domenica 7 febbraio 2010

Il Vaticano e il caso Boffo: cumuli di menzogne, ora serve prudenza (Vecchi). Il Papa prepara la lettera ai cattolici irlandesi


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IL papa prepara la lettera ai cattolici irlandesi dopo lo scandalo dei preti pedofili

Il Vaticano e il caso Boffo: cumuli di menzogne, ora serve prudenza

Sotto accusa «la mancanza di stile» di politica e media
IL papa prepara la lettera ai cattolici irlandesi dopo lo scandalo dei preti pedofili


Gian Guido Vecchi

CITTA’ DEL VATICANO
Benedetto XVI sta concludendo la lettera per «ridare fiducia» ai cattolici irlandesi dopo lo scandalo dei preti pedofili che ha travolto le gerarchie locali, e la renderà pubblica all’indomani dell’incontro coi vescovi di Irlanda fissato il 15 e 16 del mese per riorganizzare la Chiesa locale.
Nel frattempo, segnale importante, ha ricevuto ieri pomeriggio il vescovo di Basilea Kurt Koch, che Oltretevere viene dato come il più autorevole candidato alla non facile successione del cardinale Walter Kasper, il grande teologo responsabile dei rapporti con le altre confessioni cristiane e con gli ebrei. Questioni urgenti e drammatiche, ruoli-chiave nella Chiesa universale, temi che il pontefice tratta in prima persona.
Certo, Benedetto XVI è «ovviamente» al corrente di tutto, si aggiorna attraverso i «canali istituzionali», a cominciare dal suo braccio destro Tarcisio Bertone, legge i giornali e ogni giorno l’accurata rassegna stampa che gli preparano come sempre nella Segreteria di Stato.
Di là dalle Mura, però, «non si passa la giornata a parlare del caso Boffo» — con relative voci di «complotto» che sarebbe nato in Vaticano per far dimettere l’ormai ex direttore di Avvenire —, il calendario del Papa è fitto di impegni planetari. E «almeno nell’immediato» non sono previste note ufficiali o reazioni al «cumulo di menzogne» rimbalzato sui media italiani.
Oltre alla «preoccupazione» per i veleni in circolo (anche) nel mondo cattolico, è evidente una certa irritazione: «Quello in atto è uno scontro tra due stili: quello della Santa Sede, improntato a prudenza e silenzio, a far decantare, e un certo stile politico giornalistico — taglia corto un’alta personalità vaticana —.
Duemila anni di storia, esperienza e spiritualità si confrontano con anni zero: la mancanza di cultura di chi legge la Chiesa con categorie politiche». Stesso discorso anche alla Cei, consegna del silenzio assoluta e una considerazione sottotraccia: «Finché non c’è nulla di oggettivamente rilevabile, di che dovremmo parlare?». In Vaticano, nei giorni scorsi, era stata valutata e poi esclusa l’ipotesi di presentare querele. E «al momento» non si stanno preparando note o reazioni ufficiali.
La sensazione è che Oltretevere si voglia lasciar posare il «polverone» di accuse, retroscena e voci di complotto. Goccia dopo goccia, il classico vaso rischia di traboccare: l’intervento diretto sarebbe una extrema ratio nel caso «si passasse il segno» e il livello delle «insinuazioni da compatire» continuasse a salire. Solo a quel punto una reazione «composta ma ferma» sarebbe inevitabile: se non altro per mettere ciascuno «davanti alle sue responsabilità». Due settimane fa si è parlato di un «dossier» sul caso Boffo che il cardinale Camillo Ruini, l’8 gennaio, avrebbe consegnato a Benedetto XVI, una ricostruzione seccamente smentita dall’ex presidente della Cei. Dino Boffo, a settembre, fu calunniato da un documento falso (che circolava da mesi nel mondo cattolico) e costretto alle dimissioni.
Il pranzo recente «di chiarimento» tra l’ex direttore di Avvenire e Vittorio Feltri - il direttore del Giornale che pubblicò la “velina”, poi riconosciuta falsa – ha rilanciato le voci di “complotto”. Da lì sono rimbalzate sui media accuse che alludevano in modo più o meno esplicito al segretario di Stato Tarcisio Bertone e al direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian. “Non li conosco, mai incontrati. Li ho visti in fotografia e in televisione. Amen», ha poi scritto lo stesso Feltri tre giorni fa. Ma non ha fermato le polemiche. Così, Oltretevere, si attende di vedere come finirà. Intanto a Benedetto XVI, vedi il caso Irlanda ( si sta preparando l’udienza con i vescovi e ieri, come del resto ogni sabato, il Papa ha ricevuto in udienza il cardinale Giovanni Battista Re, che ha preparato l’incontro) gli impegni non mancano. Quanto ai media vaticani, ovvio, nemmeno un accenno ai veleni. Salvo, forse, la conclusione dell’editoriale dedicato al film su Sant’Agostino, sull’Osservatore Romano: «L’approdo alla fede non porta necessariamente alla pace e alla felicità in questa vita, ma a rafforzare l'animo davanti alle difficoltà, a rendere chiare le scelte da compiere».

© Copyright Corriere della sera, 7 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

Mancanza di stile? E i ranocchi anonimi dalla bocca larga che abitato nelle mura vaticane e che continuano a parlare con i giornalisti? Quelle rane non costituiscono mancanza di stile?.
R.

4 commenti:

Maria R. ha detto...

Carissima Raffaella,
quei ranocchi, altro che mancanza di stile! Sono la manna dal cielo per molti giornalisti e periodici! Per questo che non vengono "inseriti" nella presunta caduta di stile vaticana....fanno comodo!

Anonimo ha detto...

Cari Amici del Blog, buon giorno. Io non ho capito nulla di questo polverone, leggo esterrefatta che Boffo e Feltri sono andati a pranzo insieme, che del dossier non era vero assolutamente niente. Credo però che si continui ad ignorare il vero problema. Cioè il sacrosanto diritto dei cattolici lettori di Avvenire alla verità, ad essere informati sul rul reale stato della Chiesa. Scusate se sono monotona, se cito continuamente le meditazioni della Via Crucis 2005, ma ora più che mai sentiamo che è indispensabile. Buona domanica Carla

Anonimo ha detto...

Calunniato da un documento falso? Se ho capito bene, mica è detto che sia falso.. Messori chiede proprio di vedere gli atti del processo di Terni a Boffo...

un passante ha detto...

mi pare di aver capito che il patteggiamento per una presunta accusa di molestie ci sia in qualche modo stato e il tutto sia stato poi secretato. La bufala riguardava un verbale della polizia che parlava di omosessualità
Sono un garantista di massima e finchè non vedo un riscontro di fatti non credo, per cui non do giudizi su cose che non so, ma penso che chi deve fare chiarezza non sia il Vaticano ma che chiarezza non possa esserci finchè alcuni atti, se ci sono, restano secretati. Alla fine, ad uscirne danneggiata è solo l'immagine della chiesa, ancora una volta presentata come trafficona e Boffo appare come l'agnello sacrificale, immolato sull'altare degli intrighi politici. Non mi convince questa versione, anche se fa comodo a gran parte del mondo anticlericale, almeno finchè tutti gli atti non escono allo scoperto, se ci sono. Se non ci sono lo si dica una volta per tutte, l'innocenza trionfi e chi ha calunniato paghi