lunedì 11 gennaio 2010

Il discorso del Papa al Corpo Diplomatico: nota Sir


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PAPA A CORPO DIPLOMATICO: NOTA SIR

Pubblichiamo la nota SIR di questa settimana.

Ne ha parlato spesso il Papa: l’“ecologia umana” è al centro anche del discorso rivolto l’11 gennaio al Corpo diplomatico. È un appuntamento tradizionale, l’incontro con i rappresentanti degli Stati accreditati presso la Santa Sede, che continuano a crescere, con lo stabilimento di piene relazioni con la Federazione Russa.
Eppure Benedetto XVI va al di là dei problemi della pace e della guerra, del registro diplomatico, che pure tratta in modo esauriente, sottolineando la posizione della Santa Sede, caratterizzata proprio da un generale “spirito di apertura”. Parla della necessità di riconvertire la produzione di droga, di riconvertire le spese militari, delle positive esperienze di arbitrato, per la soluzione di conflitti, dei drammi dei rifugiati e di coloro – molti sono proprio cristiani – costretti ad abbandonare le proprie terre. Ritorna sulla terra Santa, denuncia le violenze contro i cristiani e si rallegra dell’approvazione del Trattato di Lisbona, segue le vicende della Conferenza di Copenaghen sul clima e guarda agli sviluppi, attesi e necessari.
È proprio il nesso ambiente-creato-persona-Dio al centro del discorso del Papa, cioè appunto l’ecologia umana.
La salvaguardia del creato, ribadisce Benedetto XVI, non risponde in primo luogo ad un’esigenza estetica, ma anzitutto a un’esigenza morale. Così “la negazione di Dio sfigura la libertà della persona umana, ma devasta anche la creazione”, afferma il Pontefice. Ma non si può separare o contrapporre la salvaguardia dell’ambiente a quella della vita umana. Ecco l’“ecologia umana”: il problema ambientale è sì politico e diplomatico ma alla radice, ripete il Papa, la questione è morale “e deve essere affrontata nel quadro di un grande sforzo educativo”. Servono nuovi stili di vita, ma serve soprattutto affrontare questa grande sfida nei suoi termini globali. Ci sono Paesi, soprattutto occidentali, in cui si diffondono atteggiamenti di ostilità o di disprezzo, ricorda. Ecco ribadito l’appello ad una “laicità positiva”, “fondata su una giusta autonomia tra l’ordine temporale e quello spirituale, che favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità collettiva”.
La libertà non può essere assoluta, ricorda il Papa, ritornando su questa idea di “ecologia umana”, per cui tutto si tiene, e pronunciando un chiaro “no” a “leggi e progetti che, in nome della lotta contro la discriminazione, colpiscono il fondamento biologico della differenza tra i sessi”.
C’è un tono fiducioso ed aperto, nelle parole del Santo Padre, così come c’è la rivendicazione di verità e di chiarezza. C’è la grande, totale disponibilità dei cattolici, che troppo spesso pagano di persona, pagano con la vita, per un mondo migliore, impresa possibile, proprio accettando fino in fondo la sfida della custodia del creato, in tutte le sue dimensioni. Il libro della natura, conclude Benedetto XVI, è uno e indivisibile: per questa via si può consolidare la pace, ritrovare l’armonia, sviluppare un dialogo costruttivo.

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