lunedì 8 febbraio 2010
Il Papa: i sacerdoti abbiano l'umiltà di Isaia, Pietro e Paolo (Sir)
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Il Papa: "L’umiltà testimoniata da Isaia, da Pietro e da Paolo invita quanti hanno ricevuto il dono della vocazione divina a non concentrarsi sui propri limiti, ma a tenere lo sguardo fisso sul Signore e sulla sua sorprendente misericordia, per convertire il cuore, e continuare, con gioia, a "lasciare tutto" per Lui" (Angelus)
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BENEDETTO XVI: ANGELUS, I SACERDOTI ABBIANO l'“UMILTÀ E FEDE DI ISAIA, PIETRO E PAOLO”
La chiamata divina di Isaia; l'episodio evangelico della pesca miracolosa che vede Simon Pietro e gli altri discepoli gettare le reti, nonostante una notte infruttuosa, sulla parola di Gesù; la consapevolezza di Paolo di essere indegno di essere chiamato apostolo: è partita da questi tre spunti offerti dalla liturgia domenicale la riflessione di Benedetto XVI, ieri mattina, prima di guidare l'Angelus da piazza San Pietro.
“In queste tre esperienze – ha detto il Papa - vediamo come l’incontro autentico con Dio porti l’uomo a riconoscere la propria povertà e inadeguatezza, il proprio limite e il proprio peccato”. Ma, ha aggiunto il Pontefice, “nonostante questa fragilità, il Signore, ricco di misericordia e di perdono, trasforma la vita dell’uomo e lo chiama a seguirlo.
L’umiltà testimoniata da Isaia, da Pietro e da Paolo invita quanti hanno ricevuto il dono della vocazione divina a non concentrarsi sui propri limiti, ma a tenere lo sguardo fisso sul Signore e sulla sua sorprendente misericordia, per convertire il cuore, e continuare, con gioia, a 'lasciare tutto' per Lui”. Egli, infatti, ha chiarito il Pontefice, “non guarda ciò che è importante per l’uomo: 'L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore', e rende degli uomini poveri e deboli, ma che hanno fede in Lui, intrepidi apostoli e annunciatori della salvezza”.
“In quest’Anno sacerdotale – ha affermato Benedetto XVI -, preghiamo il Padrone della messe, perché mandi operai alla sua messe e perché quanti sentono l’invito del Signore a seguirlo, dopo il necessario discernimento, sappiano rispondergli con generosità, non confidando nelle proprie forze, ma aprendosi all’azione della sua grazia”.
“In particolare – ha sottolineato il Papa -, invito tutti i sacerdoti a ravvivare la loro generosa disponibilità a rispondere ogni giorno alla chiamata del Signore con la stessa umiltà e fede di Isaia, di Pietro e di Paolo”.
Infine, un'invocazione alla Vergine Santa nella quale il Santo Padre le ha affidato “tutte le vocazioni, particolarmente quelle alla vita religiosa e sacerdotale. Maria susciti in ciascuno il desiderio di pronunciare il proprio 'sì' al Signore con gioia e dedizione piena”.
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