venerdì 8 gennaio 2010

Mons. Vegliò: “Senza i Cristiani Copti l’Egitto tornerà al Medioevo” (Galeazzi)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

DIVISIONI PERICOLOSE

Intervista

Antonio Maria Vegliò

“Senza di loro l’Egitto tornerà al Medioevo”

«In Medio Oriente le antiche chiese stanno sparendo
Dovremmo essere più uniti»


“Sono la parte più evoluta del Paese: l’odio nasce da lì”

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, attuale ministro dell'Immigrazione ed ex segretario della Congregazione delle Chiese Orientali, il Vaticano si aspettava l’attacco ai copti più grave degli ultimi vent’anni?

«Da tempo i segnali sono inquietanti. Noi cristiani in Egitto siamo una goccia in un mare islamico e pesano anche le forti contrapposizione al nostro interno. Se un copto cattolico passa al rito ortodosso deve essere ribattezzato. Un’assurdità. Il nostro patriarca e gli otto vescovi vivono il dramma quotidiano di guidare una minoranza minacciata dagli estremisti islamici e lo stesso accade alla gerarchia ortodossa. Eppure il ruolo dei cristiani è fondamentale per l’Egitto».

Perché?

«C’è anche invidia sociale nei loro confronti. I copti sono la parte più colta della società egiziana eppure tra loro solo l’ex segretario generale dell’Onu Boutros-Ghali è riuscito a emergere. Come i Maroniti in Libano, i copti sono i veri autoctoni. L’Islam è arrivato dopo però i fondamentalisti vogliono azzerare la nostra presenza nella terra in cui sono nati Gesù e i tre monoteismi. Già è faticoso integrare in Occidente povera gente musulmana che emigra per fame. Convivere con l’Islam laddove è schiacciante maggioranza è ormai una sfida quasi proibitiva per il mondo moderno. Le nostre comunità laggiù stanno diventando musei di pietra. Ogni mese fuggono a migliaia, soprattutto giovani, perché sono discriminati, rischiano la vita, non hanno un futuro».

Da cosa nasce l’odio verso i cristiani?

«Ci sono motivi economici e religiosi. La presenza cristiana disturba per l’occidentalizzazione, in quanto è portatrice dei valori di libertà religiosa e di rispetto della vita umana che nella cultura occidentale sono innegabilmente presenti (anche se spesso li viviamo male), mentre mancano in quella araba musulmana. Se L’Egitto è un po’ moderno lo deve ai copti, senza di loro il Paese sprofonderebbe nell’oscurantismo, nelle tenebre simili a quelle che ingiustamente si attribuiscono al nostro Medioevo che invece fu un periodo di straordinaria fioritura teologica».

Roma li ha abbandonati?

«No. Il Papa riceve costanti informazioni sulla situazione in Medio Oriente e la Chiesa del silenzio parla attraverso la sua voce. Qui da noi, nella Chiesa latina, sono poco conosciuti. E’ penoso vederli ridotti dalla diaspora a piccole comunità. I vescovi orientali ci chiedono mezzi e sostegno. I Caldei in Iraq si sono dimezzati, in maroniti in Libano sono scesi del 10% in pochi anni, i copti sono messi ai margini. La religione invece di unire diventa elemento di divisione e di guerra perché i fondamentalisti islamici se ne servono invece di servirla».

© Copyright La Stampa, 8 gennaio 2010

3 commenti:

Anonimo ha detto...

senza Mons. vegliò l'Italia tornerà cattolica!
Matteo Dellanoce
Ps non pensa che è grazie ai comportamenti multiculturalisti che in oriente ritengono possibile ammazzare cristiani come mosche? Un sano mea culpa mai? Un occidente forte mai e poi mai avrebbe consentito la mattanza! ma per loro la loro identità è hulla ed allora i nullisti ammazzano chi ritengono nulla! Puhà!

Stefano ha detto...

Sono allucinato, da queste parole e dal fatto che si sia accettato di pubblicarlo. Poi vi chiedete perché i cattolici "progressisti" fanno tanta fatica a considerare degli interlocutori ragionevoli e pacati i catto-leghisti o "i cattolici di estrema destra"? Con quale coraggio si può chiedere un mea culpa per quello che è successo a Mons. Vegliò? Addossare questa tragedia a chi ci ricorda la pietà, il sacrificio e la carità cristiane in momenti in cui siamo tentati dalla via del razzismo e dell'odio è davvero..estremo. Giusto per la cronaca, è proprio l'immagine di un "occidente" forte e arrogante che invade e monopolizza i mercati che questi popoli hanno imparato a conoscere e che oggi ci attira tanto odio.
Ste

gemma ha detto...

mi piacerebbe almeno qui leggere toni rispettosi, anche nei confronti di coloro di cui non condividiamo le idee. Soffro moltissimo quando si offende il Papa e in un blog a lui ispirato non vorrei offese nè a mons. Vegliò nè a chiunque altro.
Non condivido nemmeno però questo continuo e incondizionato mea culpa su questo occidente forte e arrogante che invada e monopolizza. Cosa vorresti Stefano, che scomparissimo? Che ci annullassimo completamente? Per quanto tempo dovremo continuare ad espiare solo per il fatto di esserci nati in occidente? E gli egiziani copti perseguitati sono forse occidentali?
Abbiamo un gran bisogno di scoprire una giusta etica dell'accoglienza ma in fondo nessuno ci aiuta, perchè oltre gli estremi, che vanno dall'accogliere tutti, senza se e senza ma al respingere anche donne e bambini, nessuno ci propone il giusto mezzo. Non siamo perfetti e non possiamo nascondere le nostre paure che, è inutile continuare a negarlo, spesso sono motivate e quindi incontrollabili. Chi fa politica è molto abile nell'approfittarne e nel soffiare sul fuoco. Mentre, purtroppo, da esponenti della chiesa e del mondo della cultura, c'è troppo spesso un atteggiamento quasi di irrisione nei confronti di questa paura, confusa con l'intolleranza fine a se stessa e ridotta a macchietta di propaganda leghista. Non va irrisa nè sottovalutata la paura, perchè come tutto ciò che è irrazionale può portare ad un male altrettanto grande quanto quello che la genera. Ed è ingenuo, oltre che dannoso, continuare ad ignorare ciò che genera la paura e addossarcene sempre e solo noi la colpa