giovedì 31 dicembre 2009

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Papa/ Benedetto XVI prega davanti a presepe in piazza San Pietro

Dopo Te deum nella basilica vaticana

Città del Vaticano, 31 dic. (Apcom)

Il Papa ha pregato alcuni minuti davanti al presepe allestito in piazza San Pietro, stasera a conclusione del Te deum nella basilica vaticana.
Accompagnato dal 'governatore' del Vaticano, il card. Giovanni Lajolo, e protetto dalla pioggia con un grande ombrello bianco, Benedetto XVI ha fatto rientro nel Palazzo apostolico prima delle 20 per festeggiare con la famiglia pontificia l'inizio dell'anno.

© Copyright Apcom

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UNA DONNA AGGREDISCE IL PAPA IN SAN PIETRO ALL'INIZIO DELLA MESSA DI NATALE: LO SPECIALE DEL BLOG

Il futuro dei giovani sia costruito su «solide fondamenta»

Il Papa: «La crisi non è finita. Impegnarsi ancora per le persone in difficoltà»

È l'auspicio espresso dal Benedetto XVI nell'omelia dei Vespri di fine anno, al quale hanno fatto eco nei Te Deum i vescovi delle principali città italiane

ROMA - La crisi non è finita, e occorre impegnarsi ancora per alleviare la situazione di tante persone e famiglie in difficoltà. È questo l'auspicio espresso con maggior forza dal Papa nell'omelia dei Vespri di fine anno, al quale hanno fatto eco, nei tradizionali Te Deum di ringraziamento, i vescovi delle principali città italiane. Nel lodare il Signore per l'aiuto che le comunità cristiane hanno saputo offrire con generosità a quanti hanno bussato alle loro porte - ha detto il pontefice a san Pietro - desidero incoraggiare tutti a proseguire nell'impegno di alleviare le difficoltà in cui versano ancora oggi tante famiglie provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione». Lo stesso pontefice, che domenica scorsa ha pranzato con alcune persone bisognose assistite dalla Comunità di Sant'Egidio, ha poi assicurato la propria vicinanza spirituale a «quanti si trovano in situazioni di difficoltà e di disagio» nella capitale.

FONDAMENTA SOLIDE PER I GIOVANI - Il futuro dei giovani sia costruito su «solide fondamenta» e in particolare «sulla roccia che è Gesù Cristo»: è stato questo uno degli auguri espressi dal Papa, che ha manifestato il suo apprezzamento per l'opera portata avanti in questo senso da famiglie, insegnanti e comunità parrocchiali della capitale, auspicando che «questo rinnovato impegno educativo possa sempre più realizzare una feconda sinergia fra la comunità ecclesiale e la città». Rivolgendosi poi direttamente ai giovani, il pontefice li ha invitati «a non avere paura di rispondere con il dono completo della propria esistenza alla chiamata che il Signore rivolge loro a seguirlo nella via del sacerdozio o della vita consacrata». E ha aggiunto che «Roma ha bisogno di sacerdoti che siano annunciatori coraggiosi del Vangelo e, allo stesso tempo, rivelino il volto misericordioso del Padre».

BAGNASCO: «SOSTENERE LE FAMIGLIE» - «La crisi non è finita, neanche secondo il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco che, nel Te Deum celebrato a Genova ha detto che «bisogna continuare e intensificare tutto quanto è possibile - ha proseguito - per incoraggiare, sostenere, aiutare« le famiglie, compresi i mutui per la casa, bene prezioso e da tutti desiderato». È la disoccupazione, invece, a preoccupare maggiormente il card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, che ha esortato a «custodire inviolato il diritto al lavoro come prima difesa della dignità dell'uomo».

TETTAMANZI. «NUOVO STILE DI VITA» - Il «Fondo famiglia lavoro» istituito dalla diocesi di Milano è stato ricordato, intanto, dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, il quale ha esortato ad adottare un «nuovo stile di vita» per il bene di tutti, uno stile di sobrietà, »umiltà e obbedienza« di chi compie la volontà del Signore, vivendo il suo amore e testimoniandolo nel dono di sè per il bene di tutti, a cominciare dai più piccoli, poveri e sofferenti».

© Copyright Corriere online

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UNA DONNA AGGREDISCE IL PAPA IN SAN PIETRO ALL'INIZIO DELLA MESSA DI NATALE: LO SPECIALE DEL BLOG

Solo con l’amore di Dio l’agire umano diventa lievito di un futuro migliore: così il Papa ai Primi Vespri per la Solennità di Maria Madre di Dio

Solo con l’amore di Dio, l’agire umano diventa lievito di un futuro migliore: così il Papa questa sera in San Pietro, durante i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, seguiti dal Te Deum di ringraziamento. Al centro dell’omelia di Benedetto XVI, il pensiero per quanti si trovano in difficoltà anche a causa della crisi economica e l’auspicio di nuove vocazioni. Al termine della celebrazione, il Santo Padre ha sostato brevemente in preghiera davanti al Presepe allestito in Piazza San Pietro ed ha benedetto i fedeli presenti. Il servizio di Isabella Piro

È un anno “ricco di eventi per la Chiesa e per il mondo” - così lo definisce il Papa – quello che si chiude, al crepuscolo di una velata giornata di sole, nella Basilica Vaticana. 365 giorni che ricordano “la pienezza del tempo” alla storia dell’uomo, in cui Dio ha introdotto l’eternità:

Con l’incarnazione del Figlio di Dio, l’eternità è entrata nel tempo, e la storia dell’uomo si è aperta al compimento nell’assoluto di Dio. Il tempo è stato - per così dire - “toccato” da Cristo, il Figlio di Dio e di Maria, e da lui ha ricevuto significati nuovi e sorprendenti: è diventato tempo di salvezza e di grazia.

