giovedì 11 febbraio 2010

La svolta di Papa Ratzinger: La bussola del suo Pontificato si sposta dallo Stato agli Stati (Paolo Messa). Da leggere ed assaporare


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Il Papa: "Antonio, alla scuola di Francesco, mette sempre Cristo al centro della vita e del pensiero, dell’azione e della predicazione. È questo un altro tratto tipico della teologia francescana: il cristocentrismo. Volentieri essa contempla, e invita a contemplare, i misteri dell’umanità del Signore, in modo particolare, quello della Natività, che gli suscitano sentimenti di amore e di gratitudine verso la bontà divina" (Catechesi)

«Notizie nascoste al Papa». Le voci, e il capo della Chiesa decide che bisogna intervenire (Accattoli)

I giornali e il caso Boffo-Feltri, la segreteria di Stato: notizie senza fondamento (Bobbio)

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Una ferita che resta aperta. La struttura vaticana ha reagito facendosi scudo del Papa (Massimo Franco)

Il messaggio del Papa ha due destinatari: all'esterno immagine di unità della Santa Sede, all'interno duro "alt" di Benedetto alle lotte intestine

Il caso Boffo, la Segreteria e Benedetto XVI...(Pietro De Marco). Per meditare!

Su segnalazione di un carissimo amico del blog e di Alessia leggiamo questo articolo, da cui possiamo dedurre anche molte considerazioni sugli avvenimenti degli ultimi giorni.

Dallo stato agli stati

La svolta di Papa Ratzinger

La bussola del suo pontificato si sposta dallo Stato agli Stati. Più dottrina e geopolitica che dinamiche sociali nazionali

Paolo Messa

Il cuore romano della Chiesa è in subbuglio e non sono bastati i comunicati ufficiali partiti dalla Città del Vaticano a soffocare le polemiche. È difficile negare che vi sia, una sorta di derby all'interno delle gerarchie di Oltretevere.

Sarebbe però interessante ed utile provare a distinguere fra le beghe interne (sopra le righe ma legittime) con le scelte di fondo operate dal Pontefice.

Da alcune settimane ormai i giornali italiani sono intenti a raccontare, a metà fra il gossip e la telenovela, come la vicenda Boffo sia rivelatrice – sia pure con modalità assolutamente discutibili – di un cambio di regime, dal saldo governo di Camillo Ruini a quello del neo Segretario di Stato Tarcisio Bertone. In effetti, le truppe - giornalistiche e non - si sono disposte sul campo secondo l'idea di questo dualismo.
Il punto è: il duello che agita le penne italiane e non pochi porporati va ascritto solo alla voce «potere temporale» oppure lo spostamento del baricentro vaticano dalla Cei alla Segreteria di Stato e da Avvenire all'Osservatore Romano è il segno di un preciso indirizzo di questo pontificato? Ruini è stato l'apologeta di una precisa idea di Chiesa italiana in un periodo di lunga transizione. È stato il simbolo di una sorta di «terzismo» cattolico: patriottico, impegnato politicamente ma trasversalmente, radicato nei gangli delle dinamiche sociali nazionali. La sua solida ed abile guida della Cei ha consentito ai vescovi di giocare un ruolo di primo piano nelle scelte strategiche del Paese.
Il passaggio da Wojtyla a Ratzinger segna inevitabilmente una discontinuità, come si direbbe in politica.
Il Santo Padre ha scelto per il suo Magistero una linea che è quella esemplarmente condensata nell'enciclica «Caritas in veritate».
L'elemento dottrinale diviene prioritario e l'interesse si sposta, dallo Stato agli Stati. Geopolitica ed economia sono gli argomenti che destano maggiore attenzione e curiosità.
Il lavoro del nuovo direttore dell'Osservatore Romano, Gian Maria Vian, va guardato con attenzione e rispetto proprio perché, oltre ad essere fatto pregevolmente, rappresenta la direzione verso la quale questa Chiesa guarda.
E lì che si ritrova la bussola di un pontificato difficile ma avvincente. Nei prossimi mesi è possibile che la Chiesa si ritrovi più disinteressata alle battaglie sulla legge 40 e più interessata agli equilibri strategici (e alla relativa evangelizzazione) in Cina e in Africa. È comprensibile che alcuni politici, non pochi giornalisti e qualche organizzazione laicale, si possano sentire smarriti in questo nuovo contesto.
Meno condivisibile è consentire invece che si guardi alle questioni di fondo della Chiesa dal buco della serratura o con l'idea che tutto si risolva in un risiko di nomine. Avendo in questi decenni non particolarmente brillato in Italia, evitiamo di esportare il nostro provincialismo Oltretevere. Piuttosto, rileggiamoci una volta ancora «Caritas in veritate».

© Copyright Il Tempo, 11 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Foglio non molla, Raffa.
Sabato usciranno con un articolo che dal titolo è già tutto un programma:
Sine ira ac studio.Ritratti paralleli del cardinal Bertone e di GM Vian
Oggi invece: Rassegna stampa da cattivo umore in prima e una vignetta a pag. 3 che non ho particolarmente capito né apprezzato.
Alessia

Anonimo ha detto...

Italia, Stati Uniti, Brasile. Dal Vaticano alla conquista del mondo
su www.chiesa

Raffaella ha detto...

Che stress, Alessia!
Ma dove vogliono arrivare?
R.

sonny ha detto...

Con tutta la mia buona volontà, io non ci sto capendo più un fico secco..

Anonimo ha detto...

Vogliono arrivare alla defenestrazione di Vian e Bertone e alla loro sostituzione con elementi graditi alla loro chiamiamola "cordata". Evidentemente di quello che è il volere di Papa Benedetto, la sua visione geopolitica e ecclesiale non gliene può fregar di meno. Hanno deciso che Bertone (e Vian), non è in sintonia con il Papa e non cambieranno idea, continueranno a martellare sino ad arrivare inevitabilmente a un attacco contro il nostro Benedetto.
Alessia

euge ha detto...

per sonny: credo che riuscire a capire dove vogliono andare a parare sia quasi impossibile.
lasciamoli cuocere nel loro brodo e vediamo che cosa ancora riusciranno a " costruire ".

L'importante almeno per me, è che lascino fuori Benedetto XVI da tutto questo schifo!