anglicanesimo, la cui salita agli altari rappresenta il piatto forte della prossima visita di Benedetto XVI in Inghilterra, in programma a settembre.
Ma in realtà si punta a innescare un’esplosione a catena: “revisionare” il profilo del beatificando – da padre ispiratore della teologia di Ratzinger a testimonial del dissenso ecclesiale liberal o addirittura a icona gay – per poi aspettare il Papa al varco e trasformare la sua trasferta inglese nelle forche caudine del pontificato ratzingeriano. A lanciare l’offensiva è stato John Cornwell. Anche stavolta, come gli era già capitato in passato, lo scrittore inglese ha selezionato con perizia da insider dei corridoi d’Oltretevere il suo detonatore. L’arma letale per la sua nuova performance è la documentazione riservata del processo con cui gli organi della Santa Sede hanno certificato che il miracolo avvenuto per intercessione di Newman è davvero un evento di ordine sovrannaturale.
Per le norme correnti seguite dalla Congregazione vaticana per le cause dei santi, un miracolo realizzato dall’Onnipotente per intercessione del beatificando è conditio sine qua non per certificare che lo stesso beatificando si trova effettivamente in Paradiso e gode della visio beatifica. A certificare la natura scientificamente inspiegabile del miracolo è la Consulta medica, un organismo di medici e scienziati consultori del Vaticano che raccolgono le loro rilevazioni intorno al caso esaminato nella cosiddetta Positio super Miro, il “rapporto” sul miracolo.
Qualche mano amica deve aver passato per tempo le carte vaticane a Cornwell, che da allora ha usato tutta la sua acribia anglosassone per testificare la totale inattendibilità delle prove medico-scientifiche del presunto miracolo attribuito all’intercessione di Newman.
Il caso in questione riguarda il 71enne Jack Sullivan, un diacono statunitense che invocò in preghiera l’aiuto del servo di Dio John Henry Newman per guarire da una grave forma di stenosi spinale nella zona lombare, per la quale venne operato (laminectomia) nell’agosto del 2001. Secondo la ricostruzione fornita da Cornwell sul Sunday Times del 9 maggio, il miracolo valutato e certificato dalla Consulta medica vaticana sarebbe consistito nell’assenza di dolore nel periodo prima dell’operazione e nel rapidissimo recupero del paziente nella fase post-operatoria. Troppo poco, secondo Cornwell, a detta del quale nel caso di Newman «il Papa non si è attenuto ai criteri rigidi seguiti dal Vaticano nella certificazione dei miracoli».
A conferma delle proprie accuse, Cornwell raccoglie anche i pareri di alcuni neurochirurghi e psicologi esperti dell’effetto-placebo. Secondo il professor Michael Powell, «molti miei pazienti, compreso il più recente, di 88 anni, camminano felici dopo che sono passati appena due giorni» dalla stessa operazione subita dal presunto miracolato.
L’assalto alla beatificazione del grande vittoriano convertitosi alla Chiesa di Roma, quella che per gli anglicani del tempo era «la puttana di Babilonia», ha evidenti ragioni di botteghino. Cornwell sta lanciando la volata al suo nuovo libro (Newman’s Unquet Grave: Portrait of a reluctant Saint) in uscita a fine maggio. L’ex allievo del Jesus College di Cambridge sa sfruttare al meglio le turbolenze ecclesiali per piazzare best seller. Più di vent’anni fa il Vaticano gli aprì le porte su disposizione dell’Appartamento pontificio per fargli scrivere la ricostruzione “autorizzata” della morte di Giovanni Paolo I. Cornwell aveva il mandato si spazzar via la versione complottista messa in giro dal suo conterraneo David Yallop, che aveva fatto di Papa Luciani la vittima di un complotto massonico-vaticano. Il reporter autorizzato parlò con suore e monsignori, guardie svizzere e cardinali, e alla fine tracciò un ritratto velenoso della cittadella vaticana, descritta come un porto delle nebbie, un ricettacolo di miserie umane capace di avvilire fino alla morte il Papa montanaro. Dieci anni fa è stato sempre Cronwell il più abile nel cavalcare le leggende nere circolanti su Pio XII e sui suoi silenzi davanti alla Shoah: il suo Hitler’s Pope (il Papa di Hitler) descrive Papa Pacelli come un complice consapevole e risoluto del regime nazista.
Anche stavolta il terreno di gioco scelto da Cornwell è a suo modo strategico per le partite e gli affanni ecclesiali dell’ora presente. Nel pantheon teologico di Benedetto XVI, Newman occupa un posto d’onore, subito dopo sant’Agostino. La sua sottolineatura dell’attendibilità ragionevole delle certezze cristiane, del modo graduale e rispettoso della condizione umana con cui esse vengono assimilate dai credenti, fuori da ogni salto “magico”, ha affascinato Ratzinger fin da giovane. E il primato della coscienza descritto da Newman è stato il punto d’appoggio teorico del suo istintivo e inorridito rifiuto del nichilismo nazista. Un primato che lo stesso Newman, da vero uomo libero, cristallizzò nella famosa battuta contenuta nella sua lettera al duca di Norfolk: «Certamente, se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo pranzo – cosa che non è molto indicato fare – allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la mia coscienza, e poi per il Papa».
Ora, nel ritratto che Cornwell ha dato alle stampe, proprio lo spirito critico e l’anticonformismo di Newman vengono scagliati a bomba contro la sua stessa beatificazione e più in generale contro la presunta involuzione oscurantista dell’attuale momento ecclesiale. A detta dello scrittore, Newman stesso si sarebbe opposto alla sua salita sugli altari: «per evitare tentativi di rendere culto alle sue reliquie, ordinò di essere sepolto in una terra molto umida così che il suo corpo si decomponesse in fretta». La beatificazione stessa viene ridotta da Cornwell a uno sbianchettamento istituzionale del suo presunto «cattolicesimo progressista». Vengono richiamate anche la sua amicizia spirituale e la sua convivenza con il sacerdote Ambrose St John – da tempo indicata dai circoli gay come la prova dell’omosessualità di Newman, che volle essere seppellito nella stessa tomba del suo amico – per dedurne che il modello di sacerdozio praticato dal grande convertito di Oxford era lontano anni luce da quello “repressivo” ascetico-celibatario imposto dal «clericalismo cattolico» e foriero – a detta di Cornwell – di tutte le nefandezze e i malanni emersi nello scandalo sugli abusi sessuali: «La vita del prete, secondo Newman – ha scritto Cornwell sul New Statesman lo scorso mese – doveva essere quella di una normale ordinarietà familiare: doveva mangiare bene, prendersi frequenti vacanze, godersi il suo vino e coltivare numerose amicizie, sia con donne che con uomini». Così, mescolando elementi reali – come le riserve newmaniane sul dogma dell’infallibilità pontificia – e cliché ormai logori delle correnti ecclesiali liberal, si fa di Newman il campione ante litteram di una libertà di coscienza concepita come totale emancipazione dall’autorità del magistero ecclesiale su questioni di fede e morale.

