giovedì 21 gennaio 2010

Nuovo libro della Lev sull'attualità della lingua latina nella Chiesa (Radio Vaticana)


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Nuovo libro della Lev sull'attualità della lingua latina nella Chiesa

Riaffermare l’uso del latino come strumento di comunicazione in ambito ecclesiale, ma anche incentivare e promuovere lo studio di questa lingua nell’educazione delle giovani generazioni. E’ questa la sfida che affronta il volume “Pretiosus Thesaurus. La lingua latina nella Chiesa oggi” scritto da Yorik Gomez Gone ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Alla presentazione, ieri pomeriggio presso la nostra emittente, c’era anche il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Il servizio di Cecilia Seppia:

La lingua di Roma, la lingua della Chiesa, sempre più ricca nel lessico ed unica nel suo genere, sta vivendo oggi una grave crisi. La situazione potrebbe apparire drammatica se si pensa che, solo fino a 50 anni fa, il latino era uno strumento di comunicazione in ambito ecclesiale e tra gli studiosi del mondo antico, mentre oggi non sono pochi a definirlo “obsoleto”. Per nulla intimorita, la Chiesa continua ad utilizzarlo come propria lingua ufficiale, certa che essa esprima alcune sue note costitutive come l’unicità, l’universalità, l’ecumenicità. Sentiamo il cardinale Zenon Grocholewski:

“La Chiesa stima molto e continuerà a stimare la lingua latina perché in questa lingua sono scritti i tesori della scienza e della saggezza cristiana. Certo, non si tratta di ‘difendere’ qualcosa, quanto di essere arricchiti da questi tesori”.

Fondamentale per poter accedere alla vasta tradizione ecclesiale come la liturgia, la teologia e il diritto canonico, il latino non può allora che essere compreso come un “prezioso tesoro” e rivendicare, in ogni ambito, quel connubio tutto particolare di semplicità e nobiltà. Sentiamo l’autore, Yorik Gomez Gonez Gone:

“Il latino soprattutto ha un uso funzionale. La Chiesa, tramite questa lingua, può parlare a tutto il mondo con imparzialità, con universalità, con ecumenicità. E’ quindi un discorso, oltre che di bellezza e di tradizioni, assolutamente funzionale. La Chiesa poi ha le sue radici che affondano nel latino. I Padri della Chiesa, il Diritto Canonico, la storia ecclesiastica sono fondati sul latino, che si è parlato veramente fino a qualche decennio fa. Dunque, è fondamentale per la Chiesa continuare a studiarlo e a promulgare iniziative in favore di questa lingua”.

La Chiesa dunque parla ancora latino, vero tesoro e genio della saggezza romana, ma soprattutto vincolo indiscusso di unità che, nei secoli, ha saputo unificare l’Europa, contribuendo alla sua integrazione dal punto di vista culturale, politico e sociale.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Riportare lo studio obbligatorio del latino e del greco nei seminari.

I peggiori alunnni che il mio amico ha avuto in materia di canto sono stati i seminaristi che si sono dimostrATI INFASTIDITI E SUPERFICIALI NELLO STUDIO DEL CANTO GREGORIANO.

cONSEGUENZA Eì STATO LA CHIUSURA DEL CORSO DI CANTO PRESSO IL NOSTRO SEMINARIO DIOCESANO.
di ciò rettore e corpo docente non hanno fatto un dramma. Al posto del serio canto gregoriano è stato istituito un corso di chitarra con il titolo della bella canzone di bennato: Sono solo canzonette.