Ed è proprio in questa prospettiva – continua Benedetto XVI – che dobbiamo considerare il passaggio da un anno all’altro, per porre le nostre vite sotto il segno della salvezza e per ringraziare Dio di averci dato “l’inaudita possibilità” di essere suoi figli.

Quindi, il Santo Padre guarda all’operato e alla vita della diocesi di Roma e la sua riflessione va a chi è meno fortunato:

Il mio pensiero si estende a chiunque vive nella nostra Città, in particolare a quanti si trovano in situazioni di difficoltà e di disagio: a tutti e a ciascuno assicuro la mia vicinanza spirituale, avvalorata dal costante ricordo nella preghiera.

Il Papa si rallegra per come sta procedendo il programma diocesano, per la “capillare azione apostolica” che viene svolta su due ambiti “essenziali per la vita e la missione della Chiesa”, ovvero l’Eucaristia e la carità. E ricorda l’importanza della lectio divina, “per diventare testimoni autorevoli della verità sull’uomo”.

E ancora: ribadendo che la Chiesa è impegnata “a promuovere lo sviluppo integrale della persona umana”, Benedetto XVI guarda ai giovani:

Da diversi anni tante famiglie, numerosi insegnanti e le comunità parrocchiali si dedicano ad aiutare i giovani a costruire il loro futuro su solide fondamenta, in particolare sulla roccia che è Gesù Cristo. Auspico che questo rinnovato impegno educativo possa sempre più realizzare una feconda sinergia fra la comunità ecclesiale e la città per aiutare i giovani a progettare la propria vita.

Poi, il pensiero va alle famiglie in difficoltà, soprattutto quelle “provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione” , perché si prosegua "nell'impegno di alleviare le difficoltà in cui versano":

Il Natale del Signore, che ci ricorda la gratuità con la quale Dio è venuto a salvarci, facendosi carico della nostra umanità e donandoci la sua vita divina, possa aiutare ogni uomo di buona volontà a comprendere che solo aprendosi all’amore di Dio l’agire umano cambia, si trasforma, diventando lievito di un futuro migliore per tutti.

Quindi, Benedetto XVI si rivolge ai sacerdoti ed auspica nuove vocazioni:

Roma ha bisogno di sacerdoti che siano annunciatori coraggiosi del Vangelo e, allo stesso tempo, rivelino il volto misericordioso del Padre. Invito i giovani a non avere paura di rispondere con il dono completo della propria esistenza alla chiamata che il Signore rivolge loro a seguirlo nella via del sacerdozio o della vita consacrata.

Infine, il Papa ricorda che il prossimo 25 marzo cadranno due importanti anniversari: il 25.mo dall’istituzione della Giornata Mondiale della Gioventù e il 10.mo da quella di Tor Vergata, definita “indimenticabile”.

© Copyright Radio Vaticana

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CRISI: PAPA, TANTE FAMIGLIE ANCORA PROVATE. VANNO AIUTATE

E' rivolto alle famiglie il pensiero di Papa Benedetto XVI in queste ultime ore dell'anno caratterizzato da una recessione che ha lasciato il segno. Tante, ha detto il pontefice nell'omelia dei Vespri nella basilica di San Pietro, ''ancora oggi sono provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione'', e quindi bisogna ''proseguire nell'impegno di alleviare le difficolta' in cui versano''. ''Il Natale del Signore - ha aggiunto -, che ci ricorda la gratuita' con la quale Dio e' venuto a salvarci, facendosi carico della nostra umanita' e donandoci la sua vita divina, possa aiutare ogni uomo di buona volonta' a comprendere che solo aprendosi all'amore di Dio l'agire umano cambia, si trasforma, diventando lievito di un futuro migliore per tutti''. Prima della recita del Te Deum, Benedetto XVI aveva assicurato, rivolgendosi al Sindaco di Roma, alla Diocesi e alle autorita' presenti, la sua ''vicinanza spirituale'' a ''quanti si trovano in situazioni di difficolta' e di disagio'' nella Capitale.

