venerdì 22 ottobre 2010

M.O., il vino di Cremisan farà breccia nel Muro? (Bandini)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

M.O., il vino di Cremisan farà breccia nel Muro?

Roma, 22 ott (Il Velino)

Le vigne da una parte e le cantine dall’altra, si ara nei Territori e si imbottiglia in Israele. È la situazione delle Cantine Cremisan, gestite dai salesiani dal 1896. Il nome è quello della collina che sorge a tra Gerusalemme e Betlemme, il cui territorio (circa 10 ettari di terreni, più altri 15 ettari nella zona di Beit Gemal) è stato attraversato dal Muro, proprio mentre in Vaticano è in corso il Sinodo per il Medio Oriente. Da qualche giorno una ventina di palestinesi impiegati dai salesiani (a cui si aggiungono gli stagionali) devono attraversare il check-point per recarsi a lavorare, e lo stesso percorso devono fare le merci. Da due anni, in queste terre è partito il progetto del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), che fa capo sempre ai salesiani. L’idea è di formare personale qualificato per la gestione della cantina, migliorare la qualità del prodotto e aprire nuovi mercati, soprattutto verso l’estero. Punto di forza sono i tre tipi di vino autoctono, una qualità prodotta unicamente nei Territori. Si tratta di due vini bianchi “Hamdani-Jandali” e “Dabouki” e del vino rosso “Baladi”. Si imbottigliano, poi, vini ottenuti da vitigni autoctoni e internazionali: “Star if Bethlehem” bianco e rosso. Negli ultimi anni la produzione è di circa 210-220 mila bottiglie, circa la metà di quella del 2000, prima della Seconda Intifada (circa 450 mila bottiglie). Sono diminuite anche le linee di vino, che prima erano 14, per cercare una maggiore qualità. I responsabili del progetto si aspettano effetti positivi a partire dalla stagione 2010-2011. Adesso la concentrazione è sugli investimenti: materiali, attrezzature, ma anche formazione, con due ragazzi del luogo inviati a studiare enologia all’Istituto tecnico agrario di San Michele all’Adige (Trento), e che ritorneranno per lavorare a Cremisan. Attualmente il vino viene esportato in Giordania, Gran Bretagna e Germania. Quest’anno è stato presentato al Vinitaly, e presto potrebbe sbarcare sul mercato italiano, grazie alla collaborazione dell’enologo Roberto Cotarella, attualmente in forze a Cremisan, che si occuperebbe della distribuzione. Allacciati i contatti anche con il Vaticano, che si sarebbe mostrato interessato ad avere le bottiglie sugli scaffali dell’annona.

(ban) 22 ott 2010 19:10

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