sabato 13 novembre 2010

Parte la Visita apostolica in Irlanda. Decisa da Benedetto XVI dopo i casi di abusi da parte del clero (Mazza)

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Parte la Visita apostolica in Irlanda

Decisa da Benedetto XVI dopo i casi di abusi da parte del clero

Coinvolgerà quattro diocesi, tutti i Seminari e le case religiose
Entro aprile 2011 attese le prime valutazioni


DA ROMA SALVATORE MAZZA

Come annunciato la scorsa primavera, inizia in questi giorni la Visita apostolica in Irlanda voluta dal Papa, dopo i casi di abusi sui minori commessi da sacerdoti e religiosi, e annunciata nella Lettera indirizzata da Benedetto XVI ai cattolici di quella Nazione. Una visita «di natura pastorale», come torna a sottolineare il comunicato stampa della Santa Sede che, diffuso ieri mattina, delinea nei dettagli «un chiaro piano per la Visita» indicandone finalità, compiti e tempi, così da poter «aiutare la Chiesa nel suo cammino di rinnovamento».
Sarà un lavoro che interesserà tutte le realtà della Chiesa irlandese, del quale si farà carico un pool di nove visitatori.
Quattro le arcidiocesi interessate, insieme ai principali Seminari irlandesi – compreso il Pontificio Collegio irlandese di Roma – e le case religiose. La prima fase della visita dovrà essere completata entro la Pasqua del 2011 in modo che i risultati possano essere studiati a maggio, e il suo obiettivo è verificare «l’efficacia delle procedure seguite al presente nel rispondere ai casi di abuso e delle forme di assistenza attualmente offerte alle vittime». Nel comunicato, a questo riguardo, viene fatta una serie di importanti precisazioni, a cominciare dal fatto che «la Visita non sarà un’indagine circa casi individuali di abuso, né un processo per giudicare eventi del passato».
Questo significa che essa «non interferirà in alcun modo con l’ordinaria attività delle autorità giudiziarie, né con l’attività delle Commissioni di inchiesta stabilite dal Parlamento irlandese, né con il lavoro di qualsiasi autorità legislativa che abbia competenza nel campo della prevenzione dell’abuso sui minori». Seconda precisazione è che «la Visita non intende sostituirsi alla legittima autorità dei vescovi locali o dei superiori religiosi, che mantengono la propria responsabilità nella gestione dei casi di abuso».
Nella nota, diffusa dalla Sala Stampa vaticana, si sottolinea inoltre che «non è previsto che ai visitatori siano indirizzate denunce di casi nuovi o vecchi di abusi» perché «se ce ne fossero, esse devono essere riportate ai rispettivi ordinari o superiori maggiori, che hanno il dovere di informare l’autorità civile ed ecclesiastica competente, in conformità con le vigenti leggi civili ed ecclesiastiche».
Con queste indispensabili premesse, il comunicato passa quindi in rassegna le varie visite apostoliche previste nelle strutture della Chiesa irlandese.
Nelle quattro arcidiocesi metropolitane, i visitatori «in conformità con la legge civile del luogo», si renderanno «disponibili a incontrare quanti sono stati profondamente feriti da abusi e vogliono essere incontrati ed ascoltati, iniziando dalle vittime stesse e dalle loro famiglie». Nella nota viene inoltre specificamente suggerito che ciascuna arcidiocesi «organizzi una celebrazione penitenziale» alla presenza del visitatore, con iniziative di «preghiera, digiuno e opere di carità». I visitatori diocesani sono il cardinale Cormac Murphy-O’Connor, ad Armagh, il cardinale Seán P. O’Malley, a Dublino, monsignor Thomas C. Collins, a Cashel e monsignor Terrence T. Prendergast, a Tuam.
Quanto alla visita nei seminari, affidata a monsignor Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, sono coinvolti il «St. Patrick’s College» di Maynooth, il Pontificio Collegio irlandese di Roma, il «Saint Malachy College» di Belfast; lo «All Hallows College» di Dublino e il «Milltown Institute of Theology and Philosophy» di Dublino.
Studenti e formatori potranno esprimere la propria opinione sul seminario attraverso una dichiarazione firmata. «Il Visitatore – precisa la nota – esaminerà tutti gli aspetti della formazione sacerdotale» e condurrà, con l’aiuto di suoi assistenti, «colloqui individuali con tutti i membri dell’équipe formativa, con tutti i seminaristi e, laddove possibile, con le altre parti normalmente coinvolte nella vita del Seminario». Anche qui la nota mette bene in chiaro che non è compito del visitatore «incontrare vittime di abusi», le quali potranno altresì essere ricevute dal Visitatore delle arcidiocesi metropolitane. Sarà invece data l’opportunità di un colloquio individuale a ciascun sacerdote che abbia concluso gli studi nei precedenti tre anni. Per le case religiose la Visita (affidata a quattro visitatori: suor Sharon Holland, padre Robert Maloney, suor Máirin Mc Donagh e padre Gero McLoughlin) consisterà in una prima fase nella risposta ad un questionario, relativo al coinvolgimento degli Istituti in casi di abusi, alla risposta offerta alle vittime, e all’osservanza dei protocolli contenuti in «Safeguarding Children, Standards and Guidance Document for the Catholic Church in Ireland».

© Copyright Avvenire, 13 novembre 2010

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