mercoledì 11 agosto 2010

Il Papa: Padre Kolbe ed Edith Stein sono esempi per i Cristiani di oggi (Izzo)


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PAPA: PADRE KOLBE E EDITH STEIN ESEMPI PER CRISTIANI DI OGGI

Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 11 lug.

Le figure di Massimiliano Kolbe e Edith Stein, martiri ad Auschwitz canonizzati da Giovanni Paolo II, sono state indicate oggi da Papa Ratzinger come esempi da seguire "in un tempo come il nostro in cui sembrano prevalere egoismo e individualismo".
"Noi qui - ha osservato Benedetto XVI - probabilmente non siamo chiamati al martirio ma nessuno e' escluso dalla chiamata alla santita', alla misura alta dell'esistenza, a mettere Cristo al primo posto per trasformare la nostra vita e il mondo".
E infatti non mancano martiri anche nella nostra epoca.
"Siamo sempre stupiti - ha rilevato in proposito il Pontefice - dalla serenita' e dal coraggio di affrontare la sofferenza e la morte in nome di Cristo, riponendo solo in Lui la speranza.
Ma dobbiamo sapere che la grazia di Dio non sopprime o soffoca liberta' di chi affronta il martirio: una liberta' nei confronti del potere e del mondo esercitata in un supremo atto di fede, speranza e carita' compiuto da chi sacrifica la propria vita per essere associato in modo totale al sacrificio di Gesu' compiendo un grande atto di amore in risposta all'anmore di Dio".
Citando con i martiri del nazismo anche San Lorenzo Diacono, San Ponziano Papa e sant'Ippolito Sacerdote, le cui feste ricorrono ugualmente in questi giorni, il Pontefice ha poi desritto il martirio come "una forma di amore totale a Dio che si fonda sulla morte di Gesu', cioe' sul suo supremo sacrificio consumato sulla Croce: Cristo - ha detto - e' il servo sofferente che ha donato se stesso in riscatto per molti, e noi ognio giorno dobbiamo prendere la nostra croce e seguitrlo sulla via del riscatto dell'umanita'".
Per il Vangelo, ha ricordato il Papa teolgo, "chi non lo fa non e' degno del compenso eterno, chi avra' tenuto per se' la propria vita la perdera'".
"E' questa - ha spiegato - la logica del chicco di grano che muore per germogliare e portare vita: Cristo e' il chicco di grano divino che si lascia spezzare, rompere nella morte ma attraverso di questo si apre e porta frutto nella vastita' del mondo".
"Accettando liberamente di morire per la salvezza del mondo, i martiri testimoniano - ha aggiunto il Pontefice - la forza della profonda e intima unione con Cristro: questa - pero' - non e' il risultato dello sforzo umano ma un dono della sua grazie che rende capaci di offrire la vita a Cristo e al mondo". "Che il Signore - ha concluso Ratzinger - possa infiammare il nostro cuore con la stessa fede".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

E' una meditazione forte e impegnativa, difficile da applicare oggi. Il disimpegno e l'egoismo regnano sovrani e la logica dominwate è quella del "tirare a campare" (così si dice a Roma), farsi gli affari propri, senza affannarsi più di tanto, chiudere la porta ed essere tranqulli nella propria casa e con la propria famiglia. Quello che accade fuori... non interessa. Sono pensieri pericolosi e contagiosi e il Papa richiamando la realtà del martirio, ci esorta alla vigilanza e all'attenzione agli latri, non solo ai nostri comodi. Bisogna fare un bell'esame di coscienza (parlo in prima persona)