mercoledì 10 febbraio 2010

I giornali e il caso Boffo-Feltri, la segreteria di Stato: notizie senza fondamento (Bobbio)


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IL "CASO" DINO BOFFO: RASSEGNA STAMPA

Il Vaticano: contro il Papa una campagna diffamatoria

I giornali e il caso Boffo-Feltri, la segreteria di Stato: notizie senza fondamento
«Piena fiducia» al cardinal Bertone e al direttore dell'Osservatore Romano


Alberto Bobbio

Città del Vaticano
Adesso basta, perché 17 giorni di calunnie e veleni sono veramente troppi. Ieri la Santa Sede ha deciso di intervenire con un comunicato dai toni molto duri sulla campagna che tiene banco sui principali quotidiani italiani, con un corollario di blog e siti internet, contro il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, e il direttore dell'«Osservatore Romano», il professor Gian Maria Vian, accusati di essere il primo il mandante e il secondo il braccio esecutivo dell'attacco del «Giornale» di Vittorio Feltri, che alla fine dell'estate ha portato alle dimissioni del direttore di «Avvenire» Dino Boffo.
Il comunicato denuncia che tutto «ciò sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice».
Il testo è stato diffuso dalla Sala Stampa vaticana ieri nel primo pomeriggio ed è stato pubblicato significamene in prima pagina dal quotidiano vaticano con un avvertimento in corsivo: «Il Santo Padre ha approvato il seguente comunicato e ne ha ordinato la pubblicazione». La nota vaticana rileva che dal 23 gennaio è in atto una campagna di stampa sulle dimissioni di Dino Boffo «con l'evidente intenzione di dimostrare una implicazione nella vicenda del direttore de "L'Osservatore Romano", arrivando ad insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato». Ebbene, «queste notizie e ricostruzioni non hanno alcun fondamento».
Il comunicato mette in fila quindi altre falsità, riportate dai blog e dai giornali. Si è scritto che i documenti su Boffo sono arrivati a Feltri dalla Gendarmeria vaticana e dal direttore del giornale vaticano? Falso. Si è scritto che Vian ha trasmesso o avvallato «in qualsiasi modo informazioni su questo documenti»? Falso. Come pure è falso che Vian abbia scritto «sotto pseudonimo» o abbia «ispirato articoli su altre testate».
La polemica nasce qualche mese fa quando il blog di Sandro Magister, vaticanista dell'«Espresso», denunciò che un articolo anti Boffo apparso sul «Giornale» di Feltri a firma di Diana Alferi era stato in realtà scritto da Gian Maria Vian. Ieri la nota approvata dal Papa spiega che questo «moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili», ripetute «sui media con una consonanza singolare», hanno lo scopo di attribuire al direttore dell'«Osservatore Romano» «in modo gratuito e calunnioso, un'azione immotivata, irragionevole e malvagia». Eppure per la nota vaticana l'obiettivo è un altro, cioè l'avvio di una campagna «diffamatoria» contro il Papa e la Santa Sede.
In questi giorni molti giornali hanno scritto che il Papa non interveniva nella vicenda, perché era male informato. Qualche giorno fa il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aveva sottolineato che il Papa è informato di tutto. Ma evidentemente non è bastato, perché ieri alcuni quotidiani hanno insinuato che gli articoli più delicati erano stati nascosti a Benedetto XVI e non apparivano nella rassegna stampa che arriva sul suo tavolo al mattino. Il comunicato di ieri precisa di nuovo che il Papa «è stato sempre informato» e che «deplora» gli «attacchi ingiusti e ingiuriosi» ai due suoi collaboratori. E aggiunge che ad essi, cioè al cardinale Bertone e al professor Vian, «rinnova piena fiducia». Infine, il testo sottolinea che il Papa «prega perché chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perché si affermino la verità e la giustizia».
In serata anche la Conferenza episcopale italiana, con una nota, ha fatto sapere di condividere le preoccupazioni della Santa Sede, sperando che il comunicato vaticano «contribuisca a rasserenare il clima, segnato da una vicenda dolorosa che in questi mesi è andato oltre la sua valenza effettiva». La stessa cosa è stata auspicata con una dichiarazione dal presidente dell'Azione Cattolica, Franco Miano.
Ma il clima nei media non sembra affatto cambiare in meglio. Ieri sera il «Foglio» di Giuliano Ferrara, il giornale che per primo aveva riaperto il caso Boffo il 23 gennaio mettendo sotto accusa Vian e Bertone e parlando anche di guerra aperta tra la Cei e la segreteria di Stato, ha anticipato il suo editoriale di questa mattina, nel quale scrive di «violenza verbale inconcludente» del comunicato vaticano e ne attribuisce la paternità a Vian, che lo ha scritto dopo «ben 17 giorni di esitazione». L'editoriale prosegue, denunciando che adesso la strategia di Vian e del Vaticano è quella di «silenziare ed esporre alla gogna l'informazione laica, libera e amica che denuncia il fattaccio e ne spiega le ragioni».

© Copyright Eco di Bergamo, 10 febbraio 2010

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