© Copyright Asca

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Chiesa/ Papa: 'Perdonanza' di Compostela occasione anche per atei

Al via anno santo: Non snaturare pellegrinaggio a Santiago

Città del Vaticano, 31 dic. (Apcom)

La "grande perdonanza" di Compostela è un'occasione anche per "quanti non hanno fede, o forse l'hanno lasciata sfiorire", secondo il Papa, che ha inviato al vescovo della città spagnola un messaggio in occasione dell'odierna apertura dell'anno santo.
Con l'apertura della Porta santa nella cattedrale di Santiago de Compostela prende inizio, nel pomeriggio di oggi, l'anno santo Compostelano 2010, che richiamerà fedeli spagnoli e pellegrini di tutta Europa e degli altri continenti su quella che la tradizione ritiene la tomba dell'apostolo san Giacomo il Maggiore. Il solenne rito sarà seguito dalla celebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo di Santiago de Compostela, monsignor Julian Barrio Barrio. L'anno santo 2010 è il 119esimo di una storia iniziata nel 1120 con Papa Callisto II, che concesse all'arcidiocesi spagnola il privilegio di poter convocare un Anno santo ogniqualvolta la festa di san Giacomo, il 25 luglio, fosse caduta di domenica.
"Con questo atto solenne - afferma il Papa - si apre un tempo speciale di grazia e di perdono, della 'grande perdonanza' come dice la tradizione. Un'opportunità particolare affinché i credenti riflettano sulla loro genuina vocazione alla santità di vita, s'impregnino della Parola di Dio, che illumina e interpella, e riconoscano Cristo, che va loro incontro, li accompagna nelle vicissitudini del loro camminare per il mondo e si dona a loro personalmente, soprattutto nell'eucaristia. Ma anche quanti non hanno fede, o forse l'hanno lasciata sfiorire - ha scritto Benedetto XVI citando la costituzione del Concilio vaticano II 'Lumen gentium' - avranno un'occasione particolare per ricevere il dono di 'Colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita'".
"In questa arcidiocesi - scrive peraltro Papa Ratzinger - insieme a molte altre organizzazioni ecclesiali, sono state avviate molteplici iniziative pastorali per contribuire a raggiungere questo fine essenziale del pellegrinaggio a Santiago de Compostela, di carattere spirituale, sebbene in certi casi si tenda a ignorarlo o a snaturarlo".

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Iniziata regolarmente la celebrazione dei Vespri :)

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Alle 18 il Papa celebrerà i Vespri ed il "Te Deum". Poi visiterà il Presepe in Piazza San Pietro


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UNA DONNA AGGREDISCE IL PAPA IN SAN PIETRO ALL'INIZIO DELLA MESSA DI NATALE: LO SPECIALE DEL BLOG

PAPA: STASERA CELEBRA TE DEUM POI VISITA PRESEPE

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 31 dic

Questo pomeriggio alle ore 18 nella Basilica Vaticana, papa Benedetto celbrera' i primi vespri della solennita' di Maria Santissima Madre di Dio, subito prima del canto del tradizionale inno Te Deum di ringraziamento a conclusione dell'anno civile e la benedizione eucaristica. Alla fine della celebrazione, il Papa fara' una breve visita al presepe allestito in piazza San Pietro. Domani, Giornata Mondiale della Pace, Benedetto XVI presiedera' alle ore 10 a San Pietro la celebrazione della Solennita' di Maria Santissima Madre di Dio.

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Papa: stasera il Te deum

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 31 DIC

Papa Benedetto XVI chiudera' l'anno con il consueto Te Deum di ringraziamento, in programma alle 18, a San Pietro. Uscira' poi sulla piazza per visitare il presepe, dove e' prevedibile che sia ancora alta l'attenzione alla sua sicurezza, dopo l'incidente della vigilia di Natale, in cui una donna psicolabile, tentando di avvicinarlo, lo ha fatto cadere. Domani alle 10 Benedetto XVI presiedera' una messa in Basilica e alle 12 recitera' l'Angelus.

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Il Papa: “l’amicizia di Gesù vi accompagni nel nuovo anno” (AsiaNews)

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Poveri e sofferenti, tesori della Chiesa: editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

Pedofilia, si sono dimessi altri due vescovi irlandesi. Hanno annunciato le dimissioni durante la messa di Natale (Apcom)

Il Papa e l'altruismo. Una lezione anche per i genitori (Ippolito)

Le cifre ballerine di Madrid. E le tirature de “L’Osservatore Romano” (Magister). Il commento de "Il Foglio"

La Chiesa e la povertà della porta accanto (Tornielli)

Aggressione al Papa, Gianna Schelotto: "Clima d'odio? No, è il dramma di persone sole" (Delle Donne)

"Sorprendente" intervista a Vian: "Più foto nel nome di Papa Ratzinger" (Zincone)

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UNA DONNA AGGREDISCE IL PAPA IN SAN PIETRO ALL'INIZIO DELLA MESSA DI NATALE: LO SPECIALE DEL BLOG

PAPA/2009: UN ANNO TRA LEFEBVRIANI, AFRICA ED ENCICLICA 'ANTICRISI'

