mercoledì 11 agosto 2010
Il Papa: nessuno è escluso dalla chiamata divina alla santità (Asca)
Vedi anche:
Il Papa: Da dove nasce la forza per affrontare il martirio? Dalla profonda e intima unione con Cristo, perché il martirio e la vocazione al martirio non sono il risultato di uno sforzo umano, ma sono la risposta ad un’iniziativa e ad una chiamata di Dio, sono un dono della Sua grazia, che rende capaci di offrire la propria vita per amore a Cristo e alla Chiesa, e così al mondo (Catechesi)
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Joseph Ratzinger ha sempre riempito le aule di università e le chiese dove parlava. Il racconto di Sigrid Spath, traduttrice (Zenit)
In barba a scandali ed attacchi mediatici il flusso di fedeli che accorre a Roma per ascoltare il Papa non conosce flessioni...anzi! (Maniaci)
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Pseudo Berlicche scrive al nipotino: consigli sulla migliore destinazione per le vacanze tralasciando Castelgandolfo :-)
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PAPA: RICORDA PADRE KOLBE ED EDITH STEIN, ESEMPI CONTRO EGOISMO MONDO
(ASCA) - Castel Gandolfo, 11 ago
''Noi qui probabilmente non siamo chiamati al martirio ma nessuno e' escluso dalla chiamata divina alla santita', a vivere in misura alta l'esistenza che implica sempre prendere la croce di ogni giorno su di se', tutti, soprattutto nel nostro tempo in cui sembrano prevalere egoismo e individualismo, dobbiamo assumerci come primo e fondamentale impegno quello di crescere ogni giorno in un amore piu' grande a Dio e trasformare la nostra stessa vita per trasformare cosi' il nostro mondo''. Con queste parole papa Benedetto XVI, durante l'udienza generale tenuta nel cortile interno del Palazzo di Castel Gandolfo, e' tornato a ricordare i martiri citando San Lorenzo Diacono, San Ponziano Papa e Sant'Ippolito Sacerdote ma anche santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, patrona di Europa e Massimiliano Maria Kolbe, entrambi morti ad Auschwitz.
''In questa settimana - ha detto - avevo gia' accennato nell'Angelus, facciamo memoria anche di alcuni santi martiri sia dei primi secoli della Chiesa sia di un tempo a noi piu' vicino come santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, patrona di Europa e Massimiliano Maria Kolbe per soffermarmi sul martirio, una forma di amore totale a Dio. Dove si fonda il martitio? La risposta e' semplice: sulla morte di Gesu', sul suo sacrificio supremo di amore consumato sulla croce affinche' noi potessimo avere la vita. Cristo ci ha donato se' stesso nel riscatto per molti e ciascuno di noi ogni giorno deve prendere la sua croce''. Il papa ha citato il Vangelo ''che dice chi non prende la propria croce e non mi segue non e' degno di me, chi avra' tenuto per se' la propria vita la perdera' e chi avra' perduto la propria vita per causa mia la trovera'. E' la logica del chicco di grano che muore per germogliare e portare la vita: Gesu' stesso e' il chicco di grano divino che si lascia cadere sulla terra, che si lascia spezzare, rompere nella morte e proprio attraverso questo si apre e puo' cosi' portare il frutto nella vastita' del mondo''. Il martire, ha proseguito, ''segue il Signore fino in fondo accettando liberamente di morire per la salvezza del mondo in una prova suprema di fede e di amore, i martiri testimoniano la forza della profonda e intima unione con Cristo: questa - pero' - non e' il risultato dello sforzo umano ma un dono della sua grazia che rende capaci di offrire la propria vita per amore a Cristo, alla Chiesa e cosi' al mondo. Se leggiamo le vite dei martiri rimaniamo stupiti per la serenita', il coraggio nell'affrontare la sofferenza e la morte. La potenza di Dio si manifesta pienamente nella debolezza e nella poverta' di chi si affida a lui e risponde solo in lui la propria speranza. Ma dobbiamo sapere che la grazia di Dio non sopprime o soffoca liberta' di chi affronta il martirio: una liberta' nei confronti del potere e del mondo esercitata in un supremo atto di fede, speranza e carita' compiuto da chi sacrifica la propria vita per essere associato in modo totale al sacrificio di Gesu' compiendo un grande atto di amore in risposta all'amore di Dio''.
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