domenica 7 marzo 2010

Il Papa: la Protezione civile ci mette il cuore (Izzo)


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Il Papa: senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo poichè l'amore del prossimo non può essere delegato (Gasparroni)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Papa: la protezione civile ci mette il cuore

(AGI) - CdV, 6 mar.

(di Salvatore Izzo)

"Il vostro impegno e' un servizio reso alla dignita' dell'uomo fondata sul suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio. Oltre che custodi del territorio, siate sempre piu' icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignita' dell'uomo e suscitando speranza". E' un grande riconoscimento a Guido Bertolaso e ai "suoi uomini" quello di Benedetto XVI nel discorso agli 8 mila tra funzionari e veolontari del sistema della Protezione Civile accompagnati oggi in Vaticano dallo stesso sottosegretario e da Gianni Letta. Il Papa ha voluto ringraziarli "non solo per tutto quello che hanno fatto ma per come lo hanno fatto". "Sempre - ha ricordato - ci sara' solitudine. Sempre ci saranno anche situazioni di necessita' materiale nelle quali e' indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore del prossimo". E questo, ha scandito Ratzinger, "non puo' essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo". Per il Papa, dunque, "i volontari non sono dei 'tappabuchi' nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della societa'. Senza volontariato, il bene comune e la societa' non possono durare a lungo, poiche' il loro progresso e la loro dignita' dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno piu' del loro stretto dovere". In Italia, del resto, "il sistema della Protezione Civile in Italia e' "una delle espressioni piu' recenti e mature della lunga tradizione di solidarieta' che affonda le radici nell'altruismo e nella generosita' del popolo italiano, un fenomeno nazionale, che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi e oggi comprende circa un milione e trecentomila membri, suddivisi in oltre tremila organizzazioni".
Non solo: per Benedetto XVI "le finalita' e i propositi della vostra associazione hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative, che hanno contribuito al formarsi di un'identita' nazionale del volontariato di Protezione Civile, attenta ai bisogni primari della persona e del bene comune".
"I termini 'protezione' e 'civile' rappresentano - ha aggiunto - delle precise coordinate ed esprimono in maniera profonda la vostra missione, direi la vostra 'vocazione': proteggere le persone e la loro dignita' - beni centrali della societa' civile - nei casi tragici di calamita' e di emergenza che minacciano la vita e la sicurezza di famiglie o di intere comunita'". Papa Ratzinger ha anche ricordato che la missione della Protezione Civile accanto alla gestione dell'emergenza, prevede "un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune, il quale rappresenta sempre l'orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove". "Queste - ha osservato il Pontefice - sono un'occasione di discernimento e non di disperazione. Offrono l'opportunita' di formulare una nuova progettualita' sociale, orientata maggiormente alla virtu' e al bene di tutti". Mentre e' fondamentale anche il contributo offerto dalla Protezione Civile ai raduni organizzati dalla Chiesa, a cominciare dalla Gmg di Tor
Vergata e dall'Agora' di Loreto. "Come non pensare con ammirazione - si e' chiesto - ai tanti volontari e volontarie che hanno garantito assistenza e sicurezza alla folla sterminata di giovani, e non solo, presente all'indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventu' del 2000, o venuta a Roma per l'ultimo saluto al Papa Giovanni Paolo II?".
"Ringrazio il sottosegretario Guido Bertolaso per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti e per cio' che fa per la societa' civile", ha detto ancora il Papa in risposta al saluto del capo della Protezione Civile che aveva fatto riferimento sia all'invito a incontrarsi in Vaticano rivolto dal Papa ai volontari della Protezione Civile in occasione della sua visita in Abruzzo dello scorso aprile, sia alle difficolta' di questo momento "in cui si vorrebbero confondere le responsabilita' di alcuni e il merito di moltissimi".
Meriti che ha rivendicato con voce commossa: "tutto il mondo e la stampa internazionale si sono stupiti di frnte alle tendopoli che abbiamo creato e al numero degli ospiti che in quelle tende hanno passato mesi giovandosi dell'assistenza dei volonri", ha detto con voce commossa. "L'Italia intera ed ogni suo cittadino - ha sottolineato - si e' vista regalare dalla Protezione Civile un vero straordinario patrimonio operativo, ma soprattutto etico, un valore prezioso che oggi rivendico con orgoglio ed e' costituito da donne e uomini che insieme hanno scelto di essere sempre pronti a servire il prossimo".
Al termine dell'udienza con i volontari provenienti da tutta Italia, Papa Ratzinger ha indossato brevemente una giacca blu della Protezione civile scatenando l'applauso delle migliaia di volontari presenti nell'Aula Paolo VI.
In prima fila, insieme ai volontari, un cardinale e sei presuli italiani: il card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, mons. Giuseppe Betori, ordinario di Firenze ed ex volontario (e' stato uno degli "angeli del fango" quando straripo' l'Arno) mons. Edoardo Menichelli di Ancona, mons. Giuseppe Molinari dell'Aquila, mons. Mariano Crociata, segretario della Cei, mons. Domenico Sigalini, assistente generale dell'Azione Cattolica, e mons. Giovanni D'Ercole, ausiliare dell'Aquila e delegato per la ricostruzione.

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