martedì 16 novembre 2010

Comunicato finale del Colloquio cattolico-islamico a Teheran (Radio Vaticana e Osservatore Romano)

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Il Papa ai vescovi brasiliani: Le Conferenze Episcopali non esproprino il ruolo dei vescovi. I Cristiani siano un punto di riferimento per la società civile. Benedetto XVI fa gli auguri al Brasile: riscopra l'identità nel Vangelo (Izzo)

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Sarà annunciato a breve il passaggio alla Chiesa Cattolica di 50 sacerdoti anglicani e centinaia di fedeli. Previsto il raddoppio dopo la costituzione del primo Ordinariato (Telegraph)

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Comunicato finale del Colloquio cattolico-islamico a Teheran

“Credenti e comunità religiose, sulla base della loro fede in Dio, hanno un ruolo specifico da svolgere nella società, su un piano di parità con gli altri cittadini”: inizia così il comunicato finale congiunto emesso al termine del settimo Colloquio promosso dal Centro per il Dialogo Interreligioso dell’Organizzazione per la Cultura e le Relazioni Islamiche di Teheran e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. L’incontro si è svolto nella capitale iraniana dal 9 all’11 novembre, sotto la presidenza congiunta del dott. Mohammad Baqer Khorramshad, presidente dell’Organizzazione per la Cultura e le Relazioni Islamiche, e del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “La religione – si afferma - ha un’intrinseca dimensione sociale che lo Stato ha l’obbligo di rispettare; perciò, anche nell’interesse della società, la religione non può essere confinata nella sfera privata”. “I credenti – si legge nel comunicato - sono chiamati a cooperare alla ricerca del bene comune, sulla base di una solida relazione tra fede e ragione”. In questo contesto “è necessario che cristiani e musulmani, come pure tutti i credenti e le persone di buona volontà, cooperino nel rispondere alle sfide odierne promovendo i valori morali, la giustizia, la pace, e difendendo la famiglia, l’ambiente e le risorse naturali”. Nel comunicato si sottolinea poi che “la fede, per la sua stessa natura, esige la libertà. Perciò la libertà religiosa, come diritto intrinseco alla dignità umana, deve essere sempre rispettata dagli individui, dagli agenti sociali e dallo Stato. Nell’applicazione di questo principio fondamentale dovrà essere preso in considerazione lo sfondo storico-culturale di ogni società che non sia in contraddizione con la dignità umana”. Inoltre “l’educazione delle giovani generazioni si deve basare sulla ricerca della verità, sui valori spirituali e sulla promozione della conoscenza”. “I partecipanti – conclude il comunicato lieti del clima amichevole dell’incontro, riconoscendo le somiglianze e rispettando le legittime differenze, hanno sottolineato la necessità di continuare sulla via di un dialogo genuino e fruttuoso”. Gli Atti dei Colloqui svolti dal 1994 saranno pubblicati in inglese e in farsi. Il prossimo Colloquio avrà luogo a Roma tra due anni e sarà preceduto da un incontro preparatorio.

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Concluso il colloquio a Teheran

Dialogo e cooperazione tra cristiani e musulmani

Il Centro per il dialogo interreligioso dell'Organizzazione per la cultura e le relazioni islamiche (Icro) di Teheran e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso hanno organizzato il loro settimo colloquio, nella capitale iraniana, dal 9 all'11 novembre, sotto la presidenza congiunta di Mohammad Baqer Khorramshad, presidente dell'Icro, e del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero vaticano per il dialogo interreligioso.

La delegazione dell'Icro era composta da Homayon Hemmati, Younes Nourbaksh, Abdolrahim Gavahi, Hojjat al-Islam Mohammad Jafar Elmi, Hojjat al-Islam Seyyed Mahdi Khamoushi, Rasoul Rasoulipour e Mohammad Hossein Mozaffari.

Quella del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso era composta dall'arcivescovo Pier Luigi Celata, segretario del dicastero, monsignor Khaled Akasheh, Andrea Pacini, Francesco Pirisi, Silvio Ferrari e Alessandro Ferrari.

Nella sessione inaugurale, moderata da Mohammad Reza Dehshiri, vicepresidente dell'Icro (ricerca ed educazione), oltre l'indirizzo di saluto di Khorramshad e il discorso inaugurale del cardinale Tauran, hanno avuto luogo l'intervento dell'Ayatollah Mohammad Ali Taskhiri, segretario generale del Forum di prossimità tra le scuole islamiche di pensiero, e quello dell'arcivescovo Celata

Sulla base delle relazioni presentate da studiosi di entrambe le parti, i partecipanti hanno preso in esame il tema «Religione e società oggi: prospettive cristiane e musulmane», sviluppandolo, in tre sotto-temi, dal punto di vista cattolico e musulmano sciita: religione e società civile: prospettiva filosofica e teologica; religione e società civile: prospettiva storico-legale; religione e società civile: attuali difficoltà e opportunità.

Al termine dell'incontro i partecipanti hanno concordato quanto segue:

Credenti e comunità religiose, sulla base della loro fede in Dio, hanno un ruolo specifico da svolgere nella società, su un piano di parità con gli altri cittadini.

La religione ha un'intrinseca dimensione sociale che lo Stato ha l'obbligo di rispettare; perciò, anche nell'interesse della società, la religione non può essere confinata nella sfera privata.

I credenti sono chiamati a cooperare alla ricerca del bene comune, sulla base di una solida relazione tra fede e ragione.

È necessario che cristiani e musulmani, come pure tutti i credenti e le persone di buona volontà, cooperino nel rispondere alle sfide odierne promovendo i valori morali, la giustizia, la pace, e difendendo la famiglia, l'ambiente e le risorse naturali.

La fede, per la sua stessa natura, esige la libertà. Perciò la libertà religiosa, come diritto intrinseco alla dignità umana, deve essere sempre rispettata dagli individui, dagli agenti sociali e dallo Stato. Nell'applicazione di questo principio fondamentale dovrà essere preso in considerazione lo sfondo storico-culturale di ogni società che non sia in contraddizione con la dignità umana.

L'educazione delle giovani generazioni si deve basare sulla ricerca della verità, sui valori spirituali e sulla promozione della conoscenza.

I partecipanti, lieti del clima amichevole dell'incontro, riconoscendo le somiglianze e rispettando le legittime differenze, hanno sottolineato la necessità di continuare sulla via di un dialogo genuino e fruttuoso.

Gli atti dei colloqui svolti dal 1994 saranno pubblicati in inglese e in farsi.

Il prossimo colloquio avrà luogo a Roma tra due anni e sarà preceduto da un incontro preparatorio.

(©L'Osservatore Romano - 17 novembre 2010)

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