mercoledì 10 novembre 2010

Tre cristiani uccisi in Iraq e 26 feriti. L’appello di Al Maliki (AsiaNews)

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Tre cristiani uccisi e 26 feriti. L’appello di Al Maliki

di Layla Yousif Rahema

Serie di attentati questa mattina con scoppi di mortai e bombe artigianali. Il primo ministro fa visita alla chiesa siro-cattolica attaccata da al-Qaeda e chiede ai cristiani di non lasciare il Paese. Intanto in Francia sono arrivati i primi superstiti per ricevere cure speciali.

Baghdad (AsiaNews)

Tre morti e 26 feriti è il bilancio provvisorio di una serie di attentati contro case di cristiani avvenuti stamane in diversi quartieri di Baghdad. Fra le 6 e le 8 di stamane due colpi di mortaio e decine di bombe artigianali sono scoppiati davanti alle abitazioni dei fedeli.

Ieri sera nella capitale altre tre case di cristiani sono state colpite da bombe, senza provocare alcuna vittima. Nonostante ciò il premier al Maliki esorta i cristiani a non abbandonare il Paese.
I nuovi attentati seguono di 10 giorni la strage avvenuta il 31 ottobre nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e dopo le minacce di Al Qaeda di eliminare i cristiani dal Medio oriente. Nell’assalto alla parrocchia sono morti 44 fedeli, due preti e sette guardie della sicurezza. Circa 90 persone sono rimaste ferite. Di queste, una prima parte (37, a cui seguiranno i rimanenti) è arrivata è arrivata in Francia lo scorso 8 novembre per sottoporsi a cure offerte dal Paese europeo. Parigi è stata l’unica a proporre una simile iniziativa.
Ieri il premier al Maliki ha fatto visita alla chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e ha esortato i suoi connazionali cristiani a non abbandonare il Paese. Lodando il “nobile” il gesto della Francia, al-Maliki ha sottolineato che “non si deve trattare di un incoraggiamento all’emigrazione”. E ha ricordato che nel suo incontro con Benedetto XVI, nel 2008, aveva chiesto al Papa di “non lasciare che l’Oriente si svuoti dei cristiani, né l’Occidente dei musulmani”.
“Chiediamo – ha detto - che non ci sia un’emigrazione dei cristiani e che non torni a ripetersi: faremo il possibile perché il mazzo di fiori delle comunità irachene rimanga completo e unito”.
Al-Maliki ha anche offerto le condoglianze alle famiglie delle vittime: “L’uguaglianza dei cristiani con gli altri iracheni – ha affermato - è un dovere sacro”.
Il ministro francese dell’Immigrazione Eric Besson ha chiarito che i cristiani sopravvissuti all’attacco di Baghdad beneficeranno dell’asilo politico. “Questo messaggio di solidarietà – ha aggiunto - non significa che la Francia e l’Europa invitino i cristiani d’Iraq e d’Oriente a lasciare i loro Paesi. Loro desiderio e nostra responsabilità sono piuttosto di dare aiuto per vivere in sicurezza nei Paesi d’origine”.
Lo scorso 8 novembre altri due fedeli sono stati uccisi davanti alle loro case nella capitale irachena.
Prima dell’invasione americana nel 2003, la comunità cristiana in Iraq contava quasi un milione di fedeli; ora sono scesi sotto i 500mila.

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