mercoledì 17 novembre 2010

Una preghiera speciale per Mons. Golser (Bolzano-Bressanone) che soffre di una rara sindrome

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DIOCESI: MONS. GOLSER (BOLZANO-BRESSANONE), “SOFFRO DI UNA SINDROME RARA”

“Le visite a Innsbruck hanno confermato la diagnosi dell’ospedale di Merano. È stato evidenziato che soffro di una sindrome rara e atipica di Parkinson che porta a difficoltà nel parlare e nei movimenti. Ho già iniziato le terapie sotto controllo medico”. Con queste parole, questa mattina, mons. Karl Golser, vescovo di Bolzano-Bressanone, dopo una serie di accertamenti clinici fatti in ottobre nella clinica universitaria di Innsbruck, ha annunciato ufficialmente la natura della sua malattia, i cui segni si sono manifestati sempre più frequentemente in questi mesi. Mons. Golser ha voluto informare personalmente i fedeli sulle sue condizioni di salute, annunciando che ha già iniziato una terapia specifica sotto controllo medico e che continuerà il suo “servizio come vescovo con gioia e responsabilità”. “Tuttavia – aggiunge –, per ragioni di salute, ridurrò i miei appuntamenti e impegni”. E rivolge quindi la sua attenzione alle comunità parrocchiali, dove si sono da poco rinnovati i consigli pastorali parrocchiali. “Vi invito a continuare la vostra collaborazione nella pastorale parrocchiale per il bene della diocesi – sottolinea mons. Golser –. Questo avvenga nello spirito del tema diocesano ‘Noi crediamo e perciò parliamo’. Vi chiedo ancora la vostra preghiera. Da parte mia includo tutte le persone della nostra diocesi nella mia preghiera, soprattutto i malati e i sofferenti”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

conosco questo tipo di malattie degenerative perchè ne è affetta una mia amica carissima sta peggiorando molto rapidamente. attualmente, l'unico rimedio è la fiducia nel signore e la speranza che la ricerca scientifica possa ottenere qualche risultato davvero reale e incoraggiante per tanete persone (son sempre di più) affette da queste patologie terribili che riducono alla paralisi totale sconvolgono la vita del paziente e delle famiglie non sono supportate da servizi e reti assitenziali validi.
noin che possiamo camminare , parlare fare autonomamente gesti che sembrano scontati e banali non possiamo immaginare quanto sia penosa la vita di tante persone (anche giovani) che vivono in un bozzolo, come seffossero mummie, ma che conservano inalterate le facoltà mentali. preghiamo perché gli scienziati, con l'aiuto di Dio possano aiutare davvero chi vive in modo così penoso