domenica 21 marzo 2010

Il Papa all'Angelus: "Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo" (Izzo)


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Il Papa: "Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone" (Angelus)

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IL TESTO DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA

LETTERA PASTORALE DEL SANTO PADRE AI CATTOLICI D'IRLANDA: LO SPECIALE DEL BLOG

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: INTRANSIGENTI CON IL PECCATO E INDULGENTI CON LE PERSONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 mar.

"Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo".
Lo chiede il Papa. "Impariamo - spiega nel breve discorso che precede l'Angelus - ad essere intransigenti con il peccato, a partire dal nostro, e indulgenti con le persone. Ci aiuti in questo la santa Madre di Dio che, esente da ogni colpa, è mediatrice di grazia per ogni peccatore pentito".
Parlando ai 50 mila fedeli presenti, Benedetto XVI cita l'episodio evangelico dell'adultera e le parole di Gesu': "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. "Sono piene - dice - della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto. E’ la giustizia che ha salvato anche Saulo di Tarso, trasformandolo in san Paolo". "Dio - ricorda il Pontefice teologo - desidera per noi soltanto il bene e la vita; Egli provvede alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal male col Sacramento della Riconciliazione, affinché nessuno vada perduto, ma tutti abbiano modo di convertirsi. In questo Anno Sacerdotale, desidero esortare i Pastori ad imitare il santo Curato d’Ars nel ministero del Perdono sacramentale, affinché i fedeli ne riscoprano il significato e la bellezza, e siano risanati dall’amore misericordioso di Dio, il quale si spinge fino a dimenticare volontariamente il peccato, pur di perdonarci”.

Affacciato dalla finestra del suo studio privato, Ratzinger ricostruisce efficacemente l'episodio la pagina del Vangelo di oggi sulla adultera condannata a morte e salvata da Gesu'.
"Mentre sta insegnando nel Tempio, gli scribi e i farisei - ricorda - conducono a Gesù una donna sorpresa in adulterio, per la quale la legge mosaica prevedeva la lapidazione.
Quegli uomini chiedono a Gesù di giudicare la peccatrice con lo scopo di 'metterlo alla prova' e di spingerlo a fare un passo falso. La scena è carica di drammaticità: dalle parole di Gesù dipende la vita di quella persona, ma anche la sua stessa vita. Gli accusatori ipocriti, infatti, fingono di affidargli il giudizio, mentre in realtà è proprio Lui che vogliono accusare e giudicare. Gesù, invece, è 'pieno di grazia e di verità': Egli sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e smascherare l’ipocrisia".
"L’evangelista Giovanni - rileva il Papa - dà risalto ad un particolare: mentre gli accusatori lo interrogano con insistenza, Gesù si china e si mette a scrivere col dito per terra". In proposito Bendetto XVI fa sue le parole di sant’Agostino per il quale "quel gesto mostra Cristo come il legislatore divino: infatti, Dio scrisse la legge col suo dito sulle tavole di pietra: Gesù dunque - conclude - è il Legislatore, è la Giustizia in persona".

© Copyright (AGI)

PAPA: PIAZZA SAN PIETRO LO APPLAUDE QUANDO CITA GIOVANNI PAOLO II

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 mar.

Piazza San Pietro, gremita da oltre 50 mila fedeli, e' esplosa oggi in un fragoroso applauso quando Benedetto XVI ha ricordato - dopo la preghiera dell'Angelus - l'anniversario che ricorre domenica prossima: "il 25esimo anniversario dell'inizio delle Giornate Mondiali della Gioventu', volute dal Venerabile Giovanni Paolo II". "Per questo - ha detto - giovedi' prossimo, a partire dalle ore 19, aspetto numerosi qui in Piazza San Pietro i giovani di Roma e del Lazio, per uno speciale incontro di festa".

© Copyright (AGI)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Così la piazza lo avrebbe applaudito quando ha citato GPII? A me pare, con tutto il rispetto, lo abbiano applaudito per la citazione dei 25 anni della GMG, certo anche per GPII, ma anche per se stesso. I gatti non abbandonano il loro Papa e non lo mettono a confronto con nessuno. Un titolo malizioso che certo non è imputabile al bravo Izzo.
Piuttosto c'è qualcuno sulla rete che tenta di far passare la catechesi di oggi per una retromarcia rispetto alla lettera di ieri che evidentemente non hanno letto con la dovuta attenzione.
Alessia

Anonimo ha detto...

il Papa, che è un gran signore e non soffre di personalismi a differenza di tanti vescovi, fa sempre una piccola pausa quando ricorda il suo venerabile predecessore, quasi a incoraggiare lui stesso un applauso alla memoria da parte della folla.

gemma ha detto...

per certuni in piazza San pietro dovrebbero esserci le curve, una per Giovanni Paolo II e una per Benedetto, come allo stadio...che stupidaggine
Credo che per papa Benedetto sia fin dall'elezione importantissimo sentire Giovanni Paolo II spiritualmente vicino, al di là delle nostre stupide tifoserie, di cui ogni tanto sono sincera io stessa mi vergogno, dopo essere cascata nel tranello delle contrapposizioni come una polla
Mi rendo conto che gli diamo un dolore quando ci caschiamo

Anonimo ha detto...

Pur tenendo conto delle differenti sensibilità, la gente che oggi si reca in piazza San Pietro, o davanti alla TV, per ascoltare la parola del Papa e per fargli sentire la propria vicinanza in un momento tanto doloroso è la stessa che vi si affollava per sostenere e incoraggiare Papa GPII stanco e malato. Oggi questi fedeli vogliono dire a Papa Benedetto di non mollare. E sempre gli stessi sono quelli che ieri hanno odiato Papa GPII e oggi odiano Papa BXVI, con l'ipocrisia ulteriore di mettere in contrapposizione due veri amici. Io sono profondamente convinta che Papa GPII sia al fianco del suo amico e cerco di resistere allo sporco gioco delle tifoserie a cui ci vorrebbero indurre.
Alessia