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 31 dic

Se si cerca un unico filo conduttore del 2009 di papa Benedetto XVI, sarebbe difficile non scegliere i rapporti con i tradizionalisti lefebvriani e le nuove tensioni che la revoca della scomunica nei confronti dei loro vescovi ha creato nelle relazioni tra la Chiesa cattolica e gli ebrei di tutto il mondo. Le ripercussioni di questa scelta - coincisa con l'esplodere dello scandalo per l'intervista in cui uno dei quattro vescovi lefebvriani, mons. Richard Williamson, negava la realta' dell'Olocausto e l'esistenza delle camere a gas - si sono fatte sentire durante il delicato viaggio che papa Ratzinger ha compiuto in Giordania, Israele e Palestina in maggio e hanno finito per intrecciarsi con il complesso percorso della causa di beatificazione di papa Pio XII, inviso agli ebrei perche' troppo 'silenzioso' di fronte alla Shoah.
Adesso, con l'apertura dei colloqui dottrinali in vista del rientro nella 'piena comunione' con la Chiesa cattolica della lefebvriana Fraternita' Sacerdotale San Pio X, il pontefice spera di sanare un doloroso scisma della Chiesa senza pero' mettere in discussione le conquiste del Concilio Vaticano II.
Ma in realta', nell'anno di Benedetto XVI, c'e' stato anche molto altro: lo stesso pontefice l'ha definito ''nel segno dell'Africa'', per il suo primo viaggio nel Continente, che ha toccato Angola e Camerun nel mese di marzo, e per il grande Sinodo dei vescovi sull'Africa che si e' svolto in Vaticano in ottobre. A segnare il 2009 c'e' stata poi l'enciclica ''Caritas in veritate'', uscita ai primi di luglio in concomitanza con il summit del G8 all'Aquila: un contributo, quello del papa, che si e' inserito con grande tempestivita' e autorevolezza nel dibattito su etica, economia e sviluppo globale scatenato dalla crisi economico-finanziaria.
Senza dimenticare che l'anno che si sta per concludere ha anche portato una 'scossa' nel dialogo ecumenico: da una parte per il costante avvicinamento tra il Vaticano e il Patriarcato ortodosso di Mosca, rafforzato anche dall'innalzamento del livello qualitativo delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Russia voluto dal presidente Medvedev in occasione della sua visita Oltretevere; dall'altra per la decisione di istituire 'ordinariati personali' per accogliere quegli anglicani contrari alle apertura alle donne e ai gay della propria confessione e in cerca di un piu' solido ancoraggio nella tradizione.
In Vaticano, pero', si e' anche tornato a parlare di pedofilia, prima con la Visitazione apostolica nei confronti dei Legionari di Cristo, dopo i nuovi scandali emersi sulla vita del fondatore Marcial Maciel; poi con l'esplodere del caso Irlanda, dove due rapporti pubblici hanno portato alla luce abusi sistematici continuati per decenni e portato alla dimissione di ben 4 vescovi, con l'intervento diretto del pontefice.
Il 2009 ha anche portato un nuovo capitolo nel confronto, istituito da questo papa sin dall'inizio del suo pontificato, con la secolarizzazione che ormai solidamente connota l'Europa e il mondo occidentale; un confronto di cui, in Vaticano, si e' sentita ancora di piu' l'urgenza dopo la sentenza della Corte europea di Strasburgo sulla presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane. Nel suo viaggio in quello che, secondo molti osservatori, era il cuore di questo fenomeno, la laicissima Repubblica Ceca, il pontefice ha voluto pero' ricordare che i cristiani devono essere ''minoranza creativa'' e che per loro e' indispensabile il confronto con i non credenti.
Nei 12 mesi quasi trascorsi, il focus del Vaticano e' passato da San Paolo, con la chiusura dell'anno paolino a lui dedicato, ai preti, con un 'anno sacerdotale' decretato per concentrare l'attenzione su una figura per cui e' sempre piu' difficile vivere in un mondo secolarizzato e segnato dalla crisi delle vocazioni.
La vera conclusione del 2009, pero', arrivera' alla meta' del gennaio 2010, con la visita di papa Ratzinger alla Sinagoga di Roma: un evento atteso sin dall'inizio del pontificato, che potrebbe riportare il sereno nelle relazioni tra cattolici e ebrei ed evitare che siano il filo conduttore anche dell'anno a venire. Con la promulgazione del decreto che riconosce le virtu' eroiche di Giovanni Paolo II - firmato a fine dicembre da papa Raztinger insieme a quello di Pio XII -, il 2010, probabilmente in ottobre, dovrebbe infatti essere l'anno della beatificazione del papa polacco.

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Papa/ 2010 in nome di Wojtyla,a gennaio in sinagoga dopo polemica

