Vedi anche:
Il Papa: Direi che il semplice è il vero, ed il vero è semplice. Il nostro problema consiste nel fatto che, per i troppi alberi, non riusciamo più a vedere la foresta (Il capitolo "Gesù Cristo ritorna" de "Luce del mondo")
«Joseph Ratzinger si mette a nudo e sfata tutti i miti». Paolo Rodari commenta "Luce del mondo" (Grotti)
"Luce del mondo", il Papa: «Mi sono semplicemente detto che sono quel che sono. Non cerco di essere un altro. Quel che posso dare dò, e quel che non posso non cerco nemmeno di darlo» (Chirri)
"Luce del mondo": il commento di Marco Politi
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Seewald: sul condom emerge la povertà culturale dei media. Mons. Fisichella: ridurre il libro ad una frase sarebbe un'offesa all'intelligenza del Papa e una gratuita strumentalizzazione delle sue parole (Izzo)
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Pubblicato il libro intervista "Luce del mondo": servizio di Rome Reports
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Il Papa: Maciel? «Un falso profeta», che ha condotto «una vita immorale e contorta», e «purtroppo il suo caso è stato affrontato molto lentamente e in ritardo» (Gagliarducci)
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Padre Lombardi ha parlato con il Papa sul termine "prostituta" o "prostituto". Per il Santo Padre non c'è differenza. Se si tratta di un uomo o di una donna o di un transessuale è lo stesso. Il punto è il rischio della vita dell'altro
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO: "LUCE DEL MONDO. IL PAPA, LA CHIESA, I SEGNI DEI TEMPI. UNA CONVERSAZIONE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON PETER SEEWALD." (LEV)
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Dentro il laboratorio di un papa
Aldo Maria Valli
Il fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel, è stato «un falso profeta che ha condotto una vita immorale e contorta» e «purtroppo il suo caso è stato affrontato molto lentamente e in ritardo», anche perché in Vaticano è stato «molto ben coperto». Parla così Benedetto XVI nel libro-intervista Luce del mondo, presentato ufficialmente in Vaticano.
Un giudizio netto, come su molti altri temi.
Nel volume è l’intera realtà della Chiesa e del pontificato a essere affrontata, senza evitare i nodi più problematici.
Sui casi di pedofilia nella Chiesa, rispondendo alle domande del giornalista bavarese Peter Seewald, il papa sostiene che, a partire dagli anni Sessanta, si era dimenticata la necessità di punire i colpevoli, ma adesso occorre al più presto recuperare «il diritto e la necessità della pena», perché l’amore misericordioso per il peccatore non è solo «gentilezza e cortesia», ma anche «amore della verità». In questo tempo segnato dagli scandali, «abbiamo fatto esperienza di questa sensazione di tristezza e dolore, di quanto misera sia la Chiesa e di quanto falliscano i suoi membri nella sequela di Gesù Cristo». Benedetto non nasconde il suo «turbamento per la miseria e la peccaminosità nella Chiesa», ma sottolinea anche che Cristo «non abbandona la Chiesa» e agisce attraverso di essa.
Circa l’omosessualità, il pontefice parla di «una grande prova» che tuttavia «non per questo diviene moralmente giusta». Le persone omosessuali «non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze.
Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo. E tuttavia il senso profondo della sessualità è un altro. Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l’evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione». Perentorio è quando dice che «l’omosessualità non è conciliabile con il ministero sacerdotale» perché si tratta di una condizione che «distanzia dalla retta paternità, da ciò che nel profondo definisce l’essere sacerdote».
In tema di sessualità il papa sostiene che «dobbiamo ritrovare di nuovo la strada che porta a un atteggiamento propriamente cristiano, come quello che esisteva nel cristianesimo primitivo e nei grandi momenti del cristianesimo: la gioia è il sì al corpo, il sì alla sessualità, considerati come un dono, di cui fanno parte anche sempre la disciplina e la responsabilità», perché «libertà e responsabilità vanno mano nella mano».
In campo teologico da segnalare la risposta sul giudizio universale. Non sarà solo a livello simbolico. Dire come avverrà «va al di là della nostra capacità di immaginazione», ma è indubbio che Dio «è giudice» e che «avrà luogo un giudizio vero e proprio, che l’umanità verrà separata e che a quel punto vi è la possibilità di essere cacciati via».
Oggi le persone tendono a pensare che Dio non può essere così, e invece no: «Egli ci prende sul serio. E l’esistenza del male è un fatto che rimane e deve essere condannato».
