lunedì 15 febbraio 2010

Udienza straordinaria del Papa ai vescovi irlandesi (Apcom)


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Città del Vaticano, 15 feb. (Apcom)

L'udienza straordinaria ai vescovi irlandesi concessa oggi e domani dal Papa, in Vaticano, è stata voluta da Benedetto XVI per dettare regole più rigorose alla Chiesa d'Irlanda dopo lo scandalo dei preti pedofili.
"Questo è il terzo incontro su questo argomento nell'arco di sette mesi!", afferma ai microfoni di 'Radio vaticana' il cardinale Sean Brady, primate d'Irlanda.
"Credo che il Santo Padre sia molto preoccupato; questo incontro ha avuto una preparazione molto accurata, ma è soltanto un passo di un cammino molto lungo: speriamo che, al nostro rientro in Irlanda, questo si traduca in un processo di pentimento, rinnovamento e riconciliazione, per il bene di tutti".
Contro la Chiesa irlandese ha puntato il dito il rapporto della commissione Murphy, 720 pagine di un'indagine commissionata dal governo che, dopo anni di reticenze e omertà sul tema, ha messo in luce il caso di 46 preti accusati di avere abusato sessualmente di minori tra il 1975 e il 2004 nella cattolicissima Irlanda. La pentola era già stata scoperchiata con il rapporto della commissione Ryan, diffuso a maggio scorso, che raccontava le sevizie e i maltrattamenti cui erano sottoposti i bambini negli istituti gestiti e controllati da ordini religiosi.
Il report affidato al giudice Murphy, pubblicato di recente, mette in luce le responsabilità della gerarchia ecclesiastica, rea di aver coperto i pedofili, spostati da alcuni vescovi di parrocchia in parrocchia per tutelare il buon nome della Chiesa e, probabilmente, il suo patrimonio.
Tra i vescovi irlandesi è già caduta qualche testa.
Benedetto XVI ha accettato le dimissioni del vescovo di Limerick Donal Murray, mentre poco prima di Natale hanno rassegnato le dimissioni - ancora non accettate dal Papa - Jim Moriarty (vescovo di Kildare and Leighlin), presente all'incontro in Vaticano, Raymond Field e Eamonn Walsh (vescovi ausiliari di Dublino). Altri due i vescovi indicati come responsabili dal rapporto Murphy: mons. Martin Drennan, vescovo di Galway e Kilmacduagh, presente all'incontro in Vaticano, e mons. Dermot O'Mahony, già in pensione per raggiunti limiti di età.
Papa Ratzinger non è mai stato tenero con lo scandalo dei preti pedofili.
Proprio ricevendo i vescovi irlandesi in visita 'ad limina' nel 2006 Benedetto XVI aveva denunciato "molti casi dolorosi di abusi sessuali su minori", "ancora più tragici quando a compierli è un ecclesiastico". Il Papa aveva chiesto ai vescovi, in quell'occasione, di "stabilire cosa sia avvenuto realmente nel passato, e prendere ogni provvedimento affinché casi del genere non avvengano di nuovo". Parole nette, ripetute anche nei viaggi negli Stati Uniti e in Australia, che hanno fatto emergere una linea da 'tolleranza zero' della Santa Sede. Il caso della pedofilia tra sacerdoti, del resto, è annoso e diffuso, come dimostra anche il recente caso di uno dei licei più prestigiosi di Berlino, il Canisius-Kolleg al Tiergarten, gestito dai gesuiti.
Dopo la pubblicazione dei rapporti Ryan e Murphy, Ratzinger ha ricevuto due volte i vertici della conferenza episcopale irlandese in Vaticano, a novembre e a dicembre.
"Il Santo Padre - recitava il comunicato finale - condivide lo sdegno, la sensazione di tradimento e la vergogna provati da così tanti fedeli in Irlanda". Il Papa ha poi accettato le dimissioni di mons. Murray. Infine ha convocato, oggi e domani, tutti i vescovi irlandesi.
Guidano la delegazione irlandese il presidente della conferenza episcopale, card. Sean Brady, e l'arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin. Per la Santa Sede prendono parte all'incontro il cardinal Bertone e i vertici della Segreteria di Stato (il Sostituto per gli Affari generali Fernando Filoni e il ministro degli Esteri Dominique Mamberti), il nunzio apostolico in Irlanda Giuseppe Leanza, e i capi di vari dicasteri vaticani: Levada (Dottrina della fede), Re (Vescovi), Hummes (Clero), Rodé (Religiosi), Grocholewski (Educazione), Coccopalmerio (Testi legislativi). L'incontro avrà due serrate sezioni di lavoro oggi, dalle 9.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19 e si concluderà con un incontro domani mattina dalle 9.30 alle 13.
A conclusione potrebbe essere pubblicato un comunicato.
La nota di dicembre preannunciava che il Papa "intende rivolgere una Lettera Pastorale ai fedeli d'Irlanda, nella quale indicherà con chiarezza le iniziative che devono essere prese in risposta alla situazione".
Il testo dovrebbe essere discusso all'incontro in Vaticano ed essere pubblicata nei prossimi giorni. Intanto - affermava ancora la nota - la Santa Sede "prende molto seriamente le questioni centrali sollevate dal Rapporto, incluse quelle relative al governo di capi della Chiesa locale con la responsabilità fondamentale della cura pastorale di bambini". Oltre alle dimissioni, la missiva potrebbe prendere di petto la questione del ruolo della giustizia civile.
L'istruzione dottrinale 'Crimen sollecitationis' (1962), rivista dalla congregazione per la Dottrina della fede presieduta da Ratzinger con la lettera 'De delictis gravioribus' (2001), non prevede l'obbligatorietà della denuncia di casi di pedofilia alle autorità statali.
La materia viene lasciata alle competenze dei tribunali religiosi. Ma su questo possono esserci novità, come ha lasciato intendere il cardinale Claudio Hummes. In una recente intervista all''Osservatore romano', il prefetto della congregazione per il Clero ha affermato che per i sacerdoti che si macchiano del reato della pedofilia bisogna "accertate oggettivamente le responsabilità" anche "facendo ricorso alla giustizia ordinaria".

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