martedì 2 novembre 2010

I nostri defunti, più vicini a noi perché più vicini a Dio: la riflessione di mons. Pierangelo Sequeri (Radio Vaticana)

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Il Papa: La separazione dagli affetti terreni è certo dolorosa, ma non dobbiamo temerla, perchè essa, accompagnata dalla preghiera di suffragio della Chiesa, non può spezzare il legame profondo che ci unisce in Cristo

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Ieri pomeriggio manifestazione di vittime della pedofilia fra Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro. Al termine ha avuto luogo un incontro fra una Delegazione e il P.Lombardi (Radio Vaticana)

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I nostri defunti, più vicini a noi perché più vicini a Dio: la riflessione di mons. Pierangelo Sequeri

La morte – come ha affermato il Papa - non può spezzare il legame profondo che ci unisce in Cristo. Anzi, i nostri cari defunti restano più che mai vicini a noi. Ascoltiamo in proposito la riflessione di mons. Pierangelo Sequeri, vice-preside della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, al microfono di Fabio Colagrande:

R. – Sono più vicini a Dio e perciò anche più vicini a noi. In un certo senso, quella vicinanza maggiore a Dio acuisce, aumenta la “protensione” di coloro che ci hanno preceduto verso di noi. E’ come se, vedendo dall’altra parte dell’iniziazione, si sentissero per così dire, in qualche modo, riscaldati dalla possibilità di farci sentire la presenza di questo "grembo", nel quale vogliono raccoglierci, e la loro vicinanza a Dio, per così dire, li incoraggia a farsi tramite nei confronti degli altri.

D. – Come è possibile non temere la separazione dagli affetti terreni, che è così dolorosa?

R. – Bisogna coltivare ogni giorno la profondità di questo sentimento, e cioè nulla - anche una piccola cosa, uno sguardo, un sorriso – nulla di ciò che di buono noi generiamo nella vita, di questi legami, nulla va perduto. Pensiamo a questa cosa: nulla va perduto. Regalare un sorriso, dunque, evitare una parola che ferisce, rendere profonda la nostra riconoscenza per quello che abbiamo ricevuto, ha un peso enorme nella vita del mondo. Questo è ciò che abbiamo seminato e questo fiorirà.

D. – Infine, proprio sui gesti di queste giornate, don Sequeri: si visitano i cimiteri, si lasciano i fiori sulle tombe, si dovrebbe anche partecipare alla celebrazione eucaristica. Quanto sono importanti anche questi gesti, questi segni in queste giornate di commemorazione dei defunti?

R. – Guardi, mi consenta di dire che oggi, nella nostra società, questi segni hanno un’importanza strepitosa, vitale: è ossigeno. Pensate che sono tra i pochi gesti rimasti, che non sono legati a nessun vantaggio, cioè che non hanno l’immediatezza dell’utile, l’ossessione del godimento, l’ansia permanente di un’economia, come dire, in vantaggio, di uno scambio, che ci deve in qualche modo gratificare e deve arricchire noi stessi. Quindi, uno scambio puramente strumentale. Gesti come questi mettono in luce la forza di diamante che ha il legame degli esseri umani – il legame spirituale – la sua potenza. Noi siamo fatti per queste cose che non vivono della potenza dell’utile, ma vivono della potenza del bene che ci siamo voluti. Quindi, oggi più che mai sono da coltivare con animo mite, dolce, grato e anche profondo. Noi, con questi gesti, salviamo la qualità umana su questo pianeta.(ap)

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