giovedì 8 luglio 2010

La Chiesa irrigidisce le normei. Il nuovo corso di Benedetto XVI: denuncia obbligatoria all'autorità delle violenze su minori (Gagliarducci)


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La Chiesa irrigidisce le norme sugli abusi

Il nuovo corso di Benedetto XVI: denuncia obbligatoria all'autorità civile delle violenze su minori

Andrea Gagliarducci

Obbligo di denuncia all'autorità civile, riduzione immediata allo stato laicale, termini di prescrizione per i reati di pedofilia ampliati, o persino aboliti: è intorno a questi tre punti che si snodano le nuove regole della Congregazione per la Dottrina (Cdf) per affrontare i casi di pedofilia all'interno della Chiesa, che sarà reso pubblico la prossima settimana. Si tratta di un ulteriore passo sulla linea dell'operazione trasparenza voluta da Benedetto XVI. Il Papa, ieri, prima di partire per Castel Gandolfo, dove passerà i mesi estivi, ha pregato Dio di mandare «degni operai del Vangelo» nella sua «messe»: si tratta di un ulteriore appello a favore della santificazione e purificazione dei sacerdoti. Che va di pari passo che una chiara operazione di pulizia. Il nuovo documento della Cdf sarà un aggiornamento del documento De delictis gravioribus del 2001, che accompagnava un motu proprio di Giovanni Paolo II. Un aggiornamento che sembrerebbe essere una integrazione tra il documento del 2001 e le linee guida interne redatte nel 2003, ma rese pubbliche solo di recente.
Nel De delictis gravioribus non c'era alcun riferimento alla collaborazione con le autorità civili: semplicemente, avocava alla Congregazione per la Dottrina delle Fede le denunce per delitti di pedofilia, che fino ad allora erano state di competenza dei tribunali diocesani e dei vescovi locali, il che aveva provocato insabbiamenti e coperture. Nelle linee guida del 2003, invece, la denuncia civile era «raccomandata». Charles Scicluna, procuratore generale della Cdf, aveva spiegato così la raccomandazione: nei Paesi in cui c'è l'obbligo di denuncia alle autorità civili, i sacerdoti dovevano seguire quella prassi; mentre in quelli - come l'Italia - in cui non denunciare non costituisce reato, il doppio percorso di procedimento canonico e procedimento civile era raccomandato. Raccomandazione troppo blanda, secondo un monsignore. «Basta non stabilire un obbligo - dice - per far capire che non sarebbe sostenuto nella sua azione». Si tratta senza dubbio di una posizione estrema, della quale comunque si è tenuto conto. Nel nuovo testo che sarà licenziato dalla Cdf saranno definiti in maniera più netta i casi in cui i sacerdoti devono denunciare gli abusi alle autorità civili, e - dicono alcuni rumors - la denuncia dovrebbe diventare obbligatoria.
Nel documento dovrebbero essere superati anche gli attuali termini di prescrizione. Per la pedofilia, la prescrizione scatta a dieci anni dal reato, a partire dal compimento dei 18 anni della vittima. Alcuni dicono che il termine sarà prolungato, mentre altri sostengono che non esisterà più alcun tipo di prescrizione per i reati di pedofilia.

© Copyright Il Tempo, 8 luglio 2010 consultabile online anche qui.

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