lunedì 8 febbraio 2010

Il Papa: nessuno è padrone della propria vita, ma tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla (Galeazzi)


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“La vita minacciata dalla crisi”

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’DEL VATICANO

Il Papa mette in guardia dagli «aborti per crisi». Benedetto XVI richiama l’attenzione sul disagio economico per la terza volta consecutiva in una settimana e stigmatizza i «meccanismi» che, esasperando la povertà, «feriscono e offendono la vita».
Il Papa rilancia la preoccupazione della Conferenza episcopale italiana nella «Giornata per la vita»: le difficoltà economiche minano la già scarsa fiducia nel futuro delle famiglie. L’allarme della Chiesa è che tante donne sole cedano alle spinte ad abortire, che anziani e disabili siano abbandonati al loro destino.
«Nell’attuale periodo di difficoltà economica - avverte Joseph Ratzinger - diventano ancora più drammatici quei meccanismi che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi».
Per questo, e anche per sottolineare la sua vicinanza alla Cei mentre sui mass media tengono banco «veleni» e lotte di potere tra Santa Sede ed episcopato, Benedetto XVI afferma di associarsi «volentieri ai vescovi italiani» e al loro messaggio per la vita nella buriana della crisi. Una situazione, secondo Ratzinger, che «impegna a promuovere uno sviluppo umano integrale per superare l’indigenza e il bisogno». Il fine dell’uomo «non è il benessere, ma Dio stesso e l’esistenza umana va difesa e favorita in ogni suo stadio».
Nessuno, infatti, «è padrone della propria vita, ma tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla, dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale». Monito simile a quello del suo vicario per Roma, Vallini che esorta a resistere alla sfiducia indotta dalla crisi e a non sacrificarle in nessun caso la vita. Prima ancora della solidarietà, è richiesta un’assunzione di responsabilità, non solo dei singoli ma anche della politica, perché «un popolo che non riesce a salvare una vita deve a lungo meditare sul suo processo di civiltà». Il cardinale Vallini, che si trova a far fronte nel Lazio alla candidatura dell’abortista Bonino, esorta a trovare la «forza e il coraggio di fronte alle difficoltà che non sono mai insuperabili» e invoca aiuti e sostegno per le famiglie numerose e le donne incinte, soprattutto immigrate, affinché possano avere figli e dar loro una vita degna.
Il responsabile Cei per la Famiglia sprona ad una «solidarietà fraterna per le donne incinte che, a causa della crisi, ritengono di non poter portare avanti una gravidanza e che vanno sostenute». Dalla politica la Chiesa si attende «la difesa della vita fin dai primi attimi del concepimento ed anche negli ultimi, fragili istanti, nei frammenti di vita». Una difesa già portata avanti da parrocchie e associazioni ma che, considerato il persistere della crisi, dovrebbe esprimersi, secondo la Cei, in una solidarietà più ampia, e nell’affermazione di una «cultura della solidarietà». Spiega don Gentili:«La vera sfida è di cogliere la ricchezza della povertà, coglierla come occasione per poter entrare in una nuova solidarietà anche tra famiglie». Quindi, «tutti siamo chiamati ad uno stile di vita sobrio, che non confonda la ricchezza economica con la ricchezza di vita».
La crisi economica aumenta le disuguaglianze sociali, sottolinea Benedetto XVI, che nei giorni scorsi aveva lanciato appelli per la salvaguardia dei posti di lavoro e per un maggiore «responsabilità sociale» delle imprese. «L’uomo riconosca i suoi limiti e peccati, Dio lo accetta con la sua fragilità e lo convertirà», ha ammonito ieri all’Angelus. Ma la crisi non sia mai un alibi per violare la sacralità della vita.«Va rafforzata la famiglia per tutelare i minori dall’individualismo più sfrenato», evidenzia il ministro vaticano della Famiglia, Antonelli, che abbuncia un «vademecum» per la preparazione al matrimonio.

© Copyright La Stampa, 8 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

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