domenica 14 febbraio 2010

L'Angelus del Papa: Gesù rende giustizia a poveri e oppressi, ma la sua rivoluzione è realizzata nell'amore, con la Croce e la Risurrezione


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Il Papa: "Gesù non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella dell’amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione. Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia, inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore" (Angelus)

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L'Angelus del Papa: Gesù rende giustizia a poveri e oppressi, ma la sua rivoluzione è realizzata nell'amore, con la Croce e la Risurrezione

Dopo la visita all’Ostello Caritas, il Papa ha guidato, a mezzogiorno, la tradizionale preghiera dell’Angelus dalla finestra del suo studio privato in Vaticano. Migliaia i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, in una giornata fredda e nuvolosa. Benedetto XVI ha commentato l’odierno Vangelo delle Beatitudini sottolineando che Gesù risponde alle attese di giustizia dei poveri e degli oppressi non attraverso una rivoluzione politica ma d’amore, con la sua Croce e la sua Risurrezione. Il Pontefice ha poi rivolto un augurio alle popolazioni della Cina e del Vietnam che oggi festeggiano il capodanno lunare. E infine, ricordando l’odierna festa dei santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, ha affermato che i valori cristiani da essi promossi rimangono il fondamento dell’unità europea. Il servizio di Sergio Centofanti:

Il Papa commenta il Vangelo delle Beatitudini come viene raccontato da San Luca. Ma perché – si chiede – Gesù proclama beati i poveri, gli affamati, gli afflitti e quanti sono disprezzati per causa sua?

“Perché la giustizia di Dio farà sì che costoro siano saziati, rallegrati, risarciti di ogni falsa accusa, in una parola, perché li accoglie fin d’ora nel suo regno. Le beatitudini si basano sul fatto che esiste una giustizia divina, che rialza chi è stato a torto umiliato e abbassa chi si è esaltato (cfr Lc 14,11). Infatti, l’evangelista Luca, dopo i quattro ‘beati voi’, aggiunge quattro ammonimenti: ‘guai a voi, ricchi… guai a voi, che ora siete sazi,… guai a voi, che ora ridete' e 'guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi', perché, come afferma Gesù, le cose si ribalteranno, gli ultimi diventeranno primi, e i primi ultimi (cfr Lc 13,30)”.

“Questa giustizia e questa beatitudine – ha spiegato - si realizzano nel ‘Regno dei cieli’ … che avrà il suo compimento alla fine dei tempi ma che è già presente nella storia. Dove i poveri sono consolati e ammessi al banchetto della vita” – infatti – “lì si manifesta già ora la giustizia di Dio”. Il Papa, incoraggiando quanti, in ogni parte del mondo, si impegnano gratuitamente in opere di giustizia e di amore, ricorda che proprio al tema della giustizia ha dedicato quest’anno il Messaggio per la Quaresima, che inizierà il prossimo mercoledì: e ha invitato tutti a leggerlo e a meditarlo:

“Il Vangelo di Cristo risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo, ma in modo inatteso e sorprendente. Gesù non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella dell’amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione. Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia, inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore”.

Ha quindi elevato la sua preghiera alla Vergine Maria che tutte le generazioni proclamano “beata”, perché ha creduto nella buona notizia che il Signore le ha annunciato:

“Lasciamoci guidare da Lei nel cammino della Quaresima, per essere liberati dall’illusione dell’autosufficienza, riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, della sua misericordia, ed entrare così nel suo Regno di giustizia, di amore e di pace”.
Dopo la preghiera dell’Angelus, il Papa ha rivolto il suo augurio alle popolazioni dell’Asia, ma non solo, pensando in particolare alla Cina e al Vietnam, che celebrano oggi il capodanno lunare:

“Sono giorni di festa, che quei popoli vivono come occasione privilegiata per rinsaldare i vincoli familiari e generazionali. Auguro a tutti di mantenere e accrescere la ricca eredità di valori spirituali e morali, che si radicano saldamente nella cultura di quei popoli”.

Infine, salutando i fedeli polacchi, ha ricordato l’odierna festa dei santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa:

“Wartości, które krzewili...

I valori che essi hanno propagato nel nostro continente, cioè il segno della Croce, il Vangelo di Cristo e la vita secondo il Vangelo – ha detto - rimangono il solido fondamento della forza spirituale dei popoli e dell’unità dell’Europa. Sono valori importanti anche per noi contemporanei. Chiediamo – ha concluso il Papa - che i santi apostoli degli Slavi continuino a condurci sulle vie della fede”.

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