Sulle polemiche seguite alla sua lezione di Ratisbona nel 2006, quando gran parte del mondo islamico protestò per una citazione su Maometto, il papa spiega: «Avevo concepito quel discorso come una lezione strettamente accademica, senza rendermi conto che il discorso di un papa non viene considerato dal punto di vista accademico, ma da quello politico».
Un altro viaggio di cui parla è quello in Africa del 2009, che «dal punto di vista giornalistico – dice – fu completamente oscurato da un’unica mia frase». Il riferimento è alla risposta alla domanda che Ratzinger diede, durante il volo di andata, sul no all’uso del preservativo. «Mi è stato chiesto perché la Chiesa cattolica, relativamente all’aids, assumesse una posizione irrealistica ed inefficace. Così mi sono sentito sfidato perché la Chiesa fa più di tutti gli altri. E continuo a sostenerlo, perché la Chiesa è l’unica istituzione veramente vicina alle persone, molto concretamente».
Il papa esprime la speranza di poter vedere l’unificazione della Chiesa in Cina (oggi divisa tra ufficiale e clandestina) e ugualmente possibile, e forse «non troppo lontano», giudica il traguardo di un incontro con il patriarca di Mosca. «Dipende da quanti anni di vita mi concederà ancora il buon Dio». I viaggi e le visite pastorali, ammette, sono per lui uno sforzo notevole, ma non cerca di imitare Wojtyla.
«Non cerco di essere un altro. Quel che posso dare do, e quel che non posso non cerco nemmeno di darlo».
Come già disse da cardinale, Benedetto precisa che il papa può dimettersi se si rende conto di non essere più in grado «fisicamente, mentalmente e spiritualmente l’incarico affidatogli », però non precisa in che modo la macchina curiale dovrebbe attrezzarsi per affrontare una simile eventualità.
A proposito di Giovanni Paolo II, Ratzinger ribadisce che il suo predecessore, nelle grandi decisioni, fu lucido fino alla fine. È vero, dice, che a volte Wojtyla indugiò, «ma nel complesso il disbrigo degli affari correnti era senz’altro garantito dai collaboratori che aveva scelto. E in ogni caso le grandi decisioni ha continuato a prenderle.
Soffriva, ma era cosciente».
Sul caso Williamson, il vescovo tradizionalista al quale è stata revocata la scomunica, Benedetto XVI ammette che se avesse saputo delle sue dichiarazioni negazioniste circa le camere a gas naziste, non avrebbe firmato la revoca: «Purtroppo nessuno di noi ha guardato su internet e preso coscienza di chi si trattava. Certo, con il senno di poi si è sempre più intelligenti ».
Circa i rapporti con gli ebrei, Benedetto dichiara di non aver mai invitato a pregare per la loro conversione nella liturgia in latino del venerdì santo. La modifica a quella preghiera, dice, ha suscitato giudizi «avventati» che «non rendono giustizia a quanto fatto».
Altro tema caldo, l’infallibilità. Il papa in taluni casi, quando è in gioco la dottrina, può certamente «prendere decisioni in ultimo vincolanti», ma non per questo, spiega, tutto ciò che dice ricade sempre sotto l’infallibilità.
La tiratura iniziale decisa dalla Libreria editrice vaticana per il libro è stata di 50mila copie e il 2 dicembre ci sarà la prima ristampa.
© Copyright Europa, 24 novembre 2010 consultabile online anche qui.
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2 commenti:
Scusa Raffaella, non so se hai sottomano il libro del Papa ma a pagina 260, dove viene riportata la sua biografia c'è scritto:
"1993: viene consacrato Vescovo e gli viene assegnata la sede suburbicaria di Velletri-Segni"
nel 93????
ci si è confusi forse con
"il 5 aprile del 1993 venne elevato dal Pontefice all’Ordine dei Vescovi, e gli fu assegnata la sede suburbicaria di Velletri - Segni"come è scritto sul sito del Vaticano
e inoltre manca proprio la data della sua vera consacrazione a Vescovo, al fatto che Paolo Vi lo nominò Vescovo di Monaco e che poi lo fece cardinale.
Possibile fare questi errori?
Ciao Guglielmo, il libro dovrebbe essere fra le mie mani in tarda mattinata :-)
Forse si intende dire che nel 1993 il card. Ratzinger fu elevato da Papa Wojtyla all'ordine dei cardinali vescovi.
In ogni caso e' un errore...
R.
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