sabato 9 gennaio 2010

Festa del Battesimo del Signore. Il Papa: Dio ci salva scendendo Lui stesso nell'abisso della morte. La riflessione di un teologo domenicano


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Festa del Battesimo del Signore. Il Papa: Dio ci salva scendendo Lui stesso nell'abisso della morte. La riflessione di un teologo domenicano

Domani, nella Festa del Battesimo del Signore, Benedetto XVI presiederà alle 10.00 la Santa Messa nella Cappella Sistina: durante la celebrazione amministrerà il Sacramento del Battesimo ad alcuni bambini, 7 maschi e 7 femmine. “In noi il peccato – ha detto il Papa – crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci tende la sua mano. Ecco il mistero del Battesimo: Dio ha voluto salvarci andando Lui stesso fino in fondo all’abisso della morte”. Sul significato di questa festa, Federico Piana ha sentito il padre domenicano Guido Bendinelli, preside della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna:

R. – E’ una festa che racchiude in sé una straordinaria valenza di rivelazione. Rivela il mistero di Cristo e rivela, in un certo senso, anche il mistero di noi credenti battezzati nelle acque, che sono state consacrate da Cristo.

D. – E’ una festa che nasce anche dal cuore, possiamo dire così, padre Guido?

R. – Nasce dal cuore perché è il Dio che si abbassa, che muore per noi, che anticipatamente mostra la sua volontà di abbassarsi per la nostra salvezza. Noi cogliamo tutto ciò proprio nella scena del Battesimo, quando il Signore si sottopone ad un rito di penitenza. Si è sottoposto a ciò per invitare tutti noi ad avere questa straordinaria considerazione del rito battesimale, nel quale siamo stati rigenerati a vita nuova.

D. – Il Battesimo ha bisogno dell’ acqua: questo elemento che deve diventare fondamentale per noi cristiani, segno di purificazione…

R. – L’acqua è purificazione e, al tempo stesso, è anche fecondità, è nuova vita. Un elemento, quindi, che indica la rimozione del peccato, che nostro Signore Gesù certo non portava addosso e non aveva di conseguenza bisogno di ciò, ma noi abbiamo bisogno di questa purificazione. Al tempo stesso, però, questa acqua è l’acqua purificatrice; è l’acqua che nello Spirito diventa portatrice di vita nuova.

D. – Come possiamo riscoprirlo allora questo Battesimo, che molto spesso dimentichiamo di averlo ricevuto?

R. – Noi possiamo riscoprire il nostro Battesimo, riandando – se vogliamo – anche agli elementi che la scena evangelica ci propone e quindi riconoscendo anzitutto come elemento costituivo del nostro essere battezzati la somiglianza a Colui che si è umiliato per la nostra salvezza. Vivere il Battesimo vuole dire anche sentire su tutti noi lo sguardo di amore del Padre. Noi, che siamo rinati a vita nuova nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e che imitiamo la discesa nelle acque del Signore Gesù, siamo chiamati da Gesù a sentirci amati dal Padre, come è amato il Figlio prediletto, il Figlio eletto e come Lui dobbiamo essere capaci di compiere ogni giustizia, compiere appieno la volontà del Padre.

D. – Tante volte non c’è un po’ di orgoglio, padre Guido, che ci impedisce di riscoprire questo Battesimo…

R. – C’è forse orgoglio, ma forse c’è anche tanta tiepidezza, tanta negligenza. Vi è spesso una scarsa memoria di quanto, nel mistero, nella realtà del mistero, si è compiuto in noi. Forse saremmo meno inconsapevoli del dono prezioso di grazia che il Battesimo ci ha conferito se tutte le domeniche e in particolare quando professiamo la nostra fede, perché la nostra è una fede battesimale, riandassimo a quelle promesse che i nostri padrini ed i nostri genitori hanno fatto per noi, ma che in un certo senso siamo chiamati ogni giorno a riproporre nella nostra vita.

(A cura di Maria Brigini)

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