lunedì 8 febbraio 2010
Il Papa contro i "meccanismi" che esasperano la povertà (Conte)
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Il Papa contro i "meccanismi" che esasperano la povertà
Guai a chi, accentuando le diseguaglianze, offende la vita
Domitilla Conte
Roma
Benedetto XVI parla di crisi per la terza volta consecutiva in una settimana, sottolineandone, questa volta, i «meccanismi» che, esasperando la povertà, «feriscono e offendono la vita».
Parole simili a quelle pronunciate dal suo vicario per Roma, il cardinal Agostino Vallini, che in una messa ha esortato a resistere alla sfiducia indotta dalla crisi, e a non sacrificarle in nessun caso la vita al suo nascere.
La preoccupazione della Chiesa – espressa ieri dai vescovi italiani nel loro messaggio per la Giornata nazionale per la vita intitolato "Una sfida nella povertà" – è proprio questa: che le difficoltà economiche, evidentemente tutt'altro che superate, minino la già scarsa fiducia nel futuro delle famiglie italiane, che tante donne sole cedano alle spinte ad abortire, che anziani e disabili siano abbandonati al loro destino.
«Nell'attuale periodo di difficoltà economica – ha detto ieri il Papa all'Angelus – diventano ancora più drammatici quei meccanismi che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi». Per questo, e forse anche per sottolineare la sua vicinanza alla Cei mentre sui principali quotidiani continuano a rincorrersi notizie di presunti "veleni" intestini alla Chiesa, Benedetto XVI afferma di associarsi «volentieri ai vescovi italiani» e al loro messaggio per la vita nella buriana della crisi. Una situazione – spiega il Pontefice – che «impegna a promuovere uno sviluppo umano integrale per superare l'indigenza e il bisogno, e soprattutto ricorda che il fine dell'uomo non è il benessere, ma Dio stesso e che l'esistenza umana va difesa e favorita in ogni suo stadio».
Echi dell'enciclica Caritas in Veritate, che ieri il Papa ha rafforzato affermando che «nessuno, infatti, è padrone della propria vita, ma tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla, dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale». Si chiede allora, prima ancora della solidarietà, una assunzione di responsabilità, non solo dei singoli ma anche della politica, perché – ha insistito Vallini – «un popolo che non riesce a salvare una vita deve a lungo meditare sul suo processo di civiltà».
Il presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, cardinal Ennio Antonelli, in un'intervista ieri alla Radio Vaticana alla vigilia dell'assemblea plenaria del dicastero, che avrà tra i temi centrali l'esame di un "vademecum" per la preparazione al matrimonio, ha intanto sostenuto che «è un diritto dei bambini aver accanto nella crescita entrambi i genitori, un padre e una madre, perché la loro crescita sia equilibrata. Ci sono tanti dati statistici – ha detto – che confermano come la presenza di ambedue i genitori sia fondamentale per la felicità stessa dei bambini; la prospettiva-bambini dovrebbe essere posta al centro delle politiche familiari per rafforzare la stessa prospettiva-famiglia».
© Copyright Gazzetta del sud, 8 febbraio 2010
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