sabato 6 marzo 2010

Card. Saraiva Martins: no agli «eccessi giacobini che danneggiano l’indispensabile opera di purificazione intrapresa coraggiosamente dal Papa»


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Pedofilia in Germania: la Santa Sede «attenta» (Cardinale)

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La stampa italiana sprofonda sempre di più nella melma: gravi ed insinuanti i titoloni dei giornaloni di oggi

Il problema della formazione dei preti. Coro di Ratisbona, Valli: a nessuno è lecito cercare surrettiziamente di coinvolgere il Pontefice

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Strane coincidenze italo-tedesche. Un venerdì di Quaresima che non finisce mai: il commento di Maria

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ll cardinale di Curia Josè Saraiva Martins

“Ma attenti ai teoremi giacobini”

Il coinvolgimento del fratello del Papa è privo di ogni fondamento. E’ assurdo presumere che monsignor Georg Ratzinger dovesse essere a conoscenza degli abusi sessuali commessi nel coro da lui diretto».

Il cardinale di Curia Josè Saraiva Martins, stretto collaboratore di Benedetto BXVI (promosso un anno fa all’ordine dei vescovi del Sacro Collegio come segno di particolare stima del Pontefice) mette in guardia dagli «eccessi giacobini che, facendo di ogni erba un fascio, danneggiano la società e anche l’indispensabile opera di purificazione della Chiesa intrapresa coraggiosamente da Benedetto XVI».

Lo scandalo-pedofilia sale di livello?

«La pedofilia nel clero purtroppo esiste ma generalizzare è un boomerang perché impedisce di individuare i veri casi di abusi e le situazioni nelle quali si deve intervenire duramente. Nessuno ha detto e fatto contro la pedofilia quanto Papa Ratzinger. Il rischio ora è che il teorema del “non poteva non sapere” applicato a un vescovo o al capo di un’istituzione religiosa produca l’effetto contrario a quello sperato».

Quali contraccolpi teme?

«Occorre affrontare le questioni in maniera pragmatica. Se si alzano polveroni privi di dati reali come quello attorno al fratello del Papa, poi si perde di vista il male vero che esiste e va rimosso senza riserve. E’ stato Benedetto XVI a volere la totale chiarezza e non esistono alternative alla sua linea. Meglio meno preti, ma preti migliori, quindi bisogna fare luce su tutte le zone ancora buie e i responsabili di abusi devono rispondere delle loro colpe anche alla giustizia civile».

Andrete avanti con la «tolleranza zero»?

«Si proseguirà nella necessaria opera di pulizia, collaborando con chi indaga sugli abusi compiti da sacerdoti e religiosi. Ma attenzione a perdere di vista il quadro generale. Io sono stato rettore della Pontificia università Urbaniana. Posso garantire che guidare un ateneo o un coro non significa sapere tutto ciò che accade al suo interno».

© Copyright La Stampa, 6 marzo 2010

1 commento:

massimo ha detto...

poche parole e chiare bastano.