domenica 7 marzo 2010
Il Papa «si è sentito come ferito, ha provato grande dolore» per "il caso Ratisbona" ma ha subito reagito ordinando che la vicenda fosse resa pubblica
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Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:
Pedofilia nel clero tedesco la "rabbia" di Benedetto XVI
Tra il Papa e suo fratello colloquio in Vaticano
ORAZIO LA ROCCA
CITTÀ DEL VATICANO
«Dispiacere, sofferenza, rabbia; ma anche tanta voglia di punire subito i colpevoli e parole di pietà per le giovani vittime». Benedetto XVI non ha nascosto la propria delusione quando nei giorni scorsi ha saputo che anche nel coro di Ratisbona, in Germania, c´erano stati casi di abusi sessuali su minori negli anni in cui direttore dello stesso coro era il fratello, monsignor Georg Ratzinger. La vicenda è stata resa pubblica dai vescovi tedeschi venerdì scorso, ma il Papa era stato informato, riservatamente, la settimana scorsa in Vaticano, mentre era impegnato a scrivere l´attesa lettera per le analoghe violenze sessuali compiute da sacerdoti e religiosi Irlandesi. Lettera che dovrebbe essere pubblicata durante la Quaresima, al massimo entro la festività di Pasqua del 4 aprile prossimo.
Ma le nuove rivelazioni sulle passate scabrose vicende del coro di Ratisbona non gli faciliteranno il compito. E in Vaticano non tutti giurano che il testo possa effettivamente vedere la luce. La notizia delle violenze sessuali nel coro di Ratisbona era stata riferita al Papa dal vescovo Gerhard Ludwig Muller, lo stesso che in Germania sta curando la pubblicazione della sua opera omnia. E quasi certamente Benedetto XVI è stato informato anche dal fratello Georg che proprio in quei giorni era suo ospite.
Quando il Papa ha saputo dei nuovi casi di pedofilia avvenuti - per di più - nella sua Ratisbona, «si è sentito come ferito, ha provato grande dolore», racconta chi gli è stato vicino in quei momenti, ma ha subito reagito «con forza» ordinando a monsignor Muller di rendere subito pubblica la triste vicenda.
Una scelta in perfetta sintonia con «quella linea di trasparenza, fermezza e voglia di fare pulizia perseguita con decisione dal Santo Padre di fronte a tragedie tanto gravi come sono i casi di pedofilia avvenuti in anni passati da parte di alcuni esponenti del clero», assicura padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede e portavoce papale. «E´ una linea già messa in atto - ricorda Lombardi - per gli analoghi casi avvenuti negli Usa, nella stessa Germania, in Irlanda, in Olanda dove i vescovi locali sono impegnati a fare chiarezza e ad aiutare le vittime senza reticenze».
La stessa linea ratzingeriana che ha spinto, quindi, monsignor Muller, due giorni fa, a rivelare le notizie su Ratisbona, riprese significativamente anche dalla Radio Vaticana e dall´Osservatore Romano che, nella edizione odierna, dedica alla vicenda un richiamo in prima pagina col titolo «Massima chiarezza per gli abusi in Germania» ed un ampio servizio a pagina 7 corredato da un comunicato in cui monsignor Muller rivela che «gli abusi di Ratisbona avvennero prima della direzione di monsignor Georg Ratzinger».
«La Santa Sede - si legge poi in un commento senza firma, ispirato quindi dal direttore Giovanni Maria Vian - appoggia la diocesi di Ratisbona nella propria disponibilità ad analizzare la dolorosa questione con decisione e in modo serio», auspicando che «altrettanta chiarezza venga fatta anche all´interno di altre istituzioni, pubbliche e private».
© Copyright Repubblica, 7 marzo 2010
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3 commenti:
Beh era quello che volevano......! Ferirlo e magari annientarlo lasciandolo in balia delle polemiche! Ma, Benedetto non è un fantoccio ma, una persona completamente affidata a Dio ed ha costruito la sua fede sulla roccia; non si lascia abbattere e per amore e rispetto della verità, sopporta con grtande dignità, amore e fede appunto le prove più dolorose per lui.
Prendano esempio da lui, coloro che gettano i sassi e ritirano le mani oppure, per paura evitano di affrontare le tempeste. Prendiamoa tutti esempio da questo dono di Dio che tanto bene sta facendo alla chiesa anche se continuamente contrastato e vigliaccamente abbandonato da chi lo dovrebbe sostenere ed aiutare.
Può essere ferito e provare dolore, ma nessuno può piegarLO
Sotto l'articolo di La Rocca c'è quello dell'ineffabile Tarquini: Georg R. non poteva non sapere e dai con gli exconvittori che riacquistano la memoria, dopo trent'anni. Ovviamente della scuola Odenwald nemmeno un accenno. Comunque, leggendo la stampa tedesca, se non fosse stato per le denunce della preside, nessun exalunno avrebbe mai parlato dei passatempi diffusi nella "prestigiosa" scuola laica dell'Assia. Eufemia
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