domenica 9 maggio 2010

Scontro Schoenborn-Sodano: il commento di Franca Giansoldati


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Schoenborn contro l’ex segretario di Stato: offese le vittime

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

In Vaticano sembra arrivato il tempo del redde rationem. Proprio come scriveva l’Evangelista Luca - «Rendimi conto della tua amministrazione perchè non potrai più amministrare» - i segnali che giungono al di là del Tevere, fanno capire che lo scandalo pedofilia ha dato l’avvio ad una specie di Mani Pulite all’ombra del Cupolone. Il terzo vescovo accusato di abusi, dopo quello belga e quello norvegese, il tedesco Mixa, fino a ieri arcivescovo di Augusta, ha rassegnato in frette e furia le dimissioni dopo che la magistratura ha avviato una indagine. Si scava sul suo passato e i reati sospettati non sono pochi: malversazioni economiche, maltrattamenti e abusi su minori. Tutto da provare, ma intanto Papa Ratzinger ha preso la dolorosa decisione. Lo stesso presidente della conferenza episcopale tedesca, Zoellitsch lo aveva messo in guardia dagli effetti negativi di una decisione non rapida e netta. Insomma, bisogna far vedere che l’operazione pulizia anche nella Germania di Ratzinger è iniziata e non si arresterà facilmente. In questi anni, troppe volte, a Roma, c’è chi ha minimizzato con effetti disastrosi sulla credibilità della Chiesa. Se ne è lamentato apertamente l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Schoenborn che sta riportando a fatica un po’ d’ordine nella Chiesa austriaca, squassata al suo interno da casi terribili di pedofilia. Schoenborn, secondo l’agenzia Kathpress, in un incontro con la stampa, è arrivato ad accusare apertamente l’ex segretario di Stato, Angelo Sodano per l’atteggiamento liquidatorio tenuto in questi anni. Non solo avrebbe mancato di rispetto alle vittime dei preti pedofili, definendo gli abusi una sorta di «chiacchiericcio» ma è arrivato a mettere i bastoni tra le ruote alle inchieste sul cardinale Groer. Presa di posizione decisamente inusuale e dura, tanto anti-romana da fare intravedere grandi manovre e alleanze in vista di un nuovo conclave. Il caso Groer, a suo tempo, fece scalpore dato che coinvolgeva l’ex capo della diocesi di Vienna. Fu costretto alle dimissioni e relegato in un monastero benedettino da Papa Wojtyla ma senza essere ridotto allo stato laicale anche se nel 1995, l’allora cardinale Ratzinger, si sarebbe adoperato energicamente affinchè la Segreteria di Stato desse il placet per l’avvio di un’indagine ad hoc. Quando scoppiò negli Stati Uniti lo scandalo dei preti pedofili, fu proprio l’ala diplomatica curiale a essere più attenta a tutelare il buon nome della Chiesa che non a tendere una mano alle vittime delle molestie. Ora che la pietra dello scandalo sta ormai rotolando anche in Europa, con effetti devastanti sulla comunità cattolica, la percezione del problema da parte del Vaticano si è per forza trasformata.
E la musica è cambiata. Di conseguenza la linea è di agire subito, con provvedimenti esemplari ma soprattutto con la massima trasparenza. Un principio sul quale si è registrata convergenza tra Papa Ratzinger e i vescovi belgi in questi giorni ricevuti per la visita ad limina. La vicenda più drammatica che hanno dovuto affrontare è stata quella del vescovo stupratore di Bruges, monsignor Vangheluw, reo confesso di aver stuprato un suo nipote. «La vostra Chiesa è stata provata dal peccato, solo Cristo quieta la tempesta e ridona forza e coraggio per condurre una vita santa, in piena fedeltà al ministero e alla consacrazione a Dio e alla testimonianza cristiana». Il pontefice si è raccomandato di insistere sull’importanza di esaminare i candidati al sacerdozio, di selezionarli con attenzione e di insegnare loro la necessità di seguire una condotta coerente con lo spirito evangelico. Insomma, la santità, ma di questi tempi non pare proprio semplicissimo.

© Copyright Il Messaggero, 9 maggio 2010

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi rifiuto di credere e di pensare che il Card. Sodano abbia voluto nascondere la gravità del caso del Card. Groer come del caso di Maciel

Anonimo ha detto...

Ha ragione anonimo ,occorre mente fredda.
Non lasciamoci travolgere senza ragionare da questa caccia al colpevole.
Altrimenti si diventa demagoghi e a ingiustizie già commesse in passato se ne aggiungono altre che non servono a nulla di buono.

Antonio

Anonimo ha detto...

Il «chiacchiericcio» - per chi ha ben ascoltato - non si riferiva certo alle vittime, ma all'accanimento contro l'azione e, purtroppo, anche la persona del papa. Questo lo sa bene pure il cardinale di Vienna. Se, invece, ha altre cose da dire, le dica direttamente al papa, lui che può.
Riguardo al cardinale Sodano nel confronto del caso Groer, proprio a nessuno nasce il dubbio - in fondo legittimo, fino a prova contraria -, che anch'egli forse abbia dovuto obbedire?
E, a guardar bene, è secondario stabilire esattamente a chi. Non è compito nostro (neppure dei giornalisti). Certamente il papa lo sa, e noi ci fidiamo di lui.

Anonimo ha detto...

...che dire...NON MI FIDO ASSOLUTAMENTE di Schonborn: ha una chiesa allo sfascio, parte per la tangente nell'insegnare la dottrina cattolica...Dio ci scampi(TRA CENT'ANNI)da un Papa così. Mi conforta il fatto che, guardando all'amato Benedetto XVI, Dio sceglie il Papa che fa di tutto per non essere eletto. In ogni caso non tiferò mai Schonborn (ripeto TRA CENT'ANNI).