lunedì 8 marzo 2010

Il Papa: "Dio è buono e non può volere il male" (Sir)


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Il Papa: "le sventure, gli eventi luttuosi, non devono suscitare in noi curiosità o ricerca di presunti colpevoli, ma devono rappresentare occasioni per riflettere, per vincere l’illusione di poter vivere senza Dio, e per rafforzare, con l’aiuto del Signore, l’impegno di cambiare vita" (Angelus)

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BENEDETTO XVI: ANGELUS, “DIO È BUONO E NON PUÒ VOLERE IL MALE”

“Dio si manifesta in diversi modi nella vita di ciascuno di noi. Per poter riconoscere la sua presenza è però necessario che ci accostiamo a lui consapevoli della nostra miseria e con profondo rispetto”.
Lo ha detto ieri mattina Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell'Angelus da piazza San Pietro. “Diversamente – ha aggiunto - ci rendiamo incapaci di incontrarlo e di entrare in comunione con Lui”. In realtà, “Dio si rivela non a quanti sono pervasi da sufficienza e leggerezza, ma a chi è povero ed umile davanti a Lui”.
Il Papa ha poi fatto riferimento al brano del Vangelo della domenica, in cui “Gesù viene interpellato circa alcuni fatti luttuosi”. “Di fronte alla facile conclusione di considerare il male come effetto della punizione divina – ha evidenziato il Pontefice - Gesù restituisce la vera immagine di Dio, che è buono e non può volere il male” e mette “in guardia dal pensare che le sventure siano l’effetto immediato delle colpe personali di chi le subisce”. Gesù, infatti, “invita a fare una lettura diversa di quei fatti, collocandoli nella prospettiva della conversione: le sventure, gli eventi luttuosi, non devono suscitare in noi curiosità o ricerca di presunti colpevoli, ma devono rappresentare occasioni per riflettere, per vincere l’illusione di poter vivere senza Dio, e per rafforzare, con l’aiuto del Signore, l’impegno di cambiare vita”.
“Di fronte al peccato – ha proseguito Benedetto XVI - Dio si rivela pieno di misericordia e non manca di richiamare i peccatori ad evitare il male, a crescere nel suo amore e ad aiutare concretamente il prossimo in necessità, per vivere la gioia della grazia e non andare incontro alla morte eterna”. Ma la possibilità di conversione “esige che impariamo a leggere i fatti della vita nella prospettiva della fede, animati cioè dal santo timore di Dio”. Perciò, “in presenza di sofferenze e lutti, vera saggezza è lasciarsi interpellare dalla precarietà dell’esistenza e leggere la storia umana con gli occhi di Dio, il quale, volendo sempre e solo il bene dei suoi figli, per un disegno imperscrutabile del suo amore, talora permette che siano provati dal dolore per condurli a un bene più grande”. Infine una preghiera a “Maria Santissima, che ci accompagna nell’itinerario quaresimale, affinché aiuti ogni cristiano a ritornare al Signore con tutto il cuore. Sostenga la nostra decisione ferma di rinunciare al male e di accettare con fede la volontà di Dio nella nostra vita”. Al termine dell’Angelus il Papa si è rivolto ai pellegrini francesi esprimendo la propria vicinanza a quanti hanno sofferto a causa della recente tempesta che ha causato in Francia decine di vittime.

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