A ottobre probabile beatificazione, su Pio XII tempi più lunghi

Sarà un anno nel nome di Wojtyla, il 2010 di Ratzinger. Dopo il recente riconoscimento delle 'eroiche virtù' di Giovanni Paolo II - insieme a quelle di Pio XII - potrebbe svolgersi il 16 ottobre la cerimonia di beatificazione del Papa polacco. Benedetto XVI, che oggi reciterà il 'Te deum' di fine anno a San Pietro, sarà poi impegnato nel lavoro intellettuale a lui caro - è atteso il secondo volume del suo libro su Gesù - e in quattro viaggi all'estero, che, però, non toccano l'Asia. L'attenzione è però concentrata, ora, sulla visita alla sinagoga di Roma che il Papa compirà il 17 gennaio. In programma da mesi, l'appuntamento ha rischiato di saltare dopo la decisione di Ratzinger di far proseguire il processo di beatificazione di Pacelli. Pressato dalle proteste della comunità ebraica romana e dalle rimostranze di vari rabbinati del mondo, il rabbino capo della capitale, Riccardo Di Segni, ha però chiesto, e ottenuto, un chiarimento del Vaticano, diradando le nubi sulla visita al Tempio maggiore di lungotevere de' Cenci. Il portavoce vaticano ha tra l'altro precisato che i processi di beatificazione di Pio XII e di Giovanni Paolo II procederanno separati. Per Pacelli si profilano, di conseguenza, tempi più lunghi. Il Papa alla sinagoga ripercorrerà, così, le orme di Wojtyla, che vi era stato nel 1986. Oltre alla sinagoga, nell'agenda del Papa c'è un'altro appuntamento ecumenico, forse meno clamoroso ma altrettanto carico di significati storici e teologici. Il 14 marzo, infatti, il Papa tedesco si recherà nella chiesa luterana di via Sicilia. Benedetto XVI visiterà poi Malta il 17-18 aprile, il Portogallo a maggio (11-14), toccando Lisbona, Fatima e Porto, Cipro nella prima metà di giugno e, a settembre, l'Inghilterra. A queste trasferte internazionali si aggiungono i viaggi italiani a Torino (il 2 maggio per l'ostensione della Sindone), Sulmona (4 luglio), Carpineto (5 settembre) e Palermo (3 ottobre). Se nei mesi scorsi i mass media hanno ipotizzato che nel 2010 Benedetto XVI potesse visitare l'Asia - l'ultimo continente dove ancora non è stato da Pontefice - il programma finale dei viaggi lo esclude. Del lontano Vietnam, ad esempio, per Papa Ratzinger, 83 anni in aprile, non si parla più. Fa poi parte dello stile di questo pontefice - un passato nelle università tedesche come professore di teologia - dedicare molto tempo allo studio e alla scrittura. Benedetto XVI sta lavorando al secondo volume del suo 'Gesù di Nazaret'. Tra i documenti che va preparando, ci sono anche due esortazioni apostoliche che concludono il sinodo sulle Sacre Scritture (2008) e quello sull'Africa (2009). Nel 2010, inoltre, Benedetto XVI parteciperà all'assemblea speciale del sinodo sul Medio Oriente che si svolgerà in Vaticano per affrontare i complessi problemi della Chiesa cattolica nei paesi orientali (Iraq, Libano, Giordania, Territori palestinesi, Israele...). Molti, poi, i dossier che il Papa ha sul tavolo. Il governo della Chiesa universale e della Curia incombono. Se, dopo le prime dimissioni di vescovi, l'annunciata lettera ai cattolici irlandesi sullo scandalo pedofilia potrebbe vedere la luce già prima dell'inizio del 2010, proseguono le trattative dottrinali tra la Pontificia commissione Ecclesia dei e i lefebvriani che, dopo la revoca della scomunica, potrebbero portare questo gruppo tradizionalista al pieno reintegro nella Chiesa cattolica. La Santa Sede dovrà poi attuare il progettato ingresso degli anglicani tradizionalisti nella Chiesa cattolica. Infine, all'avvicinarsi di alcuni cardinali di Curia alla scadenza del loro mandato (hanno più di 75 anni i cardinali Re, Rodé, Hummes e Kasper), il Papa, che ha appena riconfermato il suo segretario di stato Bertone, dovrà mettere mano a nuove nomine. Culmine dell''anno sacerdotale' voluto dal Papa, a Roma converranno sacerdoti da tutto il mondo dal 9 all'11 giugno. Sarà però la beatificazione di Giovanni Paolo II, prevedibilmente, a rappresentare il momento più clamoroso del 2010 di Ratzinger. La data potrebbe essere il 16 ottobre. Manca solo un ultima istruttoria per individuare un miracolo, prima di convocare un evento che potrebbe vedere confluire a Roma milioni di fedeli.

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Mah...mi sembrano entrambi commenti molto riduttivi.
R.

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Pedofilia, si sono dimessi altri due vescovi irlandesi. Hanno annunciato le dimissioni durante la messa di Natale (Apcom)

Il Papa e l'altruismo. Una lezione anche per i genitori (Ippolito)

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UNA DONNA AGGREDISCE IL PAPA IN SAN PIETRO ALL'INIZIO DELLA MESSA DI NATALE: LO SPECIALE DEL BLOG

Un anno con Benedetto XVI: i principali eventi pontifici del 2009

Il viaggio in Terra Santa e quello in Africa, il Sinodo per la Chiesa di questo continente, la proclamazione dell’Anno Sacerdotale e la pubblicazione della sua terza Encicica, la Caritas in veritate - la prima a carattere sociale - sono i maggiori avvenimenti che hanno caratterizzato il 2009 di Benedetto XVI.

