sabato 8 maggio 2010

Il Papa continua l'operazione "ramazza". Via anche Mixa, l'undicesimo presule travolto dallo scandalo degli abusi (Izzo)


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E improvvisamente agenzie e siti internet si destarono scoprendo di colpo le dichiarazioni del card. Schönborn

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: CONTINUA L'OPERAZIONE RAMAZZA, VIA ANCHE MIXA, L'11ESIMO PRESULE TRAVOLTO DALLO SCANDALO DEGLI ABUSI

(AGI) - CdV, 8 mag.

(di Salvatore Izzo)

Benedetto XVI continua a far pulizia nella Chiesa: ha accettato oggi le dimissioni dell'11esimo presule in poche settimane che lascia a seguito di sacndali: si tratta del vescovo di Augusta e ordinario militare per la Germania, mons. Walter Mixa, travolto da rivelazioni su malversazioni economiche e maltrattamenti inflitti a collegiali, alle quali nei giorni scorsi si e' aggiunto il sospetto di abusi sessuali. La settimana scorsa - afferma un comunicato della Curia di Augusta - la diocesi ha portato le accuse sollevate nei riguardi di mons. Mixa davanti alla Procura della Repubblica di Monaco, come stabilito dalle linee-guida della Conferenza Episcopale".
Alcuni media hanno voluto sottolineare che Mixa era stato uno dei primi presuli nominati da Ratzinger in Germania dopo il Conclave del 2005, ma se questo e' certamente vero non si puo' ignorare che la Nunziatura Apostolica e la Congregazione dei Vescovi hanno presentato al Papa una documentazione insufficiente, traendolo di fatto in inganno riguardo alla personalita' di Mixa, della quale evidentemente erano noti solo alcuni aspetti. E dunque l'episodio conferma e non smentisce la necessita' di proseguire con l'operazione "ramazza" che ha portato il Pontefice a dimissionare ben 11 presuli nell'ultimo mese.
La vicenda piu' drammatica e' stata quella del vescovo stupratore di Bruges, mons. Roger Vangheluw, che in aprile ha confessato di aver stuprato un suo nipote. A questa brutta pagina si e' riferito oggi il Papa che, incontrando i vescovi del Belgio, ha detto loro: "la vostra Chiesa e' stata provata dal peccato, solo Cristo quieta la tempesta e ridona forza e coraggio per condurre una vita santa, in piena fedelta' al ministero e alla consacrazione a Dio e alla testimonianza cristiana".
Se saranno provate le accuse di pedofilia rivolte a Mixa saranno quattro i casi accertati di presuli che hanno compiuto direttamente loro abusi sessuali.
Come per quello di Oslo, le accuse a Mixa riguardano atti compiuti dal presule prima della consacrazione episcopale mentre in Belgio purtroppo le violenze sono state consumate anche dopo. Un altro precedente di vescovo reo confesso di abusi continuati dopo la consacrazione e' avvenuto negli Stati Uniti con mons. Rembert Weakland, l'ex abate primate dei benedettini che fu capofila dei
vescovi progressisti negli Usa e poi dovette dimettersi quando si copri' che la relazione omosessuale da lui condotta nell'intero arco del suo episcopato era iniziata quando il giovane amante aveva 10 anni (oggi Weakland e' di fatto un militante per i diritti dei gay).
Anche mons. Vangheluwe appartiene all'ala progressista, tanto da aver fatto in Belgio una battaglia per il diaconato femminile. Questo dato rafforza quanto scritto dal Papa nella Lettera ai cattolci d'Irlanda: la rivoluzione del '68 ha aperto nella Chiesa una voragine morale.
Nel discorso di oggi il Pontefice e' tornato su questo tema quando ha difeso la corretta espressione e attuazione delle norme liturgiche. I sacerdoti, ha esortato, si prendano "cura" delle celebrazioni, soprattutto quelle eucaristiche, nelle quali - ha ripetuto - il mistero della Chiesa si manifesta "nella sua grandiosita' e semplicita'". "Il Concilio Vaticano II - ha aggiunto - ha insistito sul fatto che la Chiesa non puo' fare a meno del ministero dei sacerdoti. E' pertanto necessario e urgente conferigli il suo giusto posto e riconoscerne il carattere sacramentale insostituibile. Ne consegue, pertanto, la necessita' di una vasta e seria pastorale vocazionale, basata sulla santita' esemplare dei sacerdoti, l'attenzione ai germi di vocazione presenti in molti giovani e la preghiera assidua e fiduciosa, secondo il comando di Gesu'".
Per il Papa, inoltre, "la diminuzione del numero dei sacerdoti non deve essere vista come un processo inevitabile". Il Pontefice ha anche denunciato le "tendenze" negative figlie della secolarizzazione che colpisce il Belgio come molti altri Paesi: "mi riferisco - ha detto - alla diminuzione del numero di battezzati che testimoniano apertamente la propria fede e la propria appartenenza alla Chiesa, all'aumento progressivo dell'eta' media dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, all'insufficienza di persone ordinate o consacrate impegnate nella pastorale attiva o nei settori educativo e sociale, al numero esiguo di candidati al sacerdozio e alla vita consacrata".
Altri "punti delicati", ha aggiunto Benedetto XVI, riguardano la formazione cristiana dei laici, soprattutto delle giovani generazioni, e "le questioni relative al rispetto della vita e all'istituzione del matrimonio e della famiglia". Tutti ambiti a loro volta condizionati, non si e' nascosto il Papa, dalle "complesse e spesso inquietanti situazioni legate alla crisi economica, alla disoccupazione, all'integrazione sociale degli immigrati, alla coesistenza pacifica delle diverse comunita' linguistiche e culturali della nazione".
"Quella che le si avvicina oggi e' una Chiesa addolorata ma anche determinata ad affrontare questo tipo di problema con chiarezza", ha detto da
parte sua al Papa il primate del Belgio, mons. Joseph Andre' Leonard. Di tale
determinazione, ha aggiunto del belgio, "e' testimone, in particolare, l'intenso lavoro della commissione incaricata di trattare le denunce in materia di abusi sessuali che si sono verificati nel contesto pastorale". "Il Papa - ha poi assicurato lo stesso mons. Leonard incontrando i giornalisti dopo l'udienza - sa che la nostra posizione e' quella stessa che lui ha adottato". "Benedetto XVI - ha rivelato - mi ha chiesto informazioni sull'ex vescovo di Bruges". Di nuove norme sulla pedofilia, ha concluso, "abbiamo parlato negli incontri con la Congregazione per la dottrina della fede, con la quale siamo in sintonia".
In tema di nomine e' da segnalare oggi quella che premia uno dei piu' stretti collaboratori di Papa Wojtyla, l'attuale nunzio a Varsavia, mons. Jozef Kowalczyk, che diventa il nuovo primate della Polonia essendo stato nominato arcivescovo della sede storica di Gniezno, fino a qualche anno fa unificata a quella di Varsavia. Dopo la divisione tra le sedi, il card. Jozeph Glemp mantenne pero' la primazia sugli altri vescovi polacchi fino all'accettazione, alla fine del 2006, delle dimissioni presentate per ragioni di eta'. In quel momento il primate divenne l'arcivescovo di Gniezno Henryk Muszynski, oggi dimessosi anche lui per eta'. Il successore di Glemp a
Varsavia, nominato allora, mons. Wielgus, non eredito' dunque il titolo di primate e tra l'altro fu costretto alle dimissioni il giorno prima dell'inediamento, il 7 genanio 2007, per rivelazioni su una sua presunta collaborazione con i servizi segreti.
In quell'occasione fu tirato in ballo lo stesso mons. Kowalczyk che da nunzio a Varsavia avrebbe dovuto appurare e segnalare eventuali ombre sul candidato alla sede piu' importante della Polonia. Wielgus, che in realta' aveva solo firmato un modulo in cui si impegnava a collaborare con i servizi ma non aveva dato poi nessuna informazione, fu poi perdonato da Papa Ratzinger ma oggi non ricopre nessun incarico nella Gerarchia. Kowalczyk, che ha 72 anni, e' stato il capo della sezione polacca della Segreteria di Stato dal 1978, cioe' dall'elezione di Papa Wojtyla, all'89, quando fu nominato nunzio a Varsavia, firmando poi nel '93 il Concordato. Ha dunque grandi meriti, tra i quali aver organizzato le visite in Polonia di Giovanni Paolo II e quella di Benedetto XVI. E tuttavia sono prevedibili reazione negative per il fatto che si affida la sede primaziale a un diplomatico di lungo corso certamente coinvolto anche in nomine episcopali non opportunamente istruite. D'altra parte e' attesa a giorni la nomina di un nuovo prefetto della Congregazione dei vescovi, scelto da Ratzinger fuori dai giochi della Curia, l'australiano George Pell. Quello di attivare procedure piu' sicure per le nomine e' forse il piu' grave problema che il Papa deve risolvere.
Anche la decisione su chi sara' il delegato chiamato a riformare i Legionari di Cristo dopo le rivelazioni sui "delitti" di Marcial Maciel non puo' certo essere affidata a chi ha diretto la Congregazione per i religiosi in tutti questi anni e non ha fatto il necessario per attuare le decisioni del Papa contro gli abusi.

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Anche la decisione su chi sara' il delegato chiamato a riformare i Legionari di Cristo dopo le rivelazioni sui "delitti" di Marcial Maciel non puo' certo essere affidata a chi ha diretto la Congregazione per i religiosi in tutti questi anni e non ha fatto il necessario per attuare le decisioni del Papa contro gli abusi."

Non ha fatto il necessario?????
Anzi, Sua Eminenza Card. Franc Rode' ha lodato alla grande LdC e Maciel nel 2008, ben due anni dopo della sospensione. Tanto era scottante questa lode sperticata che l'hanno fatta sparire per giorni dal sito, per poi rimetterla su quando si sono accorti che esiste la cache di Google:

http://paparatzinger3-blograffaella.blogspot.com/2010/05/ricomparsa-la-famosa-omelia-del-card.html

Anonimo ha detto...

Weakland con un amante di 10 anni?

Questo è uno spettacolare FALSO.

Il rapporto é stato fra due adulti, Weakland, 43 anni, e Paul Marcoux, 32.

Essendo omosessuale non vuol dire essere nè abusatore nè pedofilo.