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Una visita sotto il segno di Maria

La Madonnina che svetta su Monte Mario è sempre stata cara ai romani. Un affetto espresso anche dall'entusiasmo della gente che ha accolto Benedetto XVI al centro Don Orione, giovedì mattina 24 giugno.
Il Papa si è fatto interprete di questo sentimento, recandosi a Monte Mario per benedire la monumentale statua mariana ricollocata al posto originario dopo accurati restauri.
La sua caduta e i danni riportati a causa di un violento temporale nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 2009 furono vissuti quasi come un dramma collettivo. Immediatamente, la cittadinanza si mobilitò per riportare la statua al suo splendore. Dal 15 giugno scorso la statua restaurata è tornata a vegliare su Roma. Con la sua visita il Papa ha rinnovato la riconoscenza alla Salus populi Romani per aver preservato la città dalle drammatiche conseguenze della guerra. La statua dorata venne, infatti, collocata nel 1953 per soddisfare un ex voto della città formulato il 4 giugno 1944.
Lo ha anche ricordato don Flavio Peloso, superiore generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza, accogliendo il Pontefice al Centro Don Orione. "Fu Pio xii - ha detto l'orionino - giustamente definito defensor civitatis, ad assumere e a sostenere il voto popolare a Maria Salus populi Romani durante le tristi vicende della seconda guerra mondiale. Il Papa e la Madonna furono i due riferimenti di fiducia e di fraternità civile in anni lontani di trepidazione e di confusione". La Madonna e il Papa, ha proseguito il superiore generale, "continuano oggi a essere due discrete e potenti forze spirituali nella promozione del bene religioso e civile della città di Roma". Anche il sindaco Gianni Alemanno ha sottolineato il valore simbolico della statua della Vergine definendola "faro di speranza e di pace". Questa statua - ha detto il primo cittadino - "è diventata un punto di riferimento, una visione d'oro nell'orizzonte romano, segno di speranza e di unione fra la terra e il cielo, fra la città degli uomini e la città di Dio. Un simbolo al quale guardiamo con fiducia soprattutto nei momenti difficili, che sembra chiederci ogni giorno un maggior impegno a favore della città eterna". Dopo aver benedetto la Madonnina, il Papa si è diretto a piedi verso il grande piazzale, dove ha tenuto il discorso che pubblichiamo in questa pagina. Ha poi salutato un gruppo di religiosi figli della Divina Provvidenza - che hanno concluso proprio oggi il loro xiii capitolo generale - e di religiose piccole suore missionarie della carità, tra le quali suor Irene Bizzotto, superiora generale, e suor Maria Caterina Adelfio, superiora provinciale, insieme con alcuni appartenenti all'istituto secolare e al movimento laicale orionino. Erano presenti, oltre al sindaco di Roma, il ministro per le politiche europee Ronchi, il presidente della Regione Lazio Polverini e il presidente della provincia di Roma Zingaretti, insieme con rappresentanti del comune e tecnici che si sono occupati del restauro della statua. Don Peloso ha offerto al Papa una statuetta riproducente la Madonnina. Tra le personalità presenti, erano il cardinale Cacciavillan e alcuni presuli, tra i quali Canessa, vescovo di Tortona, D'Ercole, ausiliare de L'Aquila, e Gemma, emerito di Isernia-Venafro. Conclusa la visita al centro Don Orione, il Pontefice si è diretto verso il vicino monastero domenicano di Santa Maria del Rosario, dove è stato accolto dalla priora, suor Maria Angelica Ubbriaco, che lo ha salutato con le stesse parole adoperate da santa Caterina da Siena nel rivolgersi al Papa: "Dolce Cristo in terra". La superiora ha poi ricordato che l'Anno sacerdotale è stato un momento privilegiato per riscoprire la maternità spirituale nei confronti dei presbiteri. "Per noi - ha detto - questo discorso è fondamentale, ci caratterizza, anzi possiamo dire che è il nostro carisma proprio: siamo state le prime contemplative, per volontà del santo padre Domenico ad essere associate alla sua missione che era prettamente, come l'ordine da lui fondato, una missione sacerdotale".
Dopo aver sostato qualche minuto in adorazione davanti al Santissimo Sacramento e aver venerato l'icona della Vergine Haghiosoritissa, il Papa ha celebrato l'Ora sesta nel coro monastico. Ha poi tenuto la meditazione che pubblichiamo in questa pagina e ha salutato le monache, che gli hanno regalato una copia dell'icona della Vergine e un reliquiario con alcuni frammenti ossei di san Domenico, san Tommaso d'Aquino, santa Caterina da Siena e san Benedetto. Accompagnavano il Papa il cardinale Agostino Vallini, suo vicario generale per la diocesi di Roma, l'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, il vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, monsignor Georg Gänswein, segretario particolare del Pontefice, e il medico del Papa, Patrizio Polisca.

(©L'Osservatore Romano - 25 giugno 2010)