giovedì 12 agosto 2010
Il perdono è il modo in cui Dio vince: riflessioni di Benedetto XVI sul Vangelo della misericordia (Radio Vaticana)
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Il perdono è il modo in cui Dio vince: riflessioni di Benedetto XVI sul Vangelo della misericordia
“Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”: è l’esortazione che, nel Vangelo di oggi, Gesù rivolge a Pietro che gli chiedeva quante volte fosse giusto perdonare. Il Signore racconta dunque la parabola del padrone che condona il debito ad un suo servo il quale non mostra invece la stessa compassione verso un suo debitore. Benedetto XVI si è soffermato spesso sulla misericordia di Dio e la forza del perdono. Ce ne parla Alessandro Gisotti:
Il perdono “è il modo in cui Dio vince”. Nonostante la nostra fragilità, sottolinea Benedetto XVI, “il Signore, ricco di misericordia e di perdono, trasforma la vita dell’uomo e lo chiama a seguirlo”. L’amore di Dio è un amore senza fine, ribadisce il Papa. E ci incoraggia a prendere parte a questo amore, che sgorga dal cuore di Gesù, dall’Eucaristia:
“Ogni volta quindi che vi accostate all’altare per la Celebrazione eucaristica, si apra il vostro animo al perdono e alla riconciliazione fraterna, pronti ad accettare le scuse di quanti vi hanno ferito e pronti, a vostra volta, a perdonare”. (Messa nella Cattedrale di Albano, 21 settembre 2008)
Un perdono che nasce dalla conversione del cuore, dall’umiltà, dal riconoscerci peccatori. “Proprio abbassandoci insieme a Cristo – avverte il Papa – noi ci innalziamo fino a lui e fino a Dio”:
“Dio è Amore e perciò la discesa, l’abbassamento, che l’amore ci chiede, è allo stesso tempo la vera ascesa. Proprio così, abbassandoci, noi raggiungiamo l’altezza di Gesù Cristo, la vera altezza dell’essere umano”. (Omelia, Messa di Pentecoste, 15 maggio 2005)
Anche la Chiesa nasce nel segno del perdono. Proprio il perdono, infatti, è la riflessione del Papa, è il potere nuovo che Gesù dona agli Apostoli, nel giorno di Pentecoste. Il perdono unisce gli uomini. Vince le divisioni dell’umanità:
“La forza, che apre e fa superare Babele, è la forza del perdono. Gesù può donare il perdono ed il potere di perdonare, perché egli stesso ha sofferto le conseguenze della colpa e le ha dissolte nella fiamma del suo amore. Il perdono viene dalla Croce; egli trasforma il mondo con l’amore che si dona. Il suo cuore aperto sulla Croce è la porta attraverso cui entra nel mondo la grazia del perdono. E soltanto questa grazia può trasformare il mondo ed edificare la pace”. (Omelia, Messa di Pentecoste, 15 maggio 2005)
Sul tema del perdono, il Pontefice si sofferma lungamente nella catechesi dedicata a Giuda Iscariota, l’apostolo che tradì il Cristo. Anche Pietro, rammenta il Papa, tradì il Signore, ma seppe accettarne il perdono, seppe affidarsi alla misericordia divina. In Giuda, invece, il pentimento “degenera in disperazione” e alla fine in un atto di “autodistruzione”:
“E’ per noi un invito a tener sempre presente quanto dice San Benedetto: ‘Non disperare mai della misericordia divina’. (…) Gesù rispetta la nostra libertà; Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento e alla conversione: è ricco di misericordia e di perdono”. (Udienza generale, 18 ottobre 2006)
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