In questo ultimo giorno dell’anno, Alessandro De Carolis ne ripercorre le tappe salienti attraverso le parole del Papa:


Combattere la povertà, costruire la pace”. Come ogni inizio d’anno, il cuore di Benedetto XVI si dilata sul mondo attraverso la riflessione che il Papa fa nella Messa del primo gennaio, solennità della SS. Madre di Dio, dedicata alla 42.ma Giornata mondiale della pace. Un’eco del messaggio riverbera una settimana dopo nel discorso al Corpo diplomatico presso la Santa Sede. “Per costruire la pace bisogna dare speranza ai poveri”, invoca il Pontefice, soffermandosi, tra l’altro, sulla crisi economica che da qualche mese ha colpito tutto il pianeta:

“Pour rendre l’économie plus saine...

Per rendere l'economia sana, è necessario costruire una nuova fiducia. Ciò può essere realizzato solo attraverso l'attuazione di un’etica basata sulla dignità innata della persona umana. So quanto ciò sia impegnativo, ma non è un'utopia”.

Il 24 gennaio, la Santa Sede rende noto il documento col quale il Papa revoca la scomunica ai quattro vescovi della Fraternità San Pio X, ordinati da mons. Marcel Lefebvre nel 1988 senza mandato pontificio. Su questo importante traguardo ecclesiale - anche se transitorio sul cammino verso la “piena comunione” - si appunta per giorni l’attenzione dei media per via di alcune vecchie dichiarazioni di uno dei vescovi scismatici, mons. Williamson, che negano la Shoah suscitando un'ondata di indignazione.
All’udienza generale del 28 gennaio, ricordando “il cieco odio razziale e religioso” che ha portato alla morte milioni di ebrei, Benedetto XVI ripete con forza:

“La Shoah sia per tutti monito contro l’oblio, contro la negazione o il riduzionismo, perché la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti (...) La Shoah insegni sia alle vecchie sia alle nuove generazioni che solo il faticoso cammino dell’ascolto e del dialogo, dell’amore e del perdono conduce i popoli, le culture e le religioni del mondo all’auspicato traguardo della fraternità e della pace nella verità. Mai più la violenza umili la dignità dell’uomo!”

Tuttavia, l’onda di critiche e di proteste finisce col distorcere il senso del documento pontificio. Ed è con un sentimento di amarezza che il Papa indirizza il 12 marzo una lettera ai vescovi cattolici per fare chiarezza sulla revoca della scomunica.

Con schiettezza, il Papa ammette errori nella comunicazione, ma osserva pure che il “sommesso gesto di una mano tesa” ha finito per causare “un grande chiasso”, anche in ambienti della Chiesa dove purtroppo persiste quel “mordere e divorare” di paolina memoria “come segno di una libertà male interpretata”.

Il 17 marzo, il Papa vola per la prima volta in Africa per visitare il Camerun e l’Angola. L’occasione è data dalla consegna dell’Instrumentum laboris ai vescovi del continente, che a ottobre saranno in Vaticano per il Sinodo. Ma per Benedetto XVI è anche la possibilità di parlare dal suo cuore di padre al cuore di un continente che non ha mai dimenticato:

“Africa suffers disproportionately…

L’Africa soffre sproporzionatamente: un numero crescente di suoi abitanti finisce preda della fame, della povertà, della malattia. Essi implorano a gran voce riconciliazione, giustizia e pace”.

Suggestive erano state le immagini che una settimana prima della partenza per l’Africa, il 9 marzo, avevano visto Benedetto XVI affacciarsi dall’ufficio del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che lo aveva invitato a visitare la sede del Comune in Campidoglio.

Il Papa aveva invitato Roma a “riappropriarsi della sua anima più profonda”, quella cristiana, per farsi “promotrice di un nuovo umanesimo”, quindi tornando in Vaticano si era fermato per una sosta di preghiera davanti alle spoglie di Santa Francesca Romana, nell’omonimo monastero a Tor de’ Specchi.

L’11 febbraio, Benedetto XVI aveva inaugurato un nuovo ciclo di catechesi: dopo le 20 udienze generali dedicate all’Apostolo Paolo, il Papa torna a parlare dei grandi scrittori della Chiesa medievale.

Nelle settimane successive, i Santi Cirillo e Metodio, come San Bernardo di Chiaravalle o i principali teologi del periodo scolastico rivivono nei ritratti - storicamente accurati e al contempo riattualizzati - che di loro il Pontefice offre alle migliaia di fedeli che ogni mercoledì si riuniscono in Vaticano per ascoltarlo.

Il 26 aprile, in un’affollata Piazza San Pietro, Benedetto XVI presiede alla prima delle due cerimonie di canonizzazione del 2009.

Sono cinque i nuovi Santi: il sacerdote Arcangelo Tadini, il monaco medievale Bernardo Tolomei, l’eroe di guerra portoghese, Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, che nel XV secolo lascia la spada per il chiostro, e due fondatrici di Istituti religiosi, Gertrude Comensoli e Caterina Volpicelli.
Saranno cinque anche i nuovi Santi che il Pontefice canonizzerà l’11 ottobre: l’apostolo dei lebbrosi Damiano de Veuster, il vescovo polacco Sigismondo Feliński, il sacerdote spagnolo Francesco Coll y Guitart, il religioso cistercense Rafael Arnáiz Barón e la Beata Giovanna Maria Della Croce, fondatrice delle Piccole Sorelle dei Poveri.

