sabato 6 marzo 2010

Il «repulisti» nella Chiesa non si ferma, anzi «adesso è più che mai necessario arrivare fino in fondo e togliere le mele marce» (Galeazzi)


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GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

«A maggior ragione si andrà avanti».
Il «repulisti» nella Chiesa non si ferma, anzi «adesso è più che mai necessario arrivare fino in fondo e togliere le mele marce», assicurano nei Sacri Palazzi. «A lavoro finito il caos delle polemiche lascerà spazio alla verità che distingue il bene dal male, il colpevole dall’innocente».
Dei fulmini in arrivo da Ratisbona, Benedetto XVI era stato avvertito alcuni giorni fa. Lo scandalo tedesco piomba nell’appartamento papale mentre il Pontefice sta terminando la lettera all’Irlanda sconvolta dalle colpe del «clero infedele».
La compassione per le vittime, il dolore per il danno arrecato alla «testimonianza della Chiesa», la fiducia tradita dei fedeli.
C’è tutto questo nella sofferenza di Benedetto XVI, nel momento decisivo della sua lotta alla pedofilia.
Mentre la Chiesa mondiale attende il documento che farà del nuovo «modello irlandese» la strada da seguire ovunque, la bufera peggiore è giunta Oltretevere dalla madre patria. Nel giro di due settimane in Germania prima è esplosa la polemica per le violenze commesse dai religiosi a Monaco anche negli anni in cui Joseph Ratzinger guidava l’arcidiocesi bavarese, poi ieri è stato addirittura tirato in ballo il nome del fratello Georg in una storia di abusi sessuali ai danni di bambini e adolescenti affidati a sacerdoti.
«La Santa Sede sta prendendo molto sul serio tutta la vicenda della pedofilia in Germania», si limita a dire il vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, padre Ciro Benedettini, precisando che il Vaticano non vuole intervenire direttamente sul caso del coro di Ratisbona. Intanto, però, Benedetto XVI tira dritto e prepara le linee d’azione degli episcopati di fronte agli scandali-pedofilia. «Wojtyla veniva dalla Chiesa dell’Est dove spesso per screditare un prete scomodo al regime si ricorreva ad accuse a sfondo sessuale, perciò stentava a concepire che un uomo di Dio potesse effettivamente macchiarsi della più ripugnante delle ignominie - spiega un capo dicastero tra i più ascoltati da Benedetto XVI-. Ratzinger, da prefetto dell’ex Sant’Uffizio, aveva un’intera sezione piena di dossier sui sacerdoti pedofili, quindi il suo approccio è stato subito più pragmatico. E infatti, appena diventato Papa, ha sanzionato duramente il fondatore dei Legionari di Cristo, padre Maciel, responsabile di decine di abusi».
Dal Nord America all’Australia, Benedetto XVI lavora per squarciare il velo di ipocrisia che molti, anche nelle gerarchie ecclesiastiche, avevano supposto che la Chiesa intendesse ancora innalzare a difesa delle violenze del clero. Venerdì prossimo il leader dei vescovi tedeschi, Robert Zollitsch sarà a rapporto dal Papa e già prima di arrivare in Vaticano ammette che «nell’udienza sarà trattata la tematica degli abusi sessuali». Come emergerà ancora più chiaramente dalla lettera all’Irlanda, la «tolleranza zero» di Ratzinger non si riduce ad un anatema religioso e chiama in causa oltre alla giustizia divina quella terrena. Dunque, i vescovi dovranno denunciare le nefandezze ai magistrati. I preti pedofili andranno sempre portati davanti ai giudici. Nulla legittimerà l’omertà davanti alla «vergogna» e le diocesi avranno l’obbligo di farsi carico delle «sofferenza delle vittime». Nessuna copertura, nessuno sconto, nessuna protezione per i colpevoli dei misfatti: devono essere giudicati e puniti in maniera inequivocabile. Il Papa sa bene che suo fratello non era a conoscenza degli abusi subiti da giovani cantori del duomo di Ratisbona, ma teme «la notte in cui tutte le vacche sono nere». La sua preoccupazione è che la sua capillare opera di pulizia nella Chiesa sia sovrastata dall’onda anomala del fango, dalla «caccia alle streghe» in cui le colpe autentiche dei singoli finiscono confuse in un indistinto e generalizzato atto d’accusa alla Chiesa.

© Copyright La Stampa, 6 marzo 2010 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Don Cristiano.
Vedi Raffa? Per me è diventato un chiodo fisso! Occorre cambiare RAMAZZA! Allontanare i Vertici in Vaticano e ricominciare il vero repulisti ... accompagnati dallo Spirito Santo ...