lunedì 10 maggio 2010
Ratzinger e Wojtyla: continuità o rottura? Il commento di Francesco Peloso
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Lo strappo con Wojtyla
di Francesco Peloso
Ratzinger e Wojtyla: due nomi che significano continuità e rottura, visione pragmatica e teologia; è una successione di pontefici, dalla Polonia alla Germania, che esemplificano la crisi del papato italiano e l’approdo - il ritorno - della Chiesa all’Europa continentale; forse l’inizio di un processo che porterà ancora più lontano.
Ma lungo il confine temporale di queste due personalità si comincia a incrinare il mito della perfetta continuità invocata dagli agiografi. Certo il teologo tedesco è stato per oltre due decenni uno degli uomini-chiave del pontificato di Giovanni Paolo II, in questo senso la complementarità fra i due non può essere smontata troppo facilmente.
La forza di Wojtyla è stata del resto anche quella di chiamare vicino a sé uomini diversi da lui per temperamento e visione.
Così il prefetto tedesco ha riaffermato con determinazione la verità della Chiesa cattolica nel celebre documento Dominus Iesus del 2000, ha messo in crisi le apparizioni mariane di Fatima - santuario presso il quale si recherà fra qualche giorno - riducendole alla sfera privata dei singoli fedeli; non ha condiviso la forza profetica dei mea culpa di Wojtyla perché teologicamente non ortodossi, anche se poi ne sta recuperando la portata proprio in queste settimane.
Eppure, lentamente, sta emergendo anche un’altra verità. Benedetto XVI è un Papa “fragile”, non accentratore, disposto a dare voce a quegli episcopati ridotti per lungo tempo al silenzio grazie alla forza magnetica, ma anche allo stile un po’ faraonico, del suo predecessore.
È infatti sotto la guida dell’austero ex guardiano della fede che la Chiesa ha ricominciato a discutere di «trasparenza», che vengono convocati sinodi straordinari - come quello sul Medio Oriente ad ottobre - che il confronto con la modernità entra nel vivo. Certo, i passi falsi del pontificato sono stati notevoli, dai lefebvriani a Pio XII, anche la lettura riduzionista o continuista di Ratzinger sul Vaticano II incontra critiche forti, i «principi non negoziabili» aprono fratture profonde nel dialogo con la contemporaneità.
Eppure se la Chiesa di oggi, sia pure confusamente, a partire da un drammatico e sconvolgente scandalo come quello sulla pedofilia, affronta il discorso sul suo ruolo nel mondo, sul suo stesso potere, sul suo essere «Stato» e «profezia», questo è dovuto al discorso di verità compiuto da Ratiznger.
Un discorso che, è giusto dirlo, nel pontificato del suo «venerato predecessore» non c’è stato. È pur vero che gli ultimi anni di Wojtyla sono stati segnati dal declino di una malattia che, nella sofferenza, ha avvicinato al papa polacco milioni di persone di fedi e mondi lontani. Tuttavia, oggi, i problemi incalzano, fra dimissioni di vescovi e fughe di massa dalla Chiesa nell’Europa continentale, con una Curia romana sempre più chiusa in sé stessa e gli allarmi inascoltati provenienti dagli arcivescovi di Vienna, Bruxelles o Londra.
E così i giornali di tutto il mondo si esercitano ora a scrutare documenti e atti ufficiali, per vedere se in effetti Ratzinger si differenziò nelle scelte sui casi di abuso dal suo Papa. Il caso chiave di questo confronto sta diventando la vicenda dei Legionari di Cristo, che il cardinale tedesco non amava a differenza di Wojtyla. E poi emergono nuovi aspetti, intrecci torbidi fra sesso e affari che percorrono i dintorni e le stanze del Vaticano; storie di appalti, di affari nati all’ombra del Giubileo con costruttori, cardinali, gentiluomini di sua santità e prelati d’onore del Papa che danzano nelle carte degli inquirenti.
Anche questa, appare ora evidente, è la «sporcizia nella Chiesa» evocata da Ratzinger nelle celebri meditazioni per la via Crucis proposte nel 2005 a ridosso della sua elezione.
© Copyright Il Riformista, 9 maggio 2010 consultabile online anche qui.
Quelli che Peloso indica come "passi falsi" sono decisioni storiche e coraggiose di Benedetto XVI.
R.
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15 commenti:
Bellissimo il nostro Peloso, da chi si fa pagare? :)
"Eppure, lentamente, sta emergendo anche un’altra verità. Benedetto XVI è un Papa “fragile”, non accentratore, ... Certo, i passi falsi del pontificato sono stati notevoli, dai lefebvriani a Pio XII, anche la lettura riduzionista o continuista di Ratzinger sul Vaticano II incontra critiche forti, i «principi non negoziabili» aprono fratture profonde nel dialogo con la contemporaneità."
E' assolutamente splendido che prima definisce B16 come un papa fragile e qualche riga dopo nota l'apertura di fratture profonde.
Una "frattura profonda" per usare i termini Pelosi, non puo' crearla qualcosa di fragile. A meno che il Peloso non si sia fratturato una gamba con un foglio di carta velina... :)
B16 e' tutt'altro che fragile, anche se a vederlo non e' uno Schwartzenegger: la sua forza viene da ben altro che i muscoli esteriori e questa confusione di fondo il Peloso di turno non puo' coglierla.
