sabato 3 luglio 2010

I vescovi del Belgio difendono il lavoro della commissione sugli abusi (Osservatore Vaticano)


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Nuovo comunicato sulla vicenda della perquisizione all'arcivescovado di Malines-Bruxelles

I vescovi del Belgio difendono il lavoro della commissione sugli abusi

Bruxelles, 2.
"Tristezza" ma anche "comprensione e rispetto" per la decisione di Peter Adriaenssens di dimettersi da presidente della Commissione per il trattamento delle denunce relative agli abusi sessuali compiuti da religiosi ai danni di minori; e l'auspicio di "una concertazione costruttiva con le autorità competenti che consenta di prevedere se tale missione possa proseguire in una forma o in un'altra, senza il rischio che la fiducia delle vittime sia nuovamente tradita".
La Chiesa cattolica in Belgio, con un comunicato a firma del vescovo di Tournai, Guy Harpigny, delegato episcopale per i rapporti con la suddetta commissione, e del vescovo di Antwerpen, Johan Jozef Bonny, è intervenuta ieri sulla vicenda delle perquisizioni della polizia nella sede dell'arcivescovado di Malines-Bruxelles e del successivo sequestro di tutti i 475 dossier in possesso della commissione. Fatti, com'è noto, avvenuti il 24 giugno scorso.
Monsignor Harpigny, nel ricordare le dimissioni presentate dal presidente e da tutti i membri della commissione proprio in conseguenza delle perquisizioni, ha ringraziato Adriaenssens e i suoi collaboratori, a nome dei vescovi del Belgio, per l'impegno profuso: "Di fronte alle numerose denunce giunte in poco tempo - si legge nel comunicato - hanno lavorato presto e bene, e in totale indipendenza dai vescovi. Mai la commissione si è eretta a tribunale parallelo. Al contrario, ha cercato sempre innanzitutto di consigliare alle vittime, se lo desideravano, di rivolgersi alla giustizia ordinaria". L'azione della commissione si è svolta "nel rispetto del diritto costituzionale che lascia al corpo sociale di organizzare la propria vita interna". E la designazione di un magistrato di riferimento con il ministro della Giustizia "aveva rafforzato la garanzia dei diritti di ciascuno".
A nome dei presuli del Belgio - ha aggiunto Harpigny - "testimonio il mio rispetto e la mia simpatia a tutte le persone che hanno trovato il coraggio di confidare le loro ferite rivolgendosi alla commissione. Siamo sinceramente dispiaciuti che la situazione attuale impedisca al loro cammino di andare avanti". Il vescovo di Tournai sottolinea che, se lo desiderano, esse possono presentarsi in procura per ottenere lo stato di "parti lese". E il giorno in cui la giustizia dovesse trasmettere i dossier ai vescovi, questi ultimi chiederebbero che ciò venga fatto in modo "secretato", per garantire la segretezza del loro contenuto.
Per quanto riguarda la perquisizione nella sede dell'arcivescovado di Bruxelles, il comunicato ribadisce che i vescovi non contestano il diritto delle autorità giudiziarie di condurre una perquisizione, se questo diritto è esercitato nel quadro legale prescritto e si basa su indizi legittimi e specifici, utilizzando strumenti proporzionati. I vescovi rigettano piuttosto le modalità con le quali si è proceduto nei locali della Commissione per il trattamento delle denunce per gli abusi sessuali. "Requisendo tutti i dossier sulle vittime - osserva la Conferenza episcopale - è chiaro che si è impedito alla commissione di proseguire la sua delicata missione".
Secondo quanto riferiscono oggi gran parte dei quotidiani belgi, i vescovi hanno chiesto di non recuperare i dossier della commissione indipendente perché sono stati secretati: "In questo caso - ha detto il portavoce della Conferenza episcopale, Geert Lesage - possiamo garantire la privacy delle vittime fino all'eventuale ripresa del lavoro di una nuova commissione".
I vescovi erano già intervenuti sulla vicenda con tre comunicati ufficiali, tutti datati 25 giugno. Nel primo commentavano che, procedendo a una perquisizione nella sede della Conferenza episcopale, "la giustizia ha dimostrato mancanza di fiducia nel lavoro della commissione". Com'è noto, l'intervento della polizia giudiziaria si è svolto mentre i vescovi erano riuniti in assemblea. Assemblea nel corso della quale l'arcivescovo di Malines-Bruxelles, André-Mutien Léonard, presidente della Conferenza episcopale belga, aveva ribadito ancora una volta la necessità di praticare una politica di "tolleranza zero" in materia di abusi sessuali ai danni di minori. Martedì scorso, monsignor Léonard è stato ricevuto in udienza in Vaticano da Benedetto XVI.

(©L'Osservatore Romano - 3 luglio 2010)

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