lunedì 21 giugno 2010

Il Papa ai sacerdoti: La Chiesa conta su di voi, conta moltissimo su di voi! La Chiesa ha bisogno di ciascuno di voi (Sir)


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Il Papa ordina 14 presbiteri: il sacerdozio non sia modo per raggiungere posizione sociale (Izzo)

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Dal Convegno diocesano romano, l’esortazione del Papa a mettere l’Eucaristia al centro della vita del cristiano. La riflessione del teologo Maspero

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Ai microfoni di Radio Vaticana, la testimonianza di uno dei nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, don Davide Martini

Il Papa: chi si fa prete non pensi alla sicurezza nella vita o ad avere una posizione sociale (AsiaNews)

Il Papa: "Prendere la croce significa impegnarsi per sconfiggere il peccato che intralcia il cammino verso Dio, accogliere quotidianamente la volontà del Signore, accrescere la fede soprattutto dinanzi ai problemi, alle difficoltà, alla sofferenza" (Angelus)

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Omelia del Santo Padre: video Repubblica TV

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Dura requisitoria di Benedetto XVI. Forse nelle prossime ore presa di posizione del Vaticano sul caso del card. Sepe (Ansa)

Il Papa: Aspirare a potere e successo contraddice il sacerdozio (Apcom)

Il Papa: "Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero. Chi vuole soprattutto realizzare una propria ambizione, raggiungere un proprio successo sarà sempre schiavo di se stesso e dell’opinione pubblica. Per essere considerato, dovrà adulare; dovrà dire quello che piace alla gente; dovrà adattarsi al mutare delle mode e delle opinioni e, così, si priverà del rapporto vitale con la verità, riducendosi a condannare domani quel che avrà lodato oggi. Un uomo che imposti così la sua vita, un sacerdote che veda in questi termini il proprio ministero, non ama veramente Dio e gli altri, ma solo se stesso e, paradossalmente, finisce per perdere se stesso" (Monumentale omelia)

BENEDETTO XVI: “IL SACERDOZIO NON È UN MODO PER CONQUISTARE UNA POSIZIONE SOCIALE”

“La Chiesa conta su di voi, conta moltissimo su di voi! La Chiesa ha bisogno di ciascuno di voi, consapevole come è dei doni che Dio vi offre e, insieme, dell’assoluta necessità del cuore di ogni uomo di incontrarsi con Cristo, unico e universale salvatore del mondo, per ricevere da lui la vita nuova ed eterna, la vera libertà e la gioia piena”.
Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, presiedendo nella basilica vaticana la santa messa nel corso della quale ha conferito l’ordinazione presbiterale a 14 diaconi della diocesi di Roma. Commentando il passo del Vangelo della domenica, nel quale Gesù chiede ai discepoli che cosa la gente pensi di lui e come lo giudichino essi stessi, il Papa ha sottolineato come l’atto di fede di Pietro, “Tu sei il Cristo di Dio”, nasca dalla preghiera: ai discepoli viene concesso “di vedere ciò che gli altri non vedono” perché dallo stare con il Signore in preghiera “deriva una conoscenza che va al di là delle opinioni della gente per giungere all’identità profonda di Gesù, alla verità”. E “qui ci viene fornita un’indicazione ben precisa per la vita e la missione del sacerdote: nella preghiera egli è chiamato a riscoprire il volto sempre nuovo del suo Signore e il contenuto più autentico della sua missione. Solamente chi ha un rapporto intimo con il Signore viene afferrato da Lui, può portarlo agli altri, può essere inviato”.
Si tratta, ha chiarito il Santo Padre, di un “rimanere con Lui” che “deve accompagnare sempre l’esercizio del ministero sacerdotale; deve esserne la parte centrale, anche e soprattutto nei momenti difficili, quando sembra che le ‘cose da fare’ debbano avere la priorità”. Al discepolo tocca poi seguire il Crocifisso “sulla strada della croce”, “perdere se stesso” per ritrovarsi pienamente in Cristo. Ma cosa significa questo per un prete? “Il sacerdozio – ha spiegato il Pontefice – non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale. Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero”. “Chi vuole soprattutto realizzare una propria ambizione, raggiungere un proprio successo – ha avvertito Benedetto XVI – sarà sempre schiavo di se stesso e dell’opinione pubblica. Per essere considerato, dovrà adulare; dovrà dire quello che piace alla gente; dovrà adattarsi al mutare delle mode e delle opinioni e, così, si priverà del rapporto vitale con la verità, riducendosi a condannare domani quel che avrà lodato oggi”. Per il Papa, “un sacerdote che veda in questi termini il proprio ministero, non ama veramente Dio e gli altri, ma solo se stesso e, paradossalmente, finisce per perdere se stesso”.
Il sacerdozio, ha ammonito il Santo Padre, “si fonda sul coraggio di dire sì ad un’altra volontà, nella consapevolezza, da far crescere ogni giorno, che proprio conformandoci alla volontà di Dio, ‘immersi’ in questa volontà, non solo non sarà cancellata la nostra originalità, ma, al contrario, entreremo sempre di più nella verità del nostro essere e del nostro ministero”. Il Pontefice ha quindi evidenziato il legame tra l’Eucaristia e il sacramento dell’Ordine: “Quando celebriamo la Santa Messa teniamo nelle nostre mani il pane del Cielo, il pane di Dio, che è Cristo”. È qualcosa, ha aggiunto, che “non vi può non riempire di intimo stupore, di viva gioia e di immensa gratitudine: ormai l’amore e il dono di Cristo crocifisso e glorioso passano attraverso le vostre mani, la vostra voce, il vostro cuore!”. Di qui la preghiera affinché il Signore dia agli ordinandi “una coscienza sempre vigile ed entusiasta di questo dono”, che è al centro dell’essere preti, in modo da “vivere questo ministero con coerenza e generosità, ogni giorno”. “La strada che ci indica il Vangelo di oggi è la strada della vostra spiritualità e della vostra azione pastorale, della sua efficacia e incisività, anche nelle situazioni più faticose ed aride. Di più, questa è la strada sicura per trovare la vera gioia”, ha concluso il Papa.

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