© Copyright Il Secolo d'Italia, 20 maggio 2010

5 commenti:

Anonimo ha detto...

[Ironico mode ON]
Ma come... ma il papa (minuscolo) non e' quella figura retrograda, quel rottame del passato che la nostra Civilta' ormai ha mandato alla raccolta differenziata come merce scaduta ed invenduta?
[Ironico mode OFF]
Altro che balle, il Papa fa paura alla (scarsa) intellighenzia inglese.
Va a finire che gli anglicani passano non a ordinariati singoli, ma in grande massa al cattolicesimo. Sai che tristezza per la Regina... :)

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa perché su Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/John_Cornwell_%28writer%29) c'è scritto che John Corwell è un cattolico convertito dall'ateismo? Come fa un cattolico ad esprimersi così?

Anonimo ha detto...

certo che sono buffi questi scrittori che odiano la Chiesa ma non possono farne a meno per campare. un po' come zecche, pidocchi, pulci e tenie.

invece sono molto più tristi - tutt'altro che "gay"! - le continue insinuazioni sulla sessualità del cardinale. tristi e deprimenti, perché dimostrano che alcune persone non riescono a concepire l'amicizia secondo libertà e gratuità. per loro due persone dello stesso sesso non possono essere amiche: devono essere amanti. che visione minuscola, che soffocante bigottume affettivo...

JP

Anonimo ha detto...

c'è una replica sul sito della causa di beatificazione:
http://www.newmancause.co.uk/news/is-newmans-miracle-credible-a-response-to-john-cornwell.html

gemma ha detto...

e noi gli facciamo pubblicità e facciamo da cassa di risonanza prima del tempo, alla polemica di stò signore?
E' incredibile come non faccia in tempo a chiudersi un fronte d'attacco che se ne apre un'altro. Meno male che lo considerano irrilevante questo papa, altrimenti cosa farebbero? Ne sono letteralmente ossessionati...
Concordo pienamente con JP. Evidentemente per alcuni ogni rapporto umano trova la sua sublimazione solo nell'esistenza di un coinvolgimento sessuale, il darsi all'altro gratuito, senza secondi fini, non è minimamente concepibile.