Maggio è il mese di un altro atteso viaggio apostolico, quello in Terra Santa. Benedetto XVI sbarca in Giordania l’8 e quindi l’11 si trasferisce in Israele fino al 15. Si definisce un “pellegrino in visita ai Luoghi santi” e le varie tappe della sua visita sono scandite dall’intensità spirituale che sempre evocano i siti dove la fede cristiana si è fatta carne e pietra. Il Papa ribadisce l’importanza del dialogo con ebrei e musulmani, invoca la pace tra israeliani e palestinesi, parla in difesa della memoria dell’Olocausto e contro l’ostilità fomentata dai muri. Convinzioni e auspici che il giorno del congedo trovano la sintesi in questo appello accorato:

“No more bloodshed! No more fighting...

Non più spargimento di sangue! Non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra! Rompiamo invece il circolo vizioso della violenza. Possa instaurarsi una pace duratura basata sulla giustizia, vi sia vera riconciliazione e guarigione”.

Annunciato in marzo, il 18 giugno Benedetto XVI inaugura l’Anno Sacerdotale con la pubblicazione di una lettera indirizzata al clero, nella quale indica come modello di ogni sacerdote il Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney. Il giorno dopo, alla solenne Messa di apertura nella Basilica di San Pietro, il Papa afferma:

“La nostra è una missione indispensabile per la Chiesa e per il mondo, che domanda fedeltà piena a Cristo ed incessante unione con Lui; questo rimanere nel suo amore esige cioè che tendiamo costantemente alla santità, a questo rimanere come ha fatto San Giovanni Maria Vianney”.

Il 21 giugno, fanno il giro del mondo le immagini di Benedetto XVI in preghiera davanti alle spoglie di San Pietro da Pietrelcina.
Quello a San Giovanni Rotondo è il primo dei quattro viaggi apostolici in Italia del 2009.
Un’analoga scena era stata il fulcro della visita che Papa Benedetto aveva compiuto alla tomba di San Benedetto da Norcia, il 24 maggio, nell’Abbazia di Montecassino.
Il 6 settembre, poi, il Papa visiterà Viterbo, per venerare le spoglie di Santa Rosa, e nel pomeriggio la vicina Bagnoregio, per raccogliersi in preghiera dinanzi alla tomba di San Bonaventura.
Infine, l’8 novembre, sarà la volta di Brescia e Concesio, ovvero un omaggio ai luoghi natali di Paolo VI, a 30 anni dalla sua scomparsa.

Il 28 giugno, nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, il Pontefice annuncia con “profonda emozione”, nella cerimonia di chiusura dell’Anno Paolino, il risultato di una micro-indagine all’interno del sarcofago di San Paolo, mai aperto in 20 secoli.
Riferisce della presenza di "piccolissimi frammenti ossei” e di altre tracce la cui datazione scientifica, dice, “sembra confermare l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell’Apostolo Paolo”.

Il mese di luglio si apre con l’attesa pubblicazione, il giorno 7, della terza Enciclica di Benedetto XVI, la Caritas in veritate. L’ampio magistero sociale che la caratterizza - 18 anni dopo la Centesimus annus di Papa Wojtyla - pone subito l’Enciclica al centro dell’attenzione internazionale. Il giorno successivo, all’udienza generale, il Papa spiega di aver preso in esame le principali questioni che interessano l’umanità contemporanea - dalla povertà alla crisi economica, alla tutela dell’ambiente - e osserva:

“Per questo è importante che si ponga mano ad un profondo rinnovamento morale e culturale e ad un responsabile discernimento circa le scelte da compiere per il bene comune. Un futuro migliore per tutti è possibile, se lo si fonderà sulla riscoperta dei fondamentali valori etici”.

Tre giorni dopo, il 10 luglio, molti di quegli stessi temi - dalla difesa della vita alla pace in Medio Oriente, dalla crisi economica al dialogo interreligioso - vengono affrontati da Benedetto XVI e dal neopresidente statunitense, Barak Obama, nei 40 minuti di colloquio privato tra il Pontefice e il primo presidente afroamericano della storia. Obama si trova in Italia per partecipare al G8 in programma all’Aquila, dove ancora ben visibili sono le macerie del gravissimo terremoto che il 6 aprile ha provocato 300 morti e la distruzione di molte zone e dove anche il Pontefice, il 29 aprile, si era recato per portare conforto e solidarietà concreta agli sfollati.

Dal 13 al 29 luglio, Benedetto XVI torna in Valle d’Aosta, a Les Combes di Introd, per un periodo di soggiorno estivo in alta montagna. Ma la mattina del 17, una caduta accidentale nello chalet che lo ospita causa al Pontefice la frattura del polso destro. Il Papa viene operato all’ospedale di Aosta e gli viene applicato un tutore gessato. La vicenda suscita un’immediata solidarietà, che Benedetto XVI ricorda con gratitudine il giorno del suo congedo da Les Combes, trovando anche il modo di riflettere sull’incidente con simpatia e sapienza:

“Purtroppo il mio angelo custode non ha impedito il mio infortunio, seguendo certamente ‘ordini superiori’… Forse il Signore voleva insegnarmi maggiore pazienza ed umiltà, darmi più tempo per la preghiera e la meditazione”.

