lunedì 20 settembre 2010

Abusi, il Papa commosso tra le vittime. Dopo la Messa a Westminster l’incontro in forma privata presso la nunziatura apostolica di Londra (Mazza)


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Il Papa ai vescovi britannici: "Un argomento che ha ricevuto molta attenzione nei mesi trascorsi e che mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa è il vergogno abuso di ragazzi edi giovani da parte di sacerdoti e di religiosi...in febbraio vi chiesi di essere generosi nel porre in atto la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus. Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti" (Discorso)

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DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE NEL REGNO UNITO

IL PAPA NEL REGNO UNITO: I SERVIZI, I VIDEO, LE FOTO ED I PODCAST

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE NEL REGNO UNITO (16 - 19 SETTEMBRE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG (Articoli, notizie, interviste)
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Abusi, il Papa commosso tra le vittime

Dopo la Messa l’incontro in forma privata. «Pedofilia dei preti crimine inqualificabile»

DAL NOSTRO INVIATO A LONDRA

SALVATORE MAZZA

Nella «prove e tribolazioni» della Chiesa «Cristo continua ad essere in agonia fino alla fine del mondo».
Un mistero che nella sua «forma più eloquente» è rappresentato dai martiri, che si riflette in chi «ancora oggi soffre discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana», così come «è anche presente, spesso nascosto, nelle sofferenze» di malati, gli anziani, handicappati, e in quelle «immense» causate «dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri», riguardo ai quali «esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite».
Nel giorno in cui ha incontrato alcune delle vittime degli abusi, è nella Messa celebrata fra le navate della Cattedrale di Westminster che Benedetto XVI, ha voluto dare risonanza pubblica ai propri sentimenti per una vicenda che continua a scuotere la Chiesa.
Mai prima d’ora aveva affrontato tale questione in un’omelia, e l’averlo fatto ieri dà la misura della sua determinazione a estirpare la «vergogna» che essa ha comportato, e comporta. «Riconosco anche, con voi – ha aggiunto – la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani».
Papa Ratzinger ha quindi espresso la sua «gratitudine» per «gli sforzi fatti per affrontare questo problema» chiedendo «a tutti» di «mostrare sollecitudine per le vittime e la solidarietà verso i vostri sacerdoti ». Una gratitudine che nel pomeriggio ha potuto manifestare ai diretti interessanti, incontrando un «gruppo di protezione dei bambini» durante la visita alla casa per anziani «St. Peter», il cui lavoro «ha offerto un contributo vitale – ha detto – alla promozione di ambienti sicuri per la gioventù».
Esso, ha aggiunto, «aiuta ad assicurare che le misure preventive messe in campo sono efficaci, che esse sono mantenute con attenzione, e che qualsiasi accusa di abuso è trattata con rapidità e giustizia... È deplorevole che, in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi. Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema».
Queste parole, unite a quelle pronunciate all’omelia, rappresentano il più forte intervento diretto del Papa sulla questione. E a questo riguardo, riferendosi ad alcune interpretazioni delle parole di Benedetto XVI a Westminster, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha osservato che «la Messa era dedicata al Preziosissimo Sangue di Cristo, e tutte le forme di sofferenza profonda hanno un riferimento a questo mistero. Ma i martiri soffrono e muoiono per la fede cristiana, e in questo seguono l’esempio di Cristo», mentre «le vittime degli abusi soffrono terribilmente, e in questo c’è una loro partecipazione al mistero della Croce, ma non sono persone che hanno sofferto per il motivo di essere cristiani». Per cui «non c’è un parallelo o una diretta connessione. Sono due motivi pertinenti di parlare del mistero della Croce ma sono profondamente distinti».
Nell’omelia papa Ratzinger, proprio nel richiamare le «sofferenze» che da sempre accompagnano la vita della Chiesa, aveva sottolineato l’«indispensabile ruolo» dei laici nel «portare avanti la missione della Chiesa». In una Cattedrale di Westminster incapace di accogliere tutti i fedeli che avrebbero desiderato assistere alla celebrazione, il Papa ha ricordato che «una delle più grandi sfide che oggi dobbiamo affrontare» è come portare la Parola «a un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi per vivere in modo saggio e buono». E, al riguardo, ha richiamato «le intuizioni e gli insegnamenti di John Henry Newman », auspicando che «le profonde idee di questo grande inglese» possano «continuare ad ispirare tutti i seguaci di Cristo... per difendere quelle immutabili verità che stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera».
L’incontro con le vittime – cinque, tre dallo Yorkshire, una da Londra e una scozzese – è avvenuto al termine della Messa, presso la nunziatura apostolica di Londra.
Un momento «ad alto contenuto emotivo», come lo ha definito Bill Kilgallon, presidente della National Catholic Safeguarding Commission, durato tra i 30 e i 40 minuti – «un lasso di tempo molto significativo, più di quanto è stato dedicato al primo ministro », ha osservato ancora Kilgallon – durante il quale il Papa ha assicurato che «la Chiesa collaborerà per assicurare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini».
Nel comunicato con cui ha informato dell’incontro, la Sala stampa vaticana ha sottolineato come il Papa ci sia «commosso ascoltando le storie delle vittime» e abbia «espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie».

© Copyright Avvenire, 19 settembre 2010

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