domenica 9 maggio 2010

Accuse dell'arcivescovo di Vienna al card. Sodano: il commento di Giacomo Galeazzi


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IL CARDINALE CHRISTOPH SCHOENBORN: COPRI’ GROER, CAPO DELLA DIOCESI AUSTRIACA

“Sodano insabbiò le indagini sugli abusi”

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO

L’arcivescovo di Vienna accusa il decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano di aver «insabbiato» le inchieste sugli abusi dei preti pedofili e «offeso» le vittime. Per il cardinale Christoph Schoenborn è stato l’ex segretario di Stato a coprire «gli atti di pedofilia» compiuti dall’allora capo della diocesi viennese, Groer. Le dichiarazioni del leader dei vescovi austriaci (riportate dall’agenzia cattolica «Kathpress») non sono nuove.
Già nella domenica delle Palme, Schoenborn, molto vicino a Benedetto XVI, aveva indirettamente accusato Sodano di aver fermato le indagini sul cardinale pedofilo Groer. Ora gli addebita anche il «grave danno» provocato alle vittime dei preti pedofili sminuendo le denunce di abusi come «meri pettegolezzi». In realtà, ribattono in Curia, «il discorso pasquale in cui Sodano a San Pietro ha solidarizzato con il Pontefice, difendendolo dal “chiacchiericcio”, era stato concordato con la Segreteria di Stato», quindi «non si trattava di una sua iniziativa personale». Si fa notare, inoltre, che fin dall’inizio del mandato Schoenborn è stato molto duro verso il suo predecessore Groer, «rivolgendogli pubbliche condanne che per senso istituzionale avrebbe dovuto evitare». Anche l’attuale personalizzazione del «J’accuse» suona un po’ sopra le righe nei Sacri Palazzi, pur ammettendo che «una personalità di questo calibro non avrebbe fatto nome e cognome del decano senza motivo». Si esclude, però, che il capo della Chiesa austriaca abbia concordato Oltretevere l’affondo anti-Sodano, «tanto meno per valutazioni espresse ai giornalisti e non contenute in un’omelia o in un’occasione ufficiale».
Sta di fatto che il cardinale Groer rimase membro di 6 dicasteri vaticani anche dopo le sue dimissioni - 15 anni fa - per accuse di pedofilia. Segno che a Roma mantenne qualche amicizia influente. Lo scandalo scoppiò nel ‘95 quando un ex studente del seminario di Hollabrunn denunciò di aver subito più violenze quand’era minorenne. Seguirono altre denunce, ma Groer rassegnò le dimissioni poco dopo: ufficialmente per l’età avanzata. Morì nel 2003 senza ammettere alcuna responsabilità e Schoenborn ha sempre sottolineato l’impegno di Joseph Ratzinger, allora prefetto dell’ex Sant’Uffizio, a indagare su questa e altre vicende di pedofilia.
Il «New York Times» punta il dito anche contro il modo in cui, nel 1986, Groer fu scelto dall’entourage di Wojtyla come arcivescovo di Vienna, citando un monaco benedettino, padre Udo Fischer, che rivelò ai superiori di essere stato molestato da Groer prima della sua nomina.
«Ratzinger avrebbe voluto una commissione d’inchiesta su Groer, ma fu fermato dall’ala della Curia romana favorevole all’insabbiamento», spiega Schoenborn. «Quale fosse la posizione di Giovanni Paolo II è poco chiaro - chiosa il New York Times-. Il “partito diplomatico” era guidato da Sodano e dal segretario papale, don Stanislao».

© Copyright La Stampa, 9 maggio 2010

3 commenti:

Pincopallino ha detto...

chiosa il New York Times-. Il “partito diplomatico” era guidato da Sodano e dal segretario papale, don Stanislao».


Appunto! Sodano non era solo!

Anonimo ha detto...

http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2010/05/09/1157027-vescovo_vienna_attacca_sodano.shtml

Anche questo punto di vista mi sembra di un certo interesse. Ci sarà un fuggi fuggi generale ora?

Anonimo ha detto...

Il marciume polacco sta venendo a galla....