Il 4 ottobre, uno stuolo di cardinali, vescovi e laici varcano i cancelli del Vaticano: sono gli oltre 240 Padri sinodali che per tre settimane daranno vita al secondo Sinodo dei vescovi per l’Africa. Il confronto è serrato e relazioni e testimonianze, spesso toccanti, restituiscono il volto del continente all’inizio del 21.mo secolo sul tema “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”.
All’omelia della Messa inaugurale, parlando dei mali e delle risorse del continente, Benedetto XVI osserva:

“Con la sua opera di evangelizzazione e promozione umana, la Chiesa può certamente dare in Africa un grande contributo a tutta la società, che purtroppo conosce in vari Paesi povertà, ingiustizie, violenze e guerre”.

Il mese di novembre vede la Santa Sede impegnata sul fronte del dialogo con la comunità anglicana. Il 9 viene pubblicata la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus, riguardante l’istituzione di ordinariati personali per gli anglicani che entrano in piena comunione con la Chiesa cattolica: un documento - si afferma - che “apre una nuova strada per la promozione dell’unità dei cristiani, riconoscendo nel contempo la legittima diversità nell’espressione della nostra fede comune”. Il rinnovato dialogo ecumenico è suggellato il 21 novembre nell’incontro in Vaticano tra il Papa e l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, primate della Chiesa anglicana.

Alcune delle tematiche sociali affrontate nella Caritas in veritate e in numerosi discorsi durante l’anno tornano nell’intervento che Benedetto XVI tiene il 16 novembre alla sede romana della Fao, in occasione del Vertice sulla sicurezza alimentare. Le parole del Papa sono incisive:

“La faim est le signe le plus cruel...

La fame è il segno più crudele e concreto della povertà. Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori”.

Un evento di grande impatto mediatico è quello che si celebra in Vaticano il 21 novembre quando, sotto gli affreschi della Cappella Sistina, Benedetto XVI riceve oltre 200 artisti di varie discipline. L’incontro cade a 10 anni dalla Lettera di Giovanni Paolo II agli artisti e a 45 dall’analogo incontro che Paolo VI ebbe con il mondo dell’arte, sempre nella Sistina. Il Papa parla di rinnovata amicizia con gli artisti e li esorta ad essere “annunciatori e testimoni di speranza per l’umanità”:

“La fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia a varcare la soglia e a contemplare con occhi affascinati e commossi la méta ultima e definitiva, il sole senza tramonto che illumina e fa bello il presente”.

Il 28 novembre, Benedetto XVI commemora in Vaticano il 25.mo anniversario della pace siglata tra Argentina e Cile, grazie al diretto interessamento di Giovanni Paolo II che risolse una controversia territoriale disinnescando il ricorso alle armi. Alla presenza di delegazioni dei due Paesi, il Papa definisce la firma del Trattato “un esempio luminoso della forza dello spirito umano e del desiderio di pace contro la barbarie e l'irrazionalità della violenza e della guerra come mezzo per risolvere i contrasti”.

Due udienze di grande spessore internazionale si consumano in Vaticano nei primi giorni di dicembre. Il 3, Benedetto XVI riceve il presidente russo, Dmitri Medvedev: una visita che produrrà, poco dopo, l'instaurazione delle piene relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Federazione Russa. L’11 dicembre è invece il presidente vietnamita, Nguyên Minh Triêt - il primo nella storia del suo Paese - a essere ricevuto da un Pontefice.

Il 4 dicembre, Benedetto XVI aveva assistito nella Cappella Sistina - in compagnia del presidente tedesco Horst Köhler - al concerto per i 60 anni della fondazione della Repubblica Federale di Germania e per il 20.mo anniversario della caduta del Muro di Berlino. “La storia dell’Europa nel 20.mo secolo – aveva affermato il Papa in quella occasione - dimostra che la responsabilità davanti a Dio è di importanza decisiva per il retto agire politico”, al fine “di generare nuove energie al servizio di un umanesimo integrale”.

Parole che ribadiscono la fiducia con la quale Benedetto XVI guarda al futuro del pianeta. Una fiducia ancorata in Dio e nel suo intervento nella storia, che il Papa ripete nel Messaggio natalizio Urbi et Orbi: “Anche oggi - afferma - per la famiglia umana profondamente segnata da una grave crisi economica, ma prima ancora morale, e dalle dolorose ferite di guerre e conflitti”, la Chiesa trae la sua forza dalla presenza di Gesù nel mondo e “come Maria”, “non ha paura” perché, dice:

“…quel Bambino è la sua forza. Ma lei non lo tiene per sé: lo offre a quanti lo cercano con cuore sincero, agli umili della terra e agli afflitti, alle vittime della violenza, a quanti bramano il bene della pace (...) Con lo stile della condivisione e della fedeltà all’uomo, la Chiesa ripete con i pastori: ‘Andiamo fino a Betlemme’, lì troveremo la nostra speranza”.

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