mercoledì 13 ottobre 2010

La cronaca aspra e la parola del Papa (Alessandro D’Avenia)

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Sarah e la nuova evangelizzazione (Giorgio Bernardelli)

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MOTU PROPRIO "UBICUMQUE ET SEMPER" CON IL QUALE SI ISTITUISCE IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE: LO SPECIALE DEL BLOG

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I padri sinodali in ascolto: Quello che lo Spirito dice alle Chiese (Frédéric Manns)

Papa Ratzinger denuncia le “false divinità” che rendono l’uomo schiavo (Giansoldati)

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Un Sinodo per il Medio Oriente cristiano (Accattoli)

Non formula astratta ma pensiero forte. Il motu proprio "Ubicumque et semper". Riflessione di Mons. Fisichella (Osservatore Romano)

Il Papa ha aperto domenica il primo Sinodo per il Medio Oriente. Nella meditazione di ieri la denuncia degli idoli del nostro tempo (Mazza)

Il discorso del Papa sulle piaghe della civiltà odierna fende la chiacchiera insopportabile dei nostri giorni spenti, e va esatta mente a segno (Sequeri)

Sinodo: difficile, ma indispensabile, il dialogo per la convivenza con l’islam (AsiaNews)

Mons. Fisichella presenta la lettera apostolica di Benedetto XVI in cui annuncia la nascita del pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione (Repubblica)

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Mons. Muller (Ratisbona) bandisce la musica pop/rock dai matrimoni

Presentato il Dvd "Benedetto XVI Pellegrino in Terra Santa"

Motu Proprio per il Dicastero vaticano della nuova evangelizzazione: annunciare Cristo sempre e dovunque (Radio Vaticana)

Il Papa: Solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede limpida e profonda, capace di fare di queste tradizioni una forza di autentica libertà. Mons. Fisichella: l'azione del dicastero non è limitato all'Occidentale (Izzo)

Mons. Fisichella: individualismo privo di responsabilità pubblica e sociale (Sir)

Mons. Fisichella: un nuovo dicastero per riportare il messaggio di Cristo nei cuori di chi non lo comprende più (Radio Vaticana)

Il Papa: Una preoccupante perdita del senso del sacro ha accompagnato le trasformazioni sociali alle quali abbiamo assistito negli ultimi decenni (Izzo)

Il Papa: “La Chiesa ha il dovere di annunciare sempre e dovunque il Vangelo di Gesù Cristo” (Sir)

Benedetto XVI: annunciare “sempre e dovunque” il Vangelo (AsiaNews)

Il Papa lancia una nuova evangelizzazione: "In Occidente si vive senza Dio" (Adnkronos)

Il Papa: si e' verificata una preoccupante perdita del senso del sacro, giungendo persino a porre in questione quei fondamenti che apparivano indiscutibili

Briefing di presentazione della Lettera Apostolica "Motu proprio" Ubicumque et semper del Santo Padre

IL TESTO DEL MOTU PROPRIO "UBICUMQUE ET SEMPER" CON IL QUALE SI ISTITUISCE IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

L'intervento del Presidente ceco Havel sul peccato d'orgoglio della nostra civiltà (Anna Arco)

Un dizionario «fuzzy»: recensione del direttore Vian all'opera curata da Alberto Melloni
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La cronaca aspra e la parola del Papa

Ogni volto è volto sacro

Alessandro D’Avenia

Il poeta Rilke s’imbatte in una elemosinante. L’amico che lo accompagna le dà uno spicciolo. Rilke tira dritto, ma giunto presso un fioraio compra una rosa e di ritorno solleva la donna e gliela regala. Il poeta coglie la sacralità ferita di quella donna, difende la sua dignità di "amata", sacralità e dignità che l’anonimo spicciolo privo di uno sguardo negli occhi non riesce ad abbracciare e restituire. I poeti, con i bambini e i santi, sono i custodi del mistero. «Ora che nelle fosse / con fantasia ritorta / e mani spudorate dalle fattezze umane l’uomo lacera / l’immagine divina»: un altro poeta, Ungaretti, scorge, nelle deportazioni della II guerra mondiale, mani folli che strappano via dal volto umano ciò che lo rende umano: l’essere immagine di Dio.
Di questo dobbiamo parlare quando accadono eventi meno apocalittici, ma non meno tragici come il coma del tassista o della donna rumena sfigurati da mani folli. Si leveranno malinconiche voci a significare nella modalità del piagnisteo o dello sdegno che la civiltà è al capolinea... Si girerà, in modo politicamente corretto, attorno all’unico vero problema centrato dai poeti: dove va a finire "la persona" se non vediamo più qualcosa di sacro nel volto "delle persone"? La perdita del senso del sacro nel quotidiano è la più grande tragedia della cultura contemporanea, la tragedia che ha causato nel secolo più ateo della storia due guerre mondiali.
Tutti inorridiamo di fronte a casi come quelli descritti. Ma tutti noi, convinti di essere signori di minuscoli regni, soli al centro del creato, disprezziamo le persone che affollano il "nostro" vagone del metrò, intralciano la "nostra" coda al supermercato. Tutte le volte che non riusciamo a scorgere nell’altro una persona degna di tutta la nostra attenzione, la diminuiamo e diventiamo potenziali "omicidi". Ma esiste un antidoto.
La novità del cristianesimo, la vera buona notizia, è che Dio ha un volto umano e tutti gli uomini hanno quello stesso volto. Non è questione di "tolleranza"o "simpatia", assolutamente insufficienti a sentire la realtà dell’altro tutto intero, ma è questione di "empatia": sentire l’altro come qualcuno dotato della mia stessa dignità. Nella coda al supermercato la donna piena di pacchi non è una potenziale nemica da sconfiggere, ma qualcuno che ha una storia sacra, perché la storia di ogni uomo è sacra, perché quell’uomo è voluto dall’eternità da Dio. Questa è la configurazione esistenziale di base del cristiano. Solo il cristianesimo ha la pretesa folle di trasformare quelli nel traffico con me da nemici da eliminare a figli dello stesso Padre e quindi fratelli con difficoltà e problemi importanti persino più dei miei.
Persona: volto di Dio. Per gli antichi era solo la maschera dell’attore. Cristo ha reso quella maschera il volto stesso di Dio, riconoscibile più direttamente nel debole (l’anziana in piedi, l’elemosinante in ginocchio, il barbone coricato...), ma presente in ogni volto umano (il manager abbronzato, lo studente svogliato, la portinaia chiacchierona...). Persona deriva dal lasciare passare il suono della voce amplificandolo (per-sonare): con la venuta di Dio in un volto la persona si riempie della voce stessa di Dio. Il volto dell’uomo amplifica l’immagine di Dio e lo rende tangibile.
Una cultura, priva del mistero cristiano, non perde Dio, ma perde l’uomo, suo vero volto. Non è un caso che Benedetto XVI abbia parlato nel recente documento "Ovunque e sempre" della necessità di una nuova evangelizzazione, non solo dove il volto di Cristo non è noto, ma soprattutto dove è stato sradicato: «Si è verificata una preoccupante perdita del senso del sacro, giungendo persino a porre in questione quei fondamenti che apparivano indiscutibili... Se tutto ciò è stato salutato da alcuni come una liberazione, ben presto ci si è resi conto del deserto interiore che nasce là dove l’uomo, volendosi unico artefice della propria natura e del proprio destino, si trova privo di ciò che costituisce il fondamento di tutte le cose».
Un pagano scorgendo il modo di comportarsi dei primi cristiani commentava: «Guarda come si amano!». Riportare nella maschera vuota di una cultura senza Dio la pienezza del volto di Cristo e quindi del Creatore è il compito dei cristiani anche oggi, in una cultura secolarizzata che, come diceva il poeta: «Per pensarti, Eterno, / non ha che le bestemmie».

© Copyright Avvenire, 13 ottobre 2010 consultabile online anche qui.

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