venerdì 12 febbraio 2010

Il Papa: "Il Cristianesimo non e' un moralismo, non siamo noi che dobbiamo fare qualcosa che Dio si aspetta" (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: IL CRISTIANESIMO NON E' UN MORALISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 feb.

"Il Cristianesimo non e' un moralismo, non siamo noi che dobbiamo fare qualcosa che Dio si aspetta.
Cio' che siamo dobbiamo esserlo anche nel nostro agire: non possiamo solo obbedire a una legge esteriore". E nemmeno ci e' chiesto "un moralismo eroico". Lo ha detto il Papa nella lectio divina tenuta questa sera al Seminario Maggiore di Roma.
Parlando completamente a braccio, Benedetto XVI ha ricordato il concetto di "giustizia" nell'Antico Testamento per il quale si e' giusti se si "vive bene nella Parole di Dio".
"Questo - ha sottolineato - rimane ma la vera giustizia per il cristiano non consiste nell'obbedienza a alcune norme ma nell'amore creativo che trova da se' l'abbondanza del bene".
Il Papa teologo ha ripetuto ai 200 seminaristi di Roma un concetto che aveva evocato anche nelle prime parole pronunciate appena eletto, il 18 aprile del 2005, quando affacciandosi per la prima volta dalla Loggia della Basilica Vaticana aveva parlato di se stesso come di "un umile lavoratore della Vigna del Signore". "Dio - sono state le sue parole questa sera - ha piantato una vigna in questo mondo, ha coltivato la sua vigna con l'intento di trovare frutti. Ed ha creato il suo popolo per trovare la risposta dell'amore: cerca l'amore della sua creatura, vuole entrare in una relazione d'amore con il mondo tramite il popolo da lui eletto. Ma la storia concreta e' di infedelta': invece che l'uva arrivano piccole cose immangiabili. L'uomo si ritira, vuole avere il frutto per se', la vigna viene devastata". "Ma Dio - ha scandito Ratzinger - non si arrende, trova un altro modo per arrivare, si fa uomo, diventa egli stesso la vite indistruttibile: non puo' essere distrutta, Dio stesso si e' impiantato in questa vite. Ci chiama di essere in lui la nuova vite, a rimanere in lui. Il sangue di Cristo diventa nostro sangue, siamo ora imparentati col Figlio e cosi' con l'amore eterno. Dobbiamo rimanere in questo nuovo dono del Signore, che ci ha fatto popolo in se stesso". "Dio stesso - ha ripetuto il Papa - si fa uomo in noi ci chiede di entrare nella gioia del portare frutto: vi ho costituiti peche' andiate, e' questo il dinamismo che vive nell'amore di Cristo".

© Copyright (AGI)

3 commenti:

euge ha detto...

GRANDE PAPA BENEDETTO!!!!!!!

laura ha detto...

eccezionale, straordinario!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

c'è un passaggio nel Gesù di Nazaret molto simile, già quando l'avevo letto allora mi ero commossa ed entusiasmata