sabato 6 marzo 2010

Benedetto XVI in visita nella parrocchia romana di San Giovanni della Croce. Il parroco: "E' un dono venuto dal cielo" (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI in visita nella parrocchia romana di San Giovanni della Croce. Il parroco: "E' un dono venuto dal cielo"

Oltre tremila famiglie, con un nucleo di altre mille circa che andranno ad occupare i nuovi appartamenti costruiti a Porta di Roma. E’ questa la realtà della parrocchia di San Giovanni della Croce – situata a Colle Salario, nella zona nord della capitale – che Benedetto XVI visiterà domattina e nella quale presiederà la Messa. Il quartiere, creato 25 anni fa, vede da 21 anni la presenza costante del parroco don Enrico Gemma, che lo descrive al microfono di Luca Collodi:

R. – Il quartiere è formato dal ceto medio, però c’è anche una realtà di case popolari: in queste case popolari, e non soltanto in esse, ci sono delle problematiche, ma oltre ad alcuni casi di povertà non solo economica - saranno un centinaio - che noi seguiamo con la Caritas parrocchiale, il quartiere è abbastanza sereno.

D. – Don Gemma, qual è in questa parrocchia il ruolo dei laici?

R. – Il ruolo dei laici è, specialmente in quartieri come questo, fondamentale, perché quando la comunità non è ancora formata, quando la gente ancora non si conosce non c’è un tessuto sociale di integrazione, è importante che i laici vengano coinvolti e loro stessi diventino evangelizzatori. Noi abbiamo circa un centinaio di laici impegnati in parrocchia, impegnati nei vari servizi, nei vari ministeri, nei vari uffici, impegnati anche nei vari cammini spirituali, perché questa è la forza, non è che siamo soltanto degli operatori pastorali, ma siamo prima di tutto dei discepoli di Gesù.

D. – Un quartiere come quello del nuovo salario, che vede come suoi collaboratori un sacerdote africano e uno dell’America Latina...

R. – Sì, questa è una caratteristica che parte da un mio sogno. Già quando si stava costruendo la chiesa, chiesi al vicariato di progettare una casa canonica abbastanza accogliente e la risposta era: “ Ma chi ci viene al raccordo anulare? Basta una cameretta per il parroco e una per il vice parroco”. Io ho cercato di fare sei stanze e la canonica è sempre piena. Abbiamo accolto seminaristi, abbiamo accolto sacerdoti, e questo anche per la gente, la nostra gente, è un segno, quando vedono dei sacerdoti di varie nazionalità anche appartenenti a vari movimenti questo dà più l’idea veramente della Chiesa. La Chiesa è questo.

D. – Don Gemma come si inserisce la visita del Papa in questo contesto pastorale del quartiere?

R. – Come un dono, una grazia, come ho scritto e detto, una grazia piovuta dal cielo. Noi sappiamo che Maria, la Madre della Chiesa, ci ha accompagnato sempre in questo cammino con dei segni particolari ed anche questo lo abbiamo accolto come un segno e un dono di Maria, che ha fatto crescere una comunità ed ecco che adesso porta il vicario di Cristo per confermarci nella fede e per avviare sicuramente una nuova fase di cammino di questa comunità.

Al termine della celebrazione eucaristica, il Papa incontrerà in una sala interna della parrocchia i membri del Consiglio Pastorale. Davide Dionisi ha chiesto a una di loro, la signora Diana Marchetti, i sentimenti che animano il quartiere alla vigilia di questo avvenimento:

R. – Quello che veramente abbiamo nel cuore come comunità parrocchiale è che sentiamo arrivare il Papa come un grandissimo dono e vorremmo tanto essere anche noi un dono per lui, vorremmo fargli trovare una famiglia che lo accolga.

D. – In quale contesto vi muovete, quali le caratteristiche del tessuto sociale di zona?

R. – Il quartiere non offre grandi possibilità di svago o tante iniziative. Proprio in questo cerca d’intervenire la parrocchia ed il folto gruppo della Caritas che aiuta le 40-50 famiglie bisognose. Ma soprattutto, la nostra parrocchia ha anche la caratteristica di avere la presenza di movimenti ed associazioni: il gruppo Sacri, il Movimento dei Focolari, il Cammino neocatecumenale, il Rinnovamento nello Spirito, abbiamo una presenza della Casa di Maria, un’associazione anche all’interno.

D. – Si tratta quindi di una parrocchia viva sotto questo punto di vista…

R. – Direi proprio di sì, viva. Vorrei però sottolineare che i movimenti e le associazioni non fanno tra di loro un cammino parallelo ma cerchiamo di vivere proprio come si fa in una famiglia e quindi a volte lasciamo le cose dei nostri movimenti ed associazioni per il bene comune della parrocchia.

D. – Che cosa vi aspettate dalla visita del Santo Padre?

R. – Ci aspettiamo uno sguardo paterno. Siamo sicuri che vorrà darci delle indicazioni e che quelle stesse indicazioni saranno senz’altro la nostra bussola, la nostra guida.

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