Il grosso problema del "dialogo con la contemporaneita'" e' che B16 in 3 encicliche ha messo bene in chiaro i punti essenziali su cui non si transige e questi non stanno per niente bene al laicismo di ogni colore, progressista o liberale, perche' ne mina alle basi le radici. L'analisi della caritas in veritate sulla situazione globale del mondo e sviluppo ecc era ed e' fastidiosissima per molti potentati economici. Da qui il tentativo di "smontaggio" del "Personaggio Ratzinger": adesso si *deve* sottolineare la discontinuita' con GP2 nella speranza di affondare B16 che e' tremendamente scomodo a tutti i livelli, eccetto quello dei "semplici fedeli". Ma si sa, i "semplici fedeli" nel mondo mica contano... mica sono cosi' "importanti"... ma agli occhi di Dio si!
OT
Sempre più fitto il giallo Mixa. Secondo il Donaukurier (Il Corriere del Danubio) la Procura ha detto di non avere ancora nemmeno il nome del presunto abusato. La persona di cui circolava il nome nei giorni scorsi, ha negato decisamente di essere mai stato abusato. Cosa altrettanto inquietante: nessun media importante riporta queste notizie. Anzi, si descrive Mons. Mixa come travolto da uno scandalo di abusi...
http://www.donaukurier.de/nachrichten/bayern/Eichstaett-Was-wird-hier-bloss-gespielt;art155371,2276504
Alberto
Beh, Papa Benedetto e' tutto fuorche' "fragile" :-)
R.
Se Papa Benedetto è "fragile" io sono Lady Gaga!
Ah Raffaella, ho visto il promo della puntata di Porta a Porta di mercoledì. Credo che le tue ipotesi formulate ieri siano assolutamente attendibili. Bene, sarà l'ennesima occasione persa. Chissà, magari Vespa ci stupirà con effetti speciali!
Io mi sintonizzo su Telepace!
Alessia
D'accordo con Anonimo. Basta, per favore!!!!
Per Alberto. Se in effetti la storia di Mixa è come si sospettava, ancora i big non dicono niente. La notizia del molestato che difende il molestatore e che il procuratore dice che non c'è nemmeno un nome è vera ed andrebbe diffusa comunque. Eufemia
la continuità è molto più evidente di quella che certuni non vogliono vedere. Prima di parlare dei papi probabilmente bisognerebbe conoscerne bene il magistero. Giovanni Paolo II ci teneva molto ad evitare lo scisma con monsignor Lefebvre, non ha mai bloccato la causa di beatificazione su Pio XII e non ha mai considerato il Concilio come rottura nei confronti della tradizione, esattamente come il suo successore. In quanto ai "principi non negoziabili" non sono invenzione di Benedetto XVI.
L'unica "rottura" è quella che ci procurano questi continui confronti costruiti sul nulla. La presunta fragilità del Papa in realtà è un sogno per alcuni. Ci provino loro a restare in piedi a ottant'anni passati con denunce, scandali e processi che compaiono da tutte le parti e confratelli che mentre "ti aiutano" solerti e ti vogliono un bene dell'anima ti pugnalano a destra e a manca.
Quoto Gemma!
Cara gemma non posso che condividere in pieno il tuo post!
Questo signor peloso evidentemente non conosce l'enciclica di Giovanni Paolo II Evangelium Vitae dove vengono difesi i valori non negoziabili che tanto stanno sullo stomaco non solo a Peloso ma, anche alla stragrande maggioranza dei difensori dai piedi d'argilla, del precedente Pontificato. Caro Peloso quelli come lei probabilmente non solo non conoscono o non vogliono conoscere veramente Benedetto XVI sarebbe un affronto ma, non sanno nulla di Giovanni Paolo II; questi continui ed ormai ammuffiti confronti ci hanno stancato e probabilmente, manderebbero in bestia lo stesso Venerabile visto che , si sta sparlando e non informando, sull'opera attuale del suo vero ed unico amico fidato!
"La forza di Wojtyla è stata del resto anche quella di chiamare vicino a sé uomini diversi da lui per temperamento e visione."
E Hummes? Ravasi? (...Lo stesso Re tenuto dov'era per almeno cinque lunghi anni??)
E Kasper?
:-)
R.
http://www.paolorodari.com/2010/05/07/un-lefebvriano-da-leggere/
Fragilità... conservatorismo sono le etichette messe da chi non ha il coraggio di confrontarsi, di guardare in faccia la verità e di fare analisi.
A quanti vorrebbero affermare questa fragilità (che nel linguaggio mediatico significa impopolarità)di Papa Benedetto stanno rispondendo gli oltre 10mila sms in un giorno che la gente comune gli sta inviando.
Mi chiedo: qual è il consenso più importante?
QUello della coscienza innanzitutto, quello della gente che non s'incanta ma che è toccata nel cuore da gesti, da silenzi e dalle parole.
Benedetto XVI è un Papa secondo il cuore di Gesù. E questo ci basta.
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