lunedì 15 novembre 2010

Sanità, Mons. Zygmunt Zimowski (Santa Sede): la lotta all'Aids ed il problema dei migranti siano fra le priorità (Izzo)

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Soprusi ambrosiani (Messainlatino)

Il Tg2 intervista Peter Seewald: "Con il Papa parliamo in dialetto bavarese"

Segnalazione del libro "L'opposizione al Motu Proprio Summorum Pontificum" di Alberto Carosa
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SANITA': S. SEDE, LOTTA A AIDS E MIGRANTI SIANO TRA PRIORITA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 nov.

"I migranti in tutto il mondo sono piu' di cento milioni: la Chiesa deve occuparsi di loro, ma ancora di piu' devono farlo gli Stati".
Lo ha detto mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, presentando la Conferenza Internazionale promossa dal suo dicastero.
L'arcivescovo polacco, gia' stretto collaboratore di Ratzinger alla Congregazione della fede, ha risposto ad una domanda sull'assistenza sanitaria agli immigrati "non regolari", spesso esclusi dall'accesso alle cure: "una societa' che non riesce ad accettare i sofferenti e' una societa' crudele e disumana", ha proseguito il presule citando la "Spe salvi" di Benedetto XVI e augurandosi che "i migranti trovino una societa' piu' umana".
L'altra urgenza sottolineata nelal conferenza stampa riguarda la lotta all'Aids: "garantire l'accesso ai farmaci antiretrovirali anche ai Paesi piu' poveri "e' una delle battaglie che dobbiamo combattere, interrogandoci tutti per permettere l'accesso a questi farmaci salvavita anche dove le strutture economiche e politiche sono piu' carenti", ha detto padre Maurizio Faggioni, docente di bioetica all'Accademia Alfonsiana ed anche lui storico collaboratore di Ratzinger, rispondendo alle domande dei giornalisti.
"La Fondazione Il buon samaritano, voluta da Giovanni Paolo II - ha sottolineato mons. Jean-Marie Mpendawatu, sottosegretario del citato dicastero pontificio - in 6 anni ha destinato 500 mila euro per i farmaci antiretrovirali, "ma possiamo fare di piu'".
Affrontare la questione attuale della parita' di accesso ai servizi sanitari di base, non solo in generale, ma che siano in sintonia con la dignita' dell'uomo e la sua vocazione", e' del resto l'obiettivo principale della XXVI Conferenza internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, che si svolgera' il 18 e 19 novembre sul tema: "Per una cura della salute equa ed umana alla luce dell'Enciclica Caritas in Veritate".
"Non possiamo escludere nessuno dalla sanita' o prestargli cure inferiori", ha spiegato mons. Zimowski, rilevando che "e' difficile conciliare il progresso economico, scientifico e tecnico con la persistente disparita' di accesso ai servizi sanitari", testimoniata dalle "continue ineguaguaglianze tra i sistemi sanitari dei Paesi ricchi e quelli dei Paesi in via di sviluppo, e peggio ancora di quelli cosiddetti meno sviluppati". Senza contare che "anche negli stessi Paesi ricchi esistono ampie differenze nell'accesso alle cure sanitarie", mentre "molti poveri ed emarginati non hanno accesso ai farmaci e ad altre tecnologie salvavita, a causa dei costi inaccessibili o delle scarse infrastrutture".
Tra i temi della conferenza elencati da mons. Zimowski nella Sala Stampa della Santa Sede, "le prospettive basilari per una promozione equa e piu' umana della salute, la missione della Chiesa a favore dei malati, la promozione dell'assistenza sanitaria antropocentrica e il ruolo della societa' civile, della Chiesa e delle altre istituzioni ed organismi privati nella promozione della giustizia, dell'equita' e della solidarieta' in ambito sanitario".
"Equita' - ha commentato mons. Mpendawatu riferendosi al tema del congresso - significa accesso alle prestazioni e ai servizi sanitari, ma senza l'allocazione dei servizi sanitari secondo i bisogni, diventa un'utopia".
Un esempio: l'accesso delle donne ai servizi sanitari di base. "In Italia - ha aggiunto citando dati dell'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms) - nel 2009 le nascite con assistenza di personale sanitario qualificato sono state il 99%, contro il 6% dell'Etiopia, il 42% dell'Uganda e il 20% del Laos".
"Non possiamo mai isolare la cura della salute dalla cura della persona", ha ammonito padre Faggioni. Anche secondo Domenico Arduini, ordinario di ginecologia all'Universita' Tor Vergata di Roma, "per essere equa una cura non deve garantire la salute", perche' "oggi combattiamo con l'evolversi di una malattia, ma non abbiamo la tecnologia necessaria per distruggere la malattia.
Quello che noi medici possiamo, e dobbiamo garantire al paziente, e' un'equa umanita'". L'esperto ha messo in guardia dall'"eccesso di tecnologia", in campo medico, che e' un fattore "certamente positivo", ma nello stesso tempo contiene "il grande rischio di pensare l'umano separato nei suoi singoli settori".
"Riportare il paziente al centro", ha concluso Arduini, e' invece "l'impegno che sta mancando, soprattutto nei Paesi piu' avanzati".
Alla Conferenza Internazionale parteciperanno oltre 600 tra studiosi e operatori sanitari, sacerdoti e laici, da 60 Stati.
Tra i relatori, il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, e due capi dicastero che il 20 novembre riceveranno l'investitura cardinalizia: mons. Angelo Amato e mons. Gianfranco Ravasi.

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1 commento:

massimo ha detto...

ciao Raffa nell'assordante ipocrita silenzio dei midia ti segnalo cosa propone tosatti unico gornalista italiano nel panorama dei midia"laici",speriamo di poter fare qualcosa...........