venerdì 12 novembre 2010

Esortazione «Verbum Do­mini»: «Una guida per l’inizio di questo millennio» (Liut)

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ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE "VERBUM DOMINI" DI BENEDETTO XVI: LO SPECIALE DEL BLOG
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«Una guida per l’inizio di questo millennio»

Davanti ai giornalisti gli interventi di Ouellet, Ravasi, Eterovic e Frezza «Dal Papa un aiuto alla liturgia, alla teologia e alla vita spirituale»

DI MATTEO LIUT

L’ Esortazione «Verbum Do­mini» risponde «a ciò di cui ha bisogno la Chiesa in questo inizio di millennio». È la let­tura condivisa emersa dagli inter­venti tenuti ieri durante la confe­renza stampa di presentazione del documento. All’incontro, svoltosi nell’aula Giovanni Paolo II della Sa­la stampa della Santa Sede, erano presenti il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, l’arcivesco­vo Nikola Eterovic, segretario gene­rale del Sinodo dei vescovi, e mon­signor Fortunato Frezza, sotto-se­gretario del Sinodo dei vescovi.
Secondo Ouellet l’Esortazione ri­prende lo stesso messaggio della Dei Verbum, a 45 anni di distanza, svi­luppando «una visione dinamica e dialogica della Rivelazione». Que­sta, ha aggiunto il cardinale «è es­senzialmente una chiamata al dia­logo, una Parola creatrice di evento e di incontro, di cui la Chiesa fa e­sperienza sin dalle sue origini». U­na dinamica di cui la figura della Ver­gine Maria «rimane l’insuperabile paradigma». In quest’ottica l’Esor­tazione ricorda che «occorre so­prattutto pregare con le Sacre Scrit­ture per incontrarvi personalmente il Cristo». Ed è proprio nell’uso o­rante e comunitario della Bibbia che si radica il suo «senso spirituale». Per questo «le scienze sacre, siano esse filologiche, letterarie, storiche, pa­tristiche o speculativamente teolo­giche, non possono fare astrazione dalla fede della Chiesa». Ouellet, in­fine, ha indicato alcune questioni da approfondire alla luce degli spunti forniti dal documento: i temi dell’i­spirazione e della verità delle Scrit­ture, la sacramentalità della Parola di Dio, il rapporto tra mariologia e teologia della Parola, l’apertura alle donne del ministero del lettorato. In definitiva, ha concluso il cardinale, l’Esortazione post-sinodale mostra «una visione dialogica della rivela­zione », auspica «un’ermeneutica ec­clesiale della Scrittura» e «un ap­profondimento del rapporto tra la Parola di Dio e i sacramenti».
Secondo Ravasi «siamo di fronte a un vero e proprio scritto globale, quasi simile a una 'costituzione' conciliare, ove s’intrecciano teolo­gia e pastorale e ove la riflessione è sostenuta e arricchita da un intarsio di citazioni preziose, di rimandi ef­ficaci, di motivazioni puntuali». Chiave interpretativa che «regge l’in­tera Esortazione», ha aggiunto l’ar­civescovo, è il prologo del Vangelo di Giovanni, «che scandisce il tritti­co in cui il documento si articola, rendendo in tal modo nitida la sua trama e facendo sì che dottrina e prassi, fede e vita, Parola e 'carne' storica s’intreccino armoniosa­mente ». Nel terzo punto, dedicato alla Parola nel mondo, ha notato Ra­vasi, «la trama del testo papale si ra­mifica in un vero e proprio delta te­matico che ha, ovviamente, il suo corso principale nella missione del­la Chiesa intera chiamata ad an­nunciare la Parola alle genti tutte, ai migranti, ai giovani, ai poveri, ai sof­ferenti, rendendo questo annuncio un seme di speranza, di giustizia, di carità, di riconciliazione, di verità». Presentando la struttura dell’Esor­tazione, poi, Eterovic si è sofferma­to in particolare sul titolo, «preso dalle antiche parole del profeta I­saia, nella maniera in cui le ha ri­proposte san Pietro nella sua Prima Lettera». «Si può, dunque, facil­mente percepire la concordanza e quindi la continuità tra l’Antico e il Nuovo Testamento – ha notato l’ar­civescovo – come pure il suo com­pimento e superamento nella Per­sona di Gesù Cristo». Il titolo, inol­tre, mostra un «importante rilievo liturgico». Eterovic, poi, ha indicato sette diversi obiettivi della «Verbum Domini»: Comunicare i risultati del­l’Assemblea sinodale, Riscoprire la Parola di Dio, fonte di costante rin­novamento ecclesiale, Promuovere l’animazione biblica della pastora­le, Essere testimoni della Parola, In­traprendere una nuova evangeliz­zazione, Favorire il dialogo ecume­nico, Amare la Parola di Dio.
Nel suo intervento, infine, Frezza ha proposto una riflessione sul «tema centrale»: la liturgia come luogo pri­vilegiato della Parola di Dio. Secon­do il sotto-segretario, «liturgia e Pa­rola di Dio si compenetrano in strin­gente reciprocità: la Parola di Dio di­vinizza l’azione liturgica, la liturgia è luogo privilegiato per la com­prensione della Parola di Dio». Sof­fermandosi, poi, su alcuni aspetti particolari di questo tema, Frezza ha sottolineato che «poiché la litur­gia costituisce per la fede l’orizzon­te ermeneutico della Parola di Dio, significa che anche nei singoli atti liturgici, come sono i sacramenti, l’annuncio biblico rivela la sua ve­rità sia nella proclamazione liturgi­ca sia negli effetti del sacramento celebrato». In questo modo, ha con­cluso, «si raggiunge quella com­prensione totale della mente e del­la vita che connota l’esistenza cri­stiana.

© Copyright Avvenire, 12 novembre 2010

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