venerdì 21 maggio 2010

L'abbraccio nella musica tra il Papa e il Patriarca di Mosca (Sir)


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L'abbraccio nella musica tra il Papa e il Patriarca di Mosca

“Amato fratello in Cristo”. Sono le parole con cui Sua Santità Kirill I, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, si rivolge a Benedetto XVI, in un messaggio inviato al Papa e letto dal metropolita Hilarion in occasione del concerto di musica russa che si è tenuto il 19 maggio in Vaticano. Kirill definisce tale iniziativa “un evento di grande importanza nella storia degli scambi culturali tra le nostre Chiese”. “Per capire un popolo, bisogna ascoltarne la musica”, è la tesi del patriarca di Mosca: “E ciò si riferisce non soltanto alla musica liturgica ortodossa di cui oggi saranno eseguite alcune delle migliori realizzazioni, ma anche alle opere dei compositori russi scritte per le sale di concerto”.
“Negli anni delle persecuzioni per la Chiesa e del dominio dell’ateismo di Stato, quando la maggioranza della popolazione non aveva accesso alla musica sacra – la testimonianza di Kirill – queste opere, assieme ai capolavori della letteratura russa e delle arti figurative, hanno contribuito a portare l’annuncio evangelico, proponendo al mondo laico ideali di grande levatura morale e spirituale”.
Non è mancato nel messaggio di Kirill un accenno al rischio che senza la fede cristiana l’Europa smarrisca la propria identità. Il concerto di musica russa, svoltosi nell’Aula Paolo VI, è stato offerto dal metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, nonché autore di una delle sinfonie eseguite. Per la prima volta nella storia, tre gruppi musicali d’eccezione – l’Orchestra nazionale russa, il Coro sinodale di Mosca e la Cappella di Corni di San Pietroburgo – si sono riuniti in Vaticano per eseguire le opere di grandi compositori russi, tra cui Čajkovskij e Rachmaninov.

“Profonda gratitudine”. Ad esprimerla a Kirill è stato il Papa, nel discorso pronunciato al termine del concerto, definito dal Santo Padre “momento di incontro e di amicizia con i cari fratelli del patriarcato di Mosca”, oltre che “straordinario momento musicale”. A Kirill, il Papa ha rivolto il suo “più fraterno e cordiale saluto”, esprimendo l’auspicio “che la lode al Signore e l’impegno per il progresso della pace e della concordia tra i popoli ci accomunino sempre più e ci facciano crescere nella sintonia degli intenti e nell’armonia delle azioni”. Il Papa ha inoltre ringraziato “di vero cuore” Hilarion, “per il suo costante impegno ecumenico” e “per la sua creatività artistica”. Infine, un saluto particolare alle “comunità russe presenti a Roma e in Italia, che partecipano a questo momento di gioia e di festa” che chiude le “Giornate della cultura e della spiritualità russa in Vaticano”, organizzate dai Pontifici Consigli per la promozione dell’unità dei cristiani e della cultura.

Il rischio dell’amnesia. “La cultura contemporanea, e particolarmente quella europea – ha ribadito il Papa – corre il rischio dell’amnesia, della dimenticanza e dunque dell’abbandono dello straordinario patrimonio suscitato e ispirato dalla fede cristiana, che costituisce l’ossatura essenziale della cultura europea, e non solo di essa”. “Le radici cristiane dell’Europa – ha ricordato – sono costituite, oltre che dalla vita religiosa e dalla testimonianza di tante generazioni di credenti, anche dall’inestimabile patrimonio culturale e artistico, vanto e risorsa preziosa dei popoli e dei Paesi in cui la fede cristiana, nelle sue diverse espressioni, ha dialogato con le culture e le arti, le ha animate e ispirate, favorendo e promuovendo come non mai la creatività e il genio umano”. “Anche oggi – è la tesi di Benedetto XVI – tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso umano, per rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide che le nostre comunità cristiane e le nostre società si trovano ad affrontare, prima fra tutte quella della secolarizzazione, che non solo spinge a prescindere da Dio e dal suo progetto, ma finisce per negare la stessa dignità umana, in vista di una società regolata solo da interessi egoistici”.

“Torniamo a far respirare l’Europa a pieni polmoni, a ridare anima non solo ai credenti, ma a tutti i popoli del continente, a promuovere la fiducia e la speranza, radicandole nella millenaria esperienza di fede cristiana!”. È l’invito del Papa ai “cari fratelli del Patriarcato di Mosca”. “In questo momento – le parole di Benedetto XVI – non può mancare la testimonianza coerente, generosa e coraggiosa dei credenti, perché possiamo guardare insieme al futuro comune come ad un avvenire in cui la libertà e la dignità di ogni uomo e di ogni donna siano riconosciute come valore fondamentale e sia valorizzata l’apertura al trascendente, l’esperienza di fede come dimensione costitutiva della persona”. “Nella musica”, per il Papa, “già si anticipa e in qualche modo si realizza il confronto, il dialogo, la sinergia tra Oriente e Occidente, come pure tra tradizione e modernità”. “Proprio ad un’analoga visione unitaria e armonica dell’Europa – ha ricordato Benedetto XVI – pensava il Venerabile Giovanni Paolo II, quando, riproponendo l’immagine dei ‘due polmoni’ con cui bisogna ritornare a respirare, auspicava una nuova consapevolezza delle profonde e comuni radici culturali e religiose del continente europeo, senza le quali l’Europa di oggi sarebbe come priva di un’anima e comunque segnata da una visione riduttiva e parziale”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Secondo il corrispondente romano del Times, addirittura a Cipro potrebbere esserci lo storico incontro. Eufemia
http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/faith/article7132141.ece