martedì 2 febbraio 2010

Il cardinale Rodé: in preparazione due nuovi documenti sulla vita consacrata (Radio Vaticana)


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Il cardinale Rodé: in preparazione due nuovi documenti sulla vita consacrata

Il 2 febbraio è come sempre una Giornata di preghiera, di riflessione e d’incontro, ma anche l’occasione per fare il punto sui progetti della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Romilda Ferrauto ne ha parlato con il cardinale Franc Rodé, prefetto del dicastero:

R. – In questi ultimi tempi abbiamo riflettuto sulla figura del fratello laico nelle Congregazioni religiose di fratelli e nelle Congregazioni religiose miste di sacerdoti e fratelli. Costatiamo che negli ultimi decenni il numero dei fratelli laici è calato molto: i fratelli delle scuole cristiane – ad esempio - erano 16 mila nel ’65; oggi non arrivano a 5 mila. Si tratta di un calo enorme. Dobbiamo dire che purtroppo tutte le Congregazioni di fratelli hanno delle grandi difficoltà. E questo anche riguardo alle Congregazioni miste di sacerdoti e fratelli: il numero dei fratelli è calato molto di più rispetto al numero dei sacerdoti. C’è dunque un problema e c’è qualcosa da fare. Noi pensiamo che una delle ragioni del calo di queste vocazioni di fratelli laici sia dovuta proprio ad una certa mancanza di attenzione da parte della Chiesa a questa figura di cristiano consacrato del fratello laico: né il Vaticano II, né i documenti post-conciliari hanno infatti ribadito l’importanza di questa vocazione. Ci sono delle allusioni qua e là, ma non c’è niente di più. Noi vogliamo fare un documento dedicato specificatamente a questa figura del fratello laico, che è una figura autonoma, una figura che ha un senso in se stessa, che ha un’identità propria. Un fratello laico non è – come si pensa spesso e come la gente crede – qualcuno che non ha potuto, non ha voluto o non poteva per qualche ragione diventare prete. Si tratta di una vocazione che ha una logica in se stessa, che ha una missione particolare nella Chiesa: e la storia lo prova ampiamente. Pensiamo, ad esempio, al ruolo importante che hanno avuto le Congregazioni dei fratelli nella formazione e nell’educazione dei giovani, con tantissimi collegi ed università in tanti Paesi. Pensiamo anche alla santità: sono tanti i fratelli che sono stati canonizzati, soprattutto fratelli delle Società miste, tra i Cappuccini così come tra i Gesuiti ci sono tantissimi fratelli che sono stati canonizzati. Si tratta, dunque, di una bella figura del cristiano consacrato, impegnato nella missione della Chiesa e che deve ora essere valorizzata nella Chiesa.

D. – Dunque ci sarà la pubblicazione di un documento…

R. – Sì, la pubblicazione di un documento sui fratelli laici mi auguro possa uscire già per l’autunno prossimo.

D. – La Congregazione è anche impegnata su una riflessione sull’importanza della preghiera…

R. – Alcuni dicono che oggi i religiosi e le religiose pregano troppo poco. Io non lo so, non so se sia vero e certo mi auguro che non lo sia. La preghiera presenta oggi delle difficoltà, che forse in un tempo passato, in un tempo in cui il ritmo della vita era un po’ più umano e non c’era tanto stress, non c’era tanto rumore, forse la preghiera, il raccoglimento, la concentrazione, il pensiero, la mente che si elevava verso Dio erano molto più facili. Oggi in un mondo così movimentato come il nostro, la preghiera diventa certamente più difficile. Noi dobbiamo mettere l’accento sulla assoluta necessità della preghiera nella vita spirituale di un consacrato e di una consacrata. Questo vogliamo cercare di farlo con la realizzazione di un documento che stiamo preparando. C’è poi anche un altro punto di vista: il cardinale Cañizares, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha avuto l’idea – che mi ha proposto – di fare un documento interdicasteriale, con una prima parte affidata al nostro dicastero ed una seconda curata dal dicastero per il Culto Divino, sulla formazione liturgica dei religiosi e delle religiose. Anche questo mi sembra di grande importanza perché da una parte c’è una certa “ignoranza”, una certa mancanza di conoscenza e di formazione liturgica nei giovani religiosi e religiose; dall’altra ci sono anche delle fantasie liturgiche che non sono sempre di buon gusto e che non corrispondono al desiderio e alla volontà della Chiesa e allo spirito stesso della Liturgia. Certi correttivi appaiono, dunque, necessari. Questa parte sarà compito della Congregazione per il Culto Divino e faremo insieme un documento unico, composto da due parti, quella relativa alla preghiera e quella relativa alla formazione liturgica. Io penso che ambedue le parti siano necessarie e saranno – mi auguro – di profitto per la vita spirituale dei religiosi e delle religiose.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante l'intervento del Cardinale Rodè, la promessa di ben due documenti della Congregazione per i Religiosi di prossima uscita non può non rincuorare tanti e tanti religiosi/e che da anni sono in balia delle decisioni bislacche e libertine dei loro superiori generali.
Già prima del Vaticano II noi religiosi auspicavamo che all'interno dei nostri Ordini o Istituti o Congregazioni, cessasse la divisione tra religioso sacerdote e religioso di voti solenni. Accadeva spesso di vedere il frate non sacerdote non partecipare al coro comune, costui era sempre destinato alle cucine conventuali o ai lavori più umili. Dopo il Vaticano II questa divisione è cessata, il frate cosìdetto "laico" oggi studia teologia, si specializza, ha un proprio ruolo nella comunità. Ma c'è un però: si deve dire chiaramente la verità, quella cioè che tutt'oggi nè i superiori nè i formatori accettano una vocazione di fratello laico, perchè, dicono, cìè più bisogno di frati sacerdoti. Certo, altrimenti come si manda avanti la vita comunitaria religiosa oramai immersa nelle parrocchie? Credo che tali nuovi documenti annunciati dal Cardinale Rodè non saranno ascolati perchè il potere decisionale all'interno degli Ordini o Istituti religiosi ha assunto una tale autonomia da ciò che Roma decide o pensa, da continuare a infischiarsene di esortazioni, decisioni, indicazioni provenienti dalle Congregazioni vaticane.
Bisognava pensarci prima ad intervenire caro card Rodè, gli Ordini religiosi sono in crisi da tempo, da molto tempo e la qualità e serietà della vita consacrata è molto scadente (salvo poche e rare eccezioni). Poveri noi!
un fraticello anzianotto

euge ha detto...

Come sono d'accordo con te caro anonimo. Non appartengo a nessun ordine e non sono consacrata ma, ho avuto modo di frequentare per qualche tempo, uno di questi ordini che contemplavano la figura di consacrati laici con tanto di regola e con tanto di voti gli stessi, peraltro, delle suore e dei preti.
Beh onestamente, ho costatato un bel casino al suo interno. In quanto la regola che loro chiamano di " vita" non è rispettata in nessun punto oppure in certi casi, soltanto in parte e sinceramente non riesco a comprendere, probabilmente perchè ignorante in materia, come si possa parlare di voti di povertà, castità ed obbedienza, quando non solo ognuno va per la propria strada ma, di povertà neanche l'ombra. infatti, all'interno di questo ordine c'è gente che lavora, ha una casa , si compra quello che vuole e quando vuole.
E' chiaro che per povertà io non intendo il non avere nulla in assoluto ma, a qusto punto vorrei fosse fatta chiarezza. Altrimenti, per chi come me a modo di frequentare questi ordini, sorgono dubbi e dubbi molto seri sulla loro validità soprattutto dal lato spirituale........ ed anche se mi permettete materiale.