sabato 6 marzo 2010

La linea di Benedetto XVI, dall’Irlanda all’Olanda alla Germania, è e sarà di «tolleranza zero» contro i preti pedofili e chi li copre (Vecchi)


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In questo panorama sconfortante Benedetto XVI si staglia ogni giorno di più come l’unico punto di riferimento credibile (Valli). Da incorniciare!

Su segnalazione di Mariateresa leggiamo:

La Santa Sede gioca d’anticipo
«Trasparenza cristallina»


di Gian Guido Vecchi

Dal punto di vista personale, non c’è forse nulla che possa addolorare di più Benedetto XVI di un attacco contro l’amatissimo fratello maggiore.
Georg Ratzinger, 86 anni, è la famiglia di Joseph.
«Dall’inizio della mia vita, mio fratello è stato sempre per me non solo un compagno, ma anche guida affidabile», ha raccontato.
«È stato per me un punto di orientamento e di riferimento con la chiarezza, la determinazione delle sue decisioni. Mi ha mostrato sempre la strada da prendere, anche in situazioni difficili».
Chiarezza, appunto. Oltretevere si ripete che la linea di Benedetto XVI, dall’Irlanda all’Olanda alla Germania, è e sarà di «tolleranza zero» contro i preti pedofili e chi li copre: processi avocati all’ex Sant’Uffizio, riduzioni allo stato laicale, denunce alla magistratura, la Santa Sede sta pure lavorando all’«aggiornamento» e quindi alla modifica dello stesso diritto canonico, per rendere più «rapida e efficiente» la normativa contro la pedofilia. E, soprattutto, trasparenza, «anche sulle cose del passato più remoto, perché non si dica che si vuol nascondere qualcosa».
Per questo, ieri mattina, mentre dalla Germania rimbalzava la notizia dei casi di pedofilia «nell’ambiente» del coro di Ratisbona, nell’Appartamento papale non c’è stata sorpresa. Il vescovo di Ratisbona Gerhard Ludwig Müller, il primo a parlarne, è conosciuto e apprezzato da Benedetto XVI e tra l’altro è curatore dei Gesammelte Schriften di Joseph Ratzinger, le «opere complete» che si stanno pubblicando da Herder.
Il presidente dei vescovi tedeschi, Robert Zollitsch, sarà ricevuto dal Papa venerdì prossimo. Difficile pensare che l’iniziativa della lettera pubblicata su Internet e la conferenza stampa sul caso Ratisbona fossero state decise senza che Benedetto XVI ne fosse già informato.
Oltretevere si spiega che la Santa Sede ha voluto, per così dire, «giocare d’anticipo»: e raccontare come stanno le cose «a scanso di possibili speculazioni», prima che la vicenda finisse da sé sui giornali. Nessun imbarazzo: solo il timore che da qualche parte partissero schizzi di fango. Meglio chiarire subito i fatti: il caso accertato di pedofilia prima che monsignor Georg divenisse direttore del coro, gli altri (fondati) sospetti di abusi che riguardano tuttavia la scuola e il collegio — istituzioni collegate al coro, non il coro in sé. Precisazioni per allontanare le ombre dal fratello del Papa.
Resta la gravità dei fatti. «La Santa Sede sta prendendo molto sul serio lo scandalo pedofilia in Germania», è stato l’unico commento ufficiale. Ovunque si proseguirà con la linea della «trasparenza cristallina», tanto che a giorni il Papa renderà pubblica la sua lettera ai cattolici irlandesi e tutto il suo «sdegno, tradimento, vergogna». Che i vescovi tedeschi lavorino in sintonia con Roma lo dimostra del resto la creazione di un «gruppo di lavoro» sugli abusi: tra le altre cose, avvertirà la magistratura dei casi di cui viene a conoscenza.

© Copyright Corriere della sera, 6 marzo 2010 consultabile online anche qui.

Molto bello questo articolo, ma m permetto di dire che la Santa Sede non ha impedito gli schizzi di fango, purtroppo!
Non dubito del fatto che il Papa fosse informato dell'iniziativa del vescovo di Ratisbona e dell'attuale direttore del coro dei Regensburger Domspatzen ed era lodevole la decisione di lasciare ogni dichiarazione ai prelati tedeschi, ma...c'e' un ma!
Quando su tutti i siti internet, le agenzie e soprattutto i telegiornali il nome del fratello del Papa e' stato associato alla parola pedofilia, occorreva intervenire immediatamente ed impedire lo sciacallaggio italiano.
Quando la foto di Mons. Georg si e' affacciata ovunque, si doveva prendere in mano la situazione.
Non e' stato fatto ed infatti ci ritroviamo dei "meraviglosi" titoli stamattina.
Parliamoci chiaro: non si puo' bacchettare Tornielli, citandolo per nome, per gli Anglicani e Magister per gli Ortodossi e tacere quando c'e' di mezzo il fratello del Papa e, con lui, Benedetto XVI